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Massa monetaria: indicatore della ripartenza
Ieri abbiamo parlato in un “trattato” di exit strategy e di debito pubblico
E’ necessario , a completamento del post sopracitato (CLICCATE QUI per vedere il post “Trattato su leva finanziaria, debito pubblico ed exit strategy”) .
Già ho accennato in questo post all’immobilità della situazione, soprattutto se prendiamo in esame gli indicatori che io considero più interessanti ed affidabili.
– leva finanziaria
– debito pubblico
– disoccupazione
Sono elementi molto importanti per cercare di capire come stanno le cose. Ma facciamo attenzione: dal punto di vista monetario qual è l’evento che deve accadere per far si che il mondo “torni a girare”?
Beh, per certi versi è più semplice di quanto possiate immaginare.
Le banche centrali ed i governi hanno inondato il mercato di liquidità. E questo è un dato di fatto assolutamente inequivocabile. C’è però un evidente problema: la moneta immessa non sta circolando, anzi, è utilizzata dal sistema bancario per investire a tassi anche bassi ma su bond “free risk” proprio perché le banche stesse non si fidano della ripresa economica e si dicono:
perché prestare denaro alle aziende e rischiare di perderlo? Investiamolo in BTP (faccio un esempio, sia ben chiaro) , prenderemo poco ma almeno non ci rimettiamo…
E quindi? Fintantoché gli indici di massa monetaria non cambieranno la tendenza, sarà impossibile attuare , secondo me, l’exit strategy.
Il denaro deve uscire dalle “cassaforti” del credito e deve rientrare nel sistema economico, anziché essere utilizzato per investimenti spesso speculativi (situazione che ha trasformato alcune banche in veri e propri hedge funds).
La cosa preoccupante e che, secondo gli indicatori attuali, il denaro circolante è veramente limitato ed un’eventuale exit strategy, adesso, verrebbe mal digerita dal mercato.
Massa monetaria USA
Il grafico qui sopra è esplicativo. Ovviamente si tratta di variazioni percentuali e non assolute. La FED non fornisce più da tempo il dato sulla M3. Pazienza, possiamo farci un’idea con l’M1 e soprattutto con l’M2.
E guardate dove si trova l’M2. Decisamente sotto il livello dello ZERO. Situazione mai vista nell’ultimo decennio.
La cosa è da tenere in considerazione anche in vista delle scadenze importantissime dei prossimi mesi in ambito monetario.
Infatti alcuni prestiti straordinari della Federal Reserve (TAF) in scadenza a fine marzo potrebbero non essere rinnovati. E questa sarebbe una forma di exit strategy.
Ma cosa comporterebbe in un mercato dove la M2 è sotto il pavimento? E inoltre, come è conciliabile una buona exit strategy con una buona crescita economica?
A livello di logica, se la massa monetaria dovesse lievitare, significherebbe che ci sarebbe maggiore circolazione di moneta, il che darebbe spazio di manovra per un exit strategy, che indirettamente andrebbe a frenare l’inflazione.
Per assurdo, lo scenario assolutamente migliore, come già detto, potrebbe essere quello inflattivo, con un tasso inflazione però non elevatissimo ma all’interno di parametri accettabili, il che consentirebbe alle banche centrali spazio di manovra senza danneggiare la crescita economica. Invece una exit strategy con una massa monetaria così scarsa…sarebbe controproducente.
Massa monetaria: rapido ripasso
Per la cronaca, prendendo spunto da Wikipedia, , ricordo ai lettori il concetto di massa monetaria:
• M0 (o base monetaria), che comprende la moneta legale, ossia le banconote e le monete metalliche che per legge devono essere accettate in pagamento, e le attività finanziarie convertibili in moneta legale rapidamente e senza costi, costituite da passività della banca centrale verso le banche (e, in certi paesi, anche verso altri soggetti);
• M1 (o liquidità primaria), che comprende M0 più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono fungere da mezzo di pagamento (essenzialmente i depositi in conto corrente, se trasferibili a vista mediante assegno, e i traveler’s cheque);
• M2 (o liquidità secondaria), che comprende M1 più tutte le altre attività finanziarie che, come la moneta, hanno elevata liquidità e valore certo in qualsiasi momento futuro (essenzialmente i depositi bancari e d’altro tipo, ad esempio quelli postali, non trasferibili a vista mediante assegno);
• M3, che comprende M2 più tutte le altre attività finanziarie che come la moneta possono fungere da riserva di valore (ad esempio i titoli a reddito fisso con scadenza a breve termine, come i BOT italiani).
Gli aggregati monetari (massa monetaria) misurano l’offerta di moneta esistente in un determinato momento nel sistema economico; la loro entità influenza i tassi di interesse e di inflazione: una maggiore offerta di moneta, infatti, si traduce in un minor tasso d’interesse (a parità di domanda) e può tradursi in maggiore inflazione. Per questo motivo gli aggregati monetari sono normalmente utilizzati per esprimere gli obiettivi della politica monetaria .
CONCLUSIONI
– leva finanziaria
– debito pubblico
– disoccupazione
– massa monetaria
…e credo che in questo modo ci siano degli strumenti già efficaci per poter tastare il polso al mercato in modo efficace. Poi ovviamente ce ne sono anche molti altri, ma tanto per cominciare…credo di non sbagliarmi più di tanto a monitorare con attenzione questi indicatori.
Ovviamente il dibattito è aperto e, come sempre, ritengo importante ed interessante provare a intavolare un dibattito, per capire l’alchimia migliore da attuare al fine di renderci conto di quando le cose, realmente, saranno o staranno per cambiare.
STAY TUNED!
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