La volatilità e il VIX: cosa sta accadendo e come interpretarlo
Negli ultimi mesi, la volatilità dei mercati finanziari è aumentata in modo significativo, nonostante si stia ancora navigando vicino ai massimi storici. Questo scenario ha generato incertezze tra gli investitori, soprattutto quando si guarda all’indice VIX, spesso definito come “l’indice della paura” o “fear index“, che misura le aspettative di volatilità a breve termine. Infatti la logica ci porterebbe a dire che con più volatilità ci sarebbe anche più rischio di drawdown. Ma così non è, quanto meno per ora.
Il VIX è in crescita: cosa significa?
Attualmente, il VIX si aggira attorno al valore di 18. Sebbene questo non rappresenti un livello eccezionalmente alto, è comunque insolito per un mercato che si trova sui massimi, senza segnali di drawdown imminenti. Un VIX elevato suggerisce che il mercato sta scontando un rischio percepito maggiore rispetto alla tranquillità tipica di un contesto di crescita continua. In altre parole, c’è un certo timore tra gli operatori, nonostante l’apparente stabilità dei prezzi.
Le elezioni statunitensi: un fattore di incertezza? Oppure solo geopolitica?
Uno degli elementi che attualmente incide sul VIX è la prossimità delle elezioni negli Stati Uniti. Il periodo elettorale ricade infatti nei 30 giorni di calcolo dell’indice, il che influisce sui livelli di volatilità. Tuttavia, anche tenendo conto di questo, è evidente che il mercato stia prezzando una volatilità futura elevata non solo legata al giorno delle elezioni, ma anche per le settimane successive. Questo fenomeno fa emergere la domanda: il mercato sta reagendo a eventi futuri oltre il risultato elettorale? Oppure si tratta solo dei timori per la geopolitica o ancora per le trimestrali?
Le elezioni non spiegano tutto
Nonostante l’elevata attenzione sul risultato delle elezioni, questo da solo non sembra giustificare completamente i livelli di volatilità attuali. Il mercato potrebbe scontare anche altri fattori, come il timore di disordini interni o un’escalation delle tensioni geopolitiche in concomitanza con il periodo elettorale. Questi rischi, pur non ancora del tutto manifesti, potrebbero spiegare l’elevata incertezza. Intanto però il mercato continua a salire. Più forte di tutto e di tutti, come se nemmeno la volatilità in aumento possa rappresentare un pericolo. Una resilienza sorprendente che però fa comodo proprio a tutti, anche per tenere sotto controllo situazioni complicate.
E quindi si continua a correre?
La macroeconomia corre. Perché i dati in arrivo sono così forti? Perché l’elenco dei venti favorevoli all’economia continua a crescere. Fateci caso.
1) Una Fed accomodante
2) Un mercato favorevole in tutti i settori (prezzi azionari elevati, prezzi delle case elevati e spread creditizi ridotti al lumicino)
3) I mercati dei finanziamenti pubblici e privati belli operativi
4) Interessi che stanno scendendo e tasso di default in miglioramento.
5) Attenuazione dei rischi geopolitici
6) L’incertezza delle elezioni americane sarà presto alle spalle e alla fine non importa chi vincerà. Ma quanto alimenterà l’economia con il deficit…
7) Continuo sostegno allo sviluppo e alla spesa per l’intelligenza artificiale, i data center e la transizione energetica
8) Segnali di rimbalzo degli ordini sulle costruzioni dopo il taglio della Fed di settembre
Questi fattori favorevoli stanno aumentando la probabilità che la Fed ci vada cauta nella riunione di novembre.
Insomma, il no landing continua. E il VIX in questo contesto naviga a vista ma in acque più tranquille.
STAY TUNED!
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👍 e non sarà il VIX a ritracciare