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TURNING POINT: in sette mesi, mercati ancora in profondo rosso
Quando la mappa delle asset class diventa così evidente, diventa complicato poter trovare degli appigli a cui attaccarsi. Se poi si vede che a dominare la classifica dei “best performer” ci sono le commodity, si capisce il motivo per cui Jerome Powell continua a focalizzarsi sul tasso inflazione. By BofA.
A Jackson Hole, il buon Jerome Powell è stato quanto mai chiaro.
“Useremo vigorosamente tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per domare l’inflazione” (…) “Più l’inflazione resta alta più sarà un problema” (…) “Mentre i tassi di interesse più elevati, la crescita più lenta e le condizioni del mercato del lavoro più flessibili faranno scendere l’inflazione, ci sarà un impatto negativo anche sulle tasche delle famiglie e delle imprese. Questi sono gli sfortunati costi della riduzione dell’inflazione. Ma un fallimento nel ripristinare la stabilità dei prezzi sarebbe ancora peggio per l’economia”. (Source)
I presupposti del discorso di Powell non sono sicuramente i migliori. Utilizzo della politica monetaria per colpire duro il tasso inflazione accettando rallentamento economico, minori consumi e ricchezza per le famiglie e problematiche indirette anche sul mondo del mercato immobiliare.
Il risultato è stato evidente.
Il mercato ha fatto la sua scelta, è andato CONTRO a Powell e lo si capisce dal comportamento “tranquillo” del mondo bond. Ora la palla passa alla giornata di oggi e vediamo se la pressione del mercato aumenta. Non è che qualcuno fronte FED raffredda un po’ gli animi?
STAY TUNED!
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