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ITALIA: lost decade ma non solo [weekly rewind]
Si ferma la discesa del PIL. Stop alla recessione ma la delusione per le condizioni in cui avviene è forte. Ora arriva il QE e con un Dollaro USA ancora più debole è giusto aspettarsi un primo trimestre 2015 sicuramente migliore. Ma se confrontiamo l’Italia con il presente ed il passato…
Il palcoscenico per un giorno (in Italia) viene riconquistato proprio dal Bel Paese. In attesa di capire i toni del compromesso tra Grecia ed Unione Europea, vedendo cosa accadrà lunedi quando scatterà il “cessate il fuoco”, ecco arrivare i dati sul PIL in Eurozona.
Non parliamo degli altri, ma concentriamoci su di noi, sull’Italia. Ebbene si, la debacle del PIL trova una buona lozione anticaduta e regala luci di speranza. O meglio, il PIL non crolla più e si ferma. Evviva evviva… Ma fa sorridere che cosa raccontano i giornali…
La stima rilevata dall’Istat per il quarto trimestre 2014 apre qualche spiraglio di luce su un’economia per tre anni sotto il segno negativo. Nella zona euro delude la Francia che non va oltre un +0,1% ma sorprende la Germania con +0,7% nell’ultimo trimestre del 2014. (QdS)
Ma non ho capito, dobbiamo gioire perchè siamo a crescita ZERO? Non so se lo avete capito, ma l’economia poteva correre visto che aveva la strada in discesa. Avevamo il sostegno del dollaro debole, e cosa abbiamo fatto? Crescita zero. Vabbè, vorrà dire che i dati del primo trimestre saranno di certo migliori, visto che l’USD ha letteralmente sbracato, il petrolio ha perso il 50% e si avvicina il QE. Insomma gli stimoli non mancheranno e l’Italia NON può NON crescere. Peccato che fino ad ora, il fallimento assoluto è spiegato da questo grafico che vi ripropongo aggiornato. E’ il grafico della crescita del PIL prima e dopo la crisi (che qui da noi non è MAI passata).
Credo non sia necessario alcun commento. Come non è necessario alcun commento a questo secondo grafico.
Spesso quando si parla di Giappone, si racconta delle “lost decades”. Come possiamo definirlo questo periodo per l’Italia? Il Disaster decade?
Da quando è nato l’Euro, l’Italia è cresciuta del 4%. Un vero disastro. Solo colpa dell’Euro? Come noi, notate bene, SOLO la Grecia. E’ tutto detto.
Ora, scherzi a parte, almeno una cosa buona sul serio c’è. Ed è il dato sul debito pubblico. Bankitalia ci segnala a dicembre un calo debito di circa 26 miliardi rispetto a novembre a 2.134 miliardi registrati a novembre. Cambia nulla, lo so, ma almeno questo parametro è positivo sul serio. Speriamo che questa tendenza non cambi e continui, visto che il debito è la nostra grande zavorra.
Vi lascio il meglio del blog di questa settimana. Dategli una spulciatina, chissà ancora che ci ritrovate qualcosa di interessante, tra articoli e commenti sempre brillanti ed interessanti.
Bulls & Bears
YESTERDAY
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NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
1. Crisi da austerity per salvare le banche degli altri
2. Industria italiana che non può reggere la concorrenza degli aiuti di stato all’impresa tedesca
3. Tassi bassi = nuovo indebitamento impossibile in Italia nel pubblico, inattuato nel privato per la minore avventatezza delle banche italiane; sfruttato da altri con successiva implosione nei PIGS e a livelli direi insostenibili nei paesi nordici ex-Germania (debito aggregato); in Italia aumento del peso degli interessi per inflazione bassa e prevalenza del peso del debito pregresso a tasso fisso
4. Inefficienze, sprechi, corruzione, mafie, burocrazia = minore competitività (occhio che 6 province italiane, tutte nel Nord, risultano nel 2014 tra le più competitive d’Europa nonostante tutti questi fattori)
5. Libia 2011
E’ ovvio che il futuro non è roseo, supponendo che le riforme funzionino e supponendo che possa esserci ancora in futuro una crescita economica per l’occidente, agiranno solo sul punto 4, insufficiente a portare crescita.
Per Kry: redistribuzione del surplus tedesco che supera il limite europeo
Dipende da come lo si fa: se è redistribuzione pura in stile residuo fiscale delle 4 regioni forzatamente generose del Nord Italia verso tutte le altre, finirà per portare tutta l’Europa ex-Germania all’arretratezza e all’avversione tra i popoli; se viene usato in qualche modo per far salire i prezzi dei prodotti tedeschi all’estero, in vece del cambio variabile, allora OK!
Ovviamente solo mie opinioni.
Buona Domenica a tutti.
Ciao, concordo che si rischi di fare una redistribuzione pura. La mia OSSESSIONE è che non se ne parli e non venga neanche preso in consiserazione come problema e proposta una soluzione. Messa in maniera banale m’infastidisce vedere un pollo che si comporta come un galletto che pretenda di far rispettare un limite del 3% quando ne sfora sitematicamente uno del 6% quando nell’unione del pollaio ci sono regole , vincoli e limiti che valgono per tutti. E’ mai possibile che non ci sia un pollo che dica ” Carissimo che pensi d’essere un galletto io manco ci penso a rispettare un limite del 3 quando sistematicamente tu superi uno del 6 e in parte mi limiti nella mia crescita.”
Fai benissimo a essere ossessionato e a “spammare” il concetto, anzi, grazie! 🙂
Grazie anche a te che mi incoraggi a scrivere questi concetti. Ciao.
Il grafico dice con tutta evidenza che fino all’arrivo di Monti l’Italia si comportava esattamente come tutti gli altri Paesi. Poi, con la sua serietà e credibilità internazionale, è stato messo lì e lui ha distrutto tutto.
Fortunatamente si è fermato alla Fase 1, se avesse proseguito con la Fase 2 ……. non ci voglio neppure pensare……!!!
Adesso i poteri forti lo stanno pure riesumando: compaiono di nuovo sue interviste sui giornali a spiegare come deve funzionare il mondo. Evidentemente il totale fallimento del suo partito politico impone di doverlo far rientrare in gioco in qualche altro modo…..
Se non ci rendiamo conto di queste cose…….. hai voglia a guardare grafici…!!!!!
Se nell’ultimo decennio ci aggiungi anche l’inflazione italiana… il dato è ancora più allucinante.
Ma ovviamente confidiamo nel futuro, specialmente nel contributo delle aziende (rimaste) che esportano con l’estero (ad esclusione della Russia… che hanno dovuto tagliarla con la forza, sperando che nel frattempo abbiano ricevuto i pagamenti delle commesse pregresse… altrimenti si tratta di altri crediti inesigibili… che vengono poi scaricati alle banche che li scaricano a loro volta sulla minore erogazione di credito a famiglie ed imprese… e via dicendo).
Per chi volesse farsi un’idea sull’Ucraina e le implicazioni dell’attuale accordo “di pace”, consiglio un link (in italiano) di approfondimento:
http://rassegnaest.com/2015/02/14/ucraina-tregua/