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Guerra valutaria: Tutti contro tutti!

Scritto il alle 10:14 da Danilo DT

La BCE non interviene, perché fa comodo così. La FED invece interviene e addirittura fa ricorso al protezionismo. La Cina rifiuta l’appello e continua a voler una rivalutazione programmata. Ma la verità è che se non si collabora, sarà un “tutti contro tutti” che porterà allo sfacelo. E al nuovo protezionismo.

Diventa sempre più complesso lo scenario di quella che da più parti è definita una guerra valutaria. Ma è anche vero che limitarla ad una corsa alla svalutazione è fortemente restrittivo. In gioco c’è moltissimo, il futuro dell’economia di paesi come USA, Cina e ahimè anche Europa e non per ultima l’Italia.

Quanto sta accadendo soprattutto in USA, con il QE 2.0 ovvero il quantitative easing che verrà ufficializzato in data 2-3 novembre, possiamo definirlo uno scenario da “ultima spiaggia”: ormai i tassi sono al lumicino e l’unica carta che le banche centrali possono giocare, al fine di rilanciare l’economia e combattere la disoccupazione è svalutare. E l’unico modo per farlo è appunto comprando sul mercato asset class di diverso tipo, generando però ai poveri contribuenti ulteriori debiti e grane sul groppone.

Il giochino che si vuole generare è il seguente. Come detto in passato Mr Smith è in crisi, il consumatore medio USA non consuma più. E allora, se non ci sono più consumi, le aziende per non chiudere devono poter avere altre vie di sfogo, e quindi si cerca di incentivare le esportazioni che con la svalutazione vengono privilegiate. Inoltre, nota non di poco conto, un aumento della massa monetaria che però DEVE circolare, porta inflazione e indirettamente “abbatte” il valore dell’immane debito pubblico che stanno accumulando i vari stati.

Discorso ben diverso invece in Europa. E qui arrivano i problemi. Se infatti guardiamo alla sola Germania, non possiamo che ammettere uno scenario positivo, di crescita economica che, per assurdo potrebbe anche ammettere un rialzo dei tassi. Ma il discorso non può reggere, perché se la Germania tira (tedeschi bravissimi ad ampliare il raggio di azione soprattutto verso la Cina), il resto dell’Europa langue. Quindi impensabile pensare a manovre restrittive della BCE:
Ma in questo caso, ci pensa il mercato. Infatti la rivalutazione indotta dalle mosse FED, ha procurato una sorta di “intervento” della BCE in quanto se l’Euro si rivaluta ha gli stessi effetti di una manovra restrittiva. Senza farlo apposta, e senza fare nulla, Trichet fa quello che avrebbe anche potuto fare per “raffreddare” la crescita economica tedesca.
Ecco spiegata la sua DIPLOMAZIA negli ultimi interventi, dove faceva demagogia ma non dava spazio ad ipotesi di manovra di allentamento quantitativo:

“Ora più che mai, la dinamica delle valute dovrebbe riflettere i fondamentali delle economie di riferimento, i tassi dell’area euro sono adeguati e gli ultimi dati suggeriscono che l’economia rimane in ripresa, pur se moderata”,

Trichet sa benissimo che i fondamentali sono una cosa ed i mercati sono un’altra, ma detto in questo modo è chiaramente una tecnica per mascherare una frase del tipo “il mercato ha una chiave di lettura anomala e non veritiera. Ma a noi va bene così”.
Così facendo non ci sono interventi di QE, non deve quindi “fare la guerra” delle valute ma per forza si ritrova con una moneta, l’Euro, forte contro tutti. E fa il gioco della Germania.

Arriva il protezionismo?

Intanto negli USA la situazione diventa sempre più difficile tanto che addirittura si può parlare di nuovo protezionismo. Infatti la Camera dei Rappresentanti ha fatto passare una legge che impone delle tariffe sulle importazioni provenienti dalla Cina se lo Yuan non verrà apprezzato. Potrebbe essere un errore madornale il ritorno al protezionismo. Stephen Roach di Morgan Stanley parla di grave errore del Parlamento USA.

Molto contrariato anche Joseph Stigliz il quale non solo ritiene negativo il protezionismo, ma addirittura parla di Quantitative Easing inefficace, anzi, controproducente in quanto costerà ai contribuenti una cifra e limiterà la possibilità di intervento alla FED negli anni a venire. Meglio sarebbe stato intervenire sui consumi interni e sulla defiscalizzazioni.
E meglio sarebbe cercare un accordo comune (ricordate cosa scrivevo ieri? COOPERAZIONE), magari un nuovo accordo di svalutazione pilotata del Dollaro come venne fatto al Plaza nel 1985. Solo che oggi non è come allora. Le problematiche sono molteplici e la situazione dei bilanci pubblici è pessima.

La mappa della guerra valutaria (Source: Der Spiegel)

Ma se continua la svalutazione…dove va l’inflazione?

Un’ultima nota, the last but not the least.
Se i paesi core continuano a svalutare, costringeranno la massa degli investitori ad andare sulle valute forti. In primis sui mercati emergenti, i quali però già si sono detti infastiditi, vedi ad esempio il Brasile.
Domanda: questa massa di denaro che si sposterò sulle nuove economie consa comporterà? Importerà inflazione oltre che speculazione. La conseguenza sarà l’aumento dei tassi (per frenare appunto l’inflazione) che a sua volta stimolerà ulteriori spostamenti di denaro (carry trade).
Morale: rischio bolla.
Come vedete, il tema è veramente complesso e di difficile soluzione. Ci sono miriadi di incroci e di elementi che legati insieme, possono portarci agli scenari più vari.
Quindi, sono assolutamente d’accordo con quanto ha detto Federico Rampini in un suo recente articolo:

“Il ritorno di una speculazione scatenata, che le nuove regole della finanza non riescono a disciplinare, può significare che presto rivedremo un vecchio film: l’esplosione di una bolla. Che la prossima sia una bolla dei paesi emergenti nonne riduce la pericolosità, vista l’integrazione tra noi e loro. Il comunicato del Fmi si è chiuso con la promessa di «lavorare a una crescita globale più equilibrata». Quello che accade è l’esatto contrario.”



Se i signori che comandano non si mettono in testa di collaborare, salterà fuori un bel pastrocchio. E a pagare saremo proprio noi.

STAY TUNED!

DT

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Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg

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14 commenti Commenta
hironibiki
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 10:41

Dubito riusciranno mai a collaborare, troppi interessi personali legati all’economia locale. Ognuno guarda il suo giardino fregandosene del resto sino a quando tira e tira la corda si spezza e allora non servirà più rattoppare la nave, perchè avrà la prua inabissata e la poppa verso il cielo proprio come nell’atto finale del fil Titanic.
Io la vedo così 😕

Lukas
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 11:06

Eh si caro Dream…………con la guerra valutaria in corso sinora hanno atterrato solo il Giappone………mentre gli altri resistono alla grande…………dunque non resta che il QE 2.0………..con le sue note conseguenze in termini di inflazione………..A proposito del grafico dello Spiegel devo dire che manca il Giappone che ha una situazione in termini di avanzo commerciale simile alla Cina……..inoltre se si posta un grafico relativo all’altra componente della bilancia dei pagamenti……..ossia quella relativa al movimento dei capitali………si evidenzierebbe una situazione esattamente opposta a quella della bilancia commerciale………infatti finora gli avanzi commerciali derivanti dai rapporti Usa resto del mondo……..venivano reinvestiti dai diversi Paesi nuovamente negli Usa…..con l’acquisto soprattutto di bond sia governativi che corporate……che garantivano elevati rendimenti …e ciò ha consentito per un lungo periodo una certa stabilità dei cambi…….Oggi però con i tassi d’interesse Usa scesi a livelli infimi…..il giochino non è piu’ possibile……..d’altra parte il debitore ( USA ) è ormai insolvente……..e dunque tutte le banche centrali fanno ormai la corsa a convertire le loro riserve da asset in dollari in lingotti d’oro……..ormai i bond Usa li puo’ riacquistare solo la Fed con il QE 2.0…….inondando il mercato interno di dollari……….e riaccendendo inevitabilmente l’inflazione…..e forse anche l’ iperinflazione…….che brucerà gran parte del loro debito……..con buona pace del nostro amico Bergasim !!!

amensa
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 11:51

un particolare, che mi pare manchi nell’analisi, riguarda il possesso dei bond e necessità di rifinanziamento (ovvero durata futura di essi).
e mi spiego.
bond anche in notevole quantità posseduti all’interno del paese emettitore, non rappresentano un problema, per tutti tranne ch e, forse per la BCE, le cui emissioni devono rispondere a economie messe in modo molto diverso (come hai giustamente fatto notare).
inoltre, visto che il dollaro è moneta di riserva, fintantochè i possessori di bond esteri, che però accettino di rifinanziare o anche accettino conversione di tali asset in dollari, non creano eccessivi problemi, in quanto la fed, stamperà dollari, li distribuirà con una mano e li ritirerà con l’altra.
il problema verrà fuori in modo drammatico solo se i possessori di bond in scadenza non rifinanzieranno tale debito e convertiranno i dollari ricevuti in altre valute.
allora, e solo a questa condizione, il problema diventerà drammatico , con un ritorno in patria di capitali in dollari non intercettabili dalla FED, ma nemmeno dal sistema bancario.
inoltre si esaspererà la necessità da parte degli USA di valuta straniera ch enon saprà con cosa pagarla, visto che i dollari non saranno più bene accetti.
una bilancia commerciale già ampiamente negativa significa impossibilità di avere beni contro dollari.
ma il grave della situazione è ch eparte di questi beni sono americani prodotti in cina, india, ecc… la cui vendita genera utili in patria, ma se l’esportazione dai paesi produttori viene frenata dall’impossibilità di pagarli con valuta adeguata, anche i ricavi di chi ha delocalizzato crolleranno a picco.
ultimo fattore, sempre ignorato, è la politica fiscale.
si parla tanto di politiche monetarie, come se la ricchezza nei vari paesi fosse equamente distribuita, ma così non è affatto. la politica monetaria investe tutta la popolazione nello stesso modo, ma qui occorre ch eintervenga il fisco, a redistribuire i carichi, e in modo molto pesante, perchè , e parlo di USA , con un 17 e rotti % di disoccupazione totale, con 41 milioni di persone ch emangiano grazie agli Stamp food, non è nemmeno immaginabile spalmare sull’intera popolazione il carico delle politiche monetarie.
quand’è ch ecominceranno a rendersene conto ? dove sono le amministrazioni, che , con lo spauracchio delle elezioni, delegano tutta la politica economica solo alla banca centrale la quale ovviamente sta raschiando il fondo delle azioni ch eè in grado di mettere in pratica ?
e , come facevo notare nel post precedente, allora si dedica alla politica degli annunci, ch està diventando , ovviamente, sempre meno efficace e credibile.
come vedete materiale per allargare l’analisi ce n’è parecchio, tanto per avere un quadro sempre più completo possibile.

tikalmat
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 11:53

il protezionismo nei confronti della cina , può essere sbagliato, ma stiamo parlando di un paese che sfrutta la fora lavoro umana, producono tantissimo hanno una moneta che non vale manco una cicca, e esportano in tutto il mondo, la loro è concorrenza sleale.
il costo di un ora lavoro per loro è nullo….e l’operaio non sa manco cosa siano le vacanze.

guadagno sulle spalle di tutto il mondo…sarebbe ora che usa e europa si accordassero per fare i bastardi coi cinesi.

avete mai letto “cara cina” (se ricordo bene il titolo)? è un libretto di g. parise che narra come i cinesi , ovunque si siano insediati, hanno incrinato l’economia locale, vedi thailandia….

e questo è successo anni fa….
purtroppo nessuno è stato abbastanza lungimirante…o meglio tutti lo sapevano ma come al solito si sta alla finestra a vedere un po che succede.

non lo faranno con cattiveria, sarà il loro modo di essere, ma state certi che se i cinesi si pongono un obiettivo, lo raggiungono, sono testardi, e tutti possono dare consigli , ma se loro non vogliono ascoltare, non ascoltano….
conosco alcuni cinesi e non parlo a vuoto.
ti dcono si si.,,e poi fan quello che credono….son furbi….

stessa cosa china town a milano….zitti zitti si sono insediati e guarda che problemi.

e berlsuconi è contento che facciamo affari con loro….certo loro diventano ricchi e vogliono i prodotti italiani, il nostro mercato deve ringraziare i prodotti di lusso italiani….e non poco…ferrari lamborghini prada gucci bucellati…e via dicendo…..

gaolin
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 11:59

Articolo di grande impatto. La mappa riportata dice quasi tutto. Una cosa non mi torna. Il potere d’acquisto dei cinesi rispetto al PIL.
Per quanto posso constatare di persona non corrisponde al vero, a meno che non venga utilizzato il BIG MAC INDEX, o il costo della vita di Shanghai/Pechino, o che il paniere sia quello dei beni acquistati dai ricchi, oppure che la mappa sia stata elaborata dai cinesi.

Scritto il 12 Ottobre 2010 at 12:05

Buongiorno a tutti!
Purtroppo ho un bel po’ di casini sul lavoro e allora sono un po’ latitatnte.
Innanzitutto compliemti a tutti per i sempre ottimi commenti. Stiamo creando un salottto di discussione che secondo me non ha pari in Italia.
Un ben tornato a Gaolin, che oggi pomeriggio diventerà protagonista direttamente sul blog con un post che…vi chiarirà le idee su molte cose. Ottimo contributo, veramente super!
Ci sentiamo più tardi per sviluppare il discorso.

hironibiki
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 12:09

Sempre rimandendo in tema Cina.. Ieri sono andato in un negozio di musica e (dopo aver convinto mia moglie) ho comprato una chitarra da 330 eurozzi (con il regalo di matrimonio dei parenti). Leggendo questo uno potrebbe dire “e chissenefrega”, si però ora viene il bello..
330 senza custodia (perchè il commerciante mi ha detto che la custodia la danno in regali per importi superiori dai 700 in avanti), avvolta in una scatola di cartone e senza cinghia di sostegno (mi hanno però regalato 3 plettri da 50 centesimi l’uno).
Ebbene alla fine sono sempre 330 euro caccamo non mi sembra poco.. Ma vabbè, arrivo a casa felice come un cocomero sull’albero di frutta e cosa vedono i miei occhi??? MADE IN CHINA! NOOOOOO pure le chitarre!!!
Veramente tra poco sarà made in cina anche la pasta, il dentifricio, i farmaci da banco ecc..
A volte faccio veramente fatica a trovare prodotti italiani. E poi leggo sui giornali che ad agosto la ripresa è oltre il 9% meglio da 13 anni a questa parte..
Mah!!

bergasim
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 13:54

E si il debitore usa è propio insolvente, al contrario quello tedesco con rendimenti da fame ( pieno di cacca bancaria) e quello inglese altrettanto, poi quello spagnolo,irlandese, australiano( con la sua bolla immobiliare tutta da divenire), si che sono adempineti e garantiscono rendiemnti altissimi addirittura AAAA offresi, per poi non parlare dell’oro come il petrolio sale solo per la speculazione, le teorie dell’inflazione e iperinflazione sono tutte da verificare, e certo che nei prezzi, depurati dall’effetto commodities, non si vede certo inflazione in aumento, tantè che la fed nel verbale del 21 settembre si dice preoccupata e non poco per il perdurare dell’infllazione sotto i limiti di stabilità dei prezzi, quindi ribadisco finiamola di argomentare tesi sui se e sui ma, oggi il mercato dice deflazione accompaganto da un mega deleveraggio, forse domani dirà inflazione o iperinflazione, ma ad oggi non è così, poi con i se e con i ma possiamo anche andare su giove, finisco dicendo che se i prezzi oggi dicono inflazione, il rally dell’oro non dice inflazione in arrivo, ma al contrario PAURA PER IL PROSSIMO FUTURO ECONOMICO.

amensa
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 14:11

bergasim,

forse avrai anche ragione tu, specialmente di questi tempi in cui è la finanza a trainare i mercati, e non viceversa, ma prima o poi, almeno io ne sono convinto, i mercati dovranno tornare a far parte dei paesi, a differenza di oggi in cui i paesi appaiono delle appendici insignificanti dei mercati.
i mercati non creano ricchezza reale, la possono amplificare, ma non creare.
una mela che vale 0,1€ alla pianta, se lucidata, pesata, calibrata, trasportata, esposta, può essere alla fine venduta a 1€ il che significa che l’insieme della società ha decuplicato il suo valore aggiungendovi cose mano a mano che passava di mano, ma non dimentichiamo mai che senza la mela, tutti quelli che “aggiungono” qualcosa, poi muoiono di fame!
in effetti le sovrastrutture non aggiungono, ma applicano un moltiplicatore. se la base è 0 la puoi moltiplicare quanto vuoi, ma 0 rimane.

Scritto il 12 Ottobre 2010 at 14:42

bergasim,

In effetti l’oro è un punto interrogativo grosso come una casa e sono d’accordo con te sul fatto che oggi mancano certezze e l’oro è l’unica certezza.
Sul futouro economico, già sai cosa penso.
Cmq questo era l’ultimo post su questo tema.
Da domani si parlerà della nuova edizione del Grande Fratello… :mrgreen:
Scherzi a parte. Le variabili inflattive sono diverse e tutto ma proprio tutto può succedere. Però i problemi di fondo, comunque vada RESTANO.
Dico bene? tanto lo so che dico bene… 8)

bergasim
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 14:42

http://www.zerohedge.com/article/why-unemployment-risin

buona lettura per gli amanti dell’inflazione

Scritto il 12 Ottobre 2010 at 15:25

Non recentissima ma interessante…

http://graphics.thomsonreuters.com/AS/pdf/currency.pdf

Lukas
Scritto il 12 Ottobre 2010 at 19:49

Bergasim alla pagina da te indicata vien fuori questa scritta :

” The requested page could not be found. ”

Al che mi convinco sempre piu’ che l’inflazione è ormai dietro l’angolo !!!

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