E nel 2015 arriva la ripresa economica (per davvero) [Weekly rewind]
La settimana appena trascorsa è stata veramente ricca di avvenimenti e…di volatilità. Una serie di alti e bassi che hanno riportato per alcuni giorni i mercati finanziari in un clima di confusione (giusto dire così e non di terrore in quanto tutti si domandavano che stava accadendo).
Ma poi magicamente tutto si è messo a posto, quantomeno apparentemente. Ci hanno pensato le banche centrali, come sempre. Prima quella USA (FED) che con la sapiente Janet Yellen ha usato termini molto “dovish” e il risultato è stato un rimbalzo che ha riportato rapidamente la tranquillità. E poi in ambito Bce anche chi prima era più restio al QE, ora inizia a lasciare degli spiragli. E poi la banca centrale russa che interviene con un rialzo dei tassi qusi “clamoroso” a difesa del suo Rublo. E poi ancora la banca centrale svizzera che porta i tassi in territorio negativo.
Insomma, tutto sembra essere cambiato, ma in realtà è tutto come prima.
E l’Italia? Tralasciamo la politica (preferisco…) e guardiamo piuttosto alle previsioni di Confindustria. Per l’anno prossimo ci si attende finalmente un po’ di ripresa…
L’Italia uscirà dalla recessione nel primo trimestre dell’anno prossimo, ma il calo della disoccupazione bisognerà attendere il 2016. Il Centro studi di Confindustria ha dunque tagliato ancora le stime per il 2014 che si chiuderà con un calo del Pil dello 0,5% – l’Istat stima una contrazione dello 0,4% -, mentre prevede che inizi a risalire nel 2015 con un +0,5% e prosegua nel 2016 con un +1,1%. Nel dettaglio l’economia tornerà a crescere dello 0,2% nel primo trimestre 2015 per poi salire gradualmente nel biennio. (CDS)
A leggere queste previsioni viene quasi da sorridere. Infatti tutti gli anni è la solita storia: “quest’anno andiamo maluccio ma l’anno prosismo andremo meglio”.
E’ una tattica ovvia per far si che i consumi non si congelino e che la ruota dell’economia, anche se a moto rallentato, possa continuare a girare.
La cosa interessante è che a parlare è Confindustria e non una fonte governativa.
Che ci sia del vero? Il primo trimestre sarà veramente con il segno più?
Per una volta mi trovo d’accordo con l’affermazione. Il prossimo trimestre me lo vedo anche io in positivo.
Merito della politica e delle riforme?
Risposta errata. Innanzitutto dovremo ancora fare i conti con i danni dlel’embrago russo. E poi però dovremo godere anche dei benefici di DUE fattori esogeni: il calo del prezzo del petrolio e il rafforzamento del Dollaro USA.
Il primo aiuterà i consumi, il secondo incrementerà l’export. Dispiace, certo, che l’economia “brillerà” non per merito suo (per la possibile efficacia delle riforme ci vuole ancora un po di tempo) ma coi tempi che corrono, consentitemi un “chissenefrega”.
INFOGRAFICA: le previsioni Confindustria 2014-2015-2016
Vi lascio qui di seguito i migliori post della settimana. Potrete trovare la spiegazione di quanto detto in apertura più molti altri argomenti, tutti da rileggere e rivedere.
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Vi ringrazio e auguro a tutti un sereno week end. A presto!
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Bulls & Bear: il meglio della settimana
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OT
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Buone feste e buon rally di fine anno a tutti ma possibilmente non così…
http://www.zerohedge.com/news/2014-12-20/day-einstein-feared-has-arrived
Buongiorno 🙂
Giusto ragionamento…permettimi peró di dire che la prima volta che ho sentito di “industria oil&gas morente” ero un bambino e vivevo negli USA (1979, famosa “crisi petrolifera”), la prima volta che ho sentito parlare di “petrolio in esaurimento” ero piu grandicello e mi dilettavo con l’ecologia nascente (1993).
Morale siamo acora qua pieni di petrolio nel 2014 con l’OPEC che si permette di abbattere il prezzo con la sovraproduzione per infastidire gli USA e il loro “shale tech”, e da (piccolo) azionista ENI, con conoscenze professionali in SAIPEM, continuo a leggere di nuovi giacimenti “giant” scoperti in Nigeria, Angola e altrove. A dire il vero secondo alcuni si Saipem Engineering LTD é molto probabile che tutte le stime precedenti, fatte attorno agli anni ’80, siano sbagliate in difetto e di parecchio.
Ormai sondano e trivellano a profondità inimmaginabili solo 20 anni fà e la tecnologia marittima ha triplicato la profondità marina a cui operano le piattaforme (che infatti nascono come funghi anche nell’adriatico, per dire) e in senso prospettico un giorno sarà possibile andare ad estrarre dai fondi oceanici triplicando di fatto la possibilità di trovare giacimenti rispetto a oggi.
Staremo a vedere. 🙂
Ciao ( lo preferisco ) concordo con quel che dici e che magari il cosidetto ” picco ” verrà spostato in la nel tempo , quel che mi preoccupa è che ormai dobbiamo pensare ad una popolazione di 7 miliardi di persone e non più di 2,5/4 come in passato. E’ pur vero che l’italia è un esempio ( essendo tra le prime 10 economie ) di come si ” riesce a vivere ” ( sopravvivere ) con consumi tra il – 20/30% e probabilmente molti altri seguiranno USA compresi. Andando a memoria mi sembra che i consumi abbiano supoerato i 91 milioni di barili al giorno con un economia globale in frenata e con una continua tecnologia votata al risparmio energetico. Uno dei più grossi giacimenti scoperti e rientranti tra i primi 10 di tutti i tempi sposterebbe il picco non più in là di due mesi. Con prezzi ormai sotto i 60$ penso che rischiamo una frenata in tutto quello che sono gl’investimenti di ricerca tecnologica per la ricerca ed estrazione del petrolio e energie alternative. Forse noi ce la caveremo e mi auguro che tra 40 la situazione sia migliore dell’attuale con energie alternative sfruttate in % maggiore di adesso. Personalmente ne dubito e come dici staremo a vedere. Di nuovo ciao.
Incrementerà l’export ? nel senso che ci sarà un bel segno + grazie ad un notevole segno – delle importazione grazie al ribasso della bolletta energetica? Qualcuno il 17 gennaio 2014 alle 15:05 scrisse: L’oil&gas è un’industria morente, le sarebbero necessari prezzi del petrolio molto più alti di quello attuale che è però il massimo che l’economia può permettersi. Quindi bassi guadagni = bassi cash flow = meno investimenti = meno scoperte = meno petrolio = meno economia = meno guadagni = etc…
si chiama collasso, ne scrivo da anni e solo perché altri ben più bravi ne scrivevano da molto prima.