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WALL STREET: effetto “compensazione” tra banche centrali. E quindi…
GUEST POST – Quando i mercati sembrano sul punto di capitolare, riescono sempre a ritirarsi su. Grazie anche all’attivismo delle banche centrali. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, in quest’ultima settimana, nonostante la persistenza di numerose preoccupazioni geopolitiche, i mercati finanziari internazionali, un po’ a sorpresa, sembrano intravvedere migliori prospettive di crescita futura dell’economia globale.
Lo scenario intermarket, chiaramente Risk On, registra, infatti, dopo mesi di forti tensioni, una decisa stabilizzazione del mercato delle valute. Segnali diversi ed incoraggianti arrivano invece dal mercato delle commodities. Il noto indice CRB segna, infatti, un rimbalzo settimanale del 2,75 %. Più marcate, ossia pari al + 8 % il rimbalzo delle quotazioni del petrolio, e + 3,8 % quelle del rame. Rimbalzi che sembrano voler scongiurare lo spettro deflazionistico, incombente da anni sull’economia globale. Coerentemente, note positive giungono anche dal mercato obbligazionario. In particolare, i rendimenti sui titoli decennali Usa in una sola settimana registrano una crescita di 32 bps, e tornano a quota 1,96 %. Anche i rendimenti sul bund tedesco, registrano nuovamente segnali di vita, crescono infatti di 8 bps, e si fissano a quota 0,38 %. Evidenzio, infine, che i titoli greci, registrano in settimana un calo di 106 bps, che aldilà delle apparenze, sembra esprimere fiducia circa una soluzione positiva della crisi ellenica. Segnali, dunque, incoraggianti, prontamente colti anche dai mercati azionari. In particolare, i listini europei hanno consolidato i rimbalzi innescati dall’annuncio del QE.
Piu’ marcate, invece le reazioni sui mercati Usa. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, segna infatti un rimbalzo settimanale del 3,03 %, che scongiura l’ipotesi dell’inizio di un significativo down-trend, disegnandone invece una prospettiva di lateralizzazione come si desume chiaramente dal grafico seguente :
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 58.105
Large Traders : + 25.431
Small Traders : + 32.674
Si conferma, dunque la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa degli ultimi 3 mesi. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano ancora modeste, ossia pari a soli 6.283 contratti. In particolare, i Large Traders, notoriamente trend following, appaiono maggiormente rassicurati e riacquistano l’intero lotto dei 6.283 contratti long. Gli Small Traders, invece, non manifestano alcuna pericolosa esuberanza rialzista, anzi cedono 1.058 contratti long, e stabilizzano l’entità della loro abituale posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, pur mantenendosi sempre vigili sulle sorti dei mercati azionari Usa, cedono i residui 5.225 contratti long e consolidano la loro proverbiale posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima settimana confermano, a mio avviso, l’interlocutoria situazione degli ultimi mesi, che rappresenta comunque una novità rispetto ai forsennati rialzi degli ultimi 3 anni. Come già espresso in passato, è del tutto evidente che le autorità monetarie internazionali non desiderano reazioni scomposte sui mercati finanziari, che continuano a guidare con saggezza, pur se non mancano interrogativi e preoccupazioni circa gli effetti futuri delle prolungate politiche monetarie espansive.
In conclusione, anche per la persistenza delle divergenze segnalate nelle precedenti settimane, ritengo che i mercati azionari Usa non segneranno a breve nuovi massimi storici, e che continueranno nel loro attuale andamento interlocutorio e laterale.
Certamente da preferire nel futuro prossimo i mercati azionari europei, che da marzo godranno dei benefici del QE annunciato dalla BCE.
Mercati azionari europei, e tra questi quello italiano, pertanto, da preferire, che cercherò di tradare con il mio personale trading system, che si propone di sfruttare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In quest’inizio d’anno, il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva del 6,59 %. Tuttavia, a differenza di quanto accaduto del biennio precedente, tale performance risulta ancora inferiore a quella conseguita dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari nel contempo al 9,7 %. Ciò è dovuto alla circostanza dell’inversione repentina del trend, non immediatamente percepibile dal mio sistema di trading. Solo il check-up di quest’ultima settimana, conferma, ad esempio, ulteriormente, l’impostazione rialzista assunta del nostro indice azionario, e ci suggerisce di inserire nel nostro portafoglio anche titoli appartenenti all’indice delle Small Cap. Rammento, al riguardo, che tutti gli interessati possono consultare gratuitamente la composizione specifica del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito. Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas
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La tua guida per gli investimenti. Take a look!
A mio modesto avviso (non è un suggerimento per gli investitori e non costituisce stimolo a investire e bla bla bla):
RISK ON
1) La Grecia a parte l’effetto mediatico di simpatia di Tzipras ha sbagliato tutto: mandare nel nord Europa un ridente ganassa con la camiciola colorata a fare la faccia da duro dal basso delle sue pezze al sedere e del risibile 1,2% di PIL Europeo è stata una mossa a dir poco azzardata.
Han già messo il proprio chiodo nella bara-Grecia la BCE, la Germania, il FMI, le agenzie di rating e persino Standard Ethics.
2) Ukraina: Putin deve decidere se perseguire le mire golose degli oligarchi che lo sostengono (bacino carbonifero del Dombas) oppure se cercare una via d’uscita dignitosa in vista dei 2-3 anni di crollo economico che ha davanti.
3) L’occidente, con gli USA sfiniti dalle guerre e dilaniati dallo scontro colombe (Obama) VS falchi (il Congresso) deve scegliere se aumentare gli sforzi nella battaglia mediatica contro i criminali dementi dell’ISIS, o se tentare la solita partita sulla pelle degli altri (Europa) contro Putin.