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JACKSON HOLE: Yellen tra incudine (mercati) e martello (tasso)
Janet Yellen: il suo intervento di venerdì per molti è dato come fondamentale per capire come e se la FED alzerà il tasso di riferimento entro la fine del 2016.
Alla fine il tormentone dell’estate è di nuovo quello. Alzerà o non alzerà?
Purtroppo nessuno può saperlo, e a dire il vero non lo sa nemmeno Janet Yellen.
Nei suoi ultimi interventi, compreso il Minute FED pubblicato qualche giorno fa, il capo della FED è stato chiaro, dicendo che tutto dipenderà dal mercato.
Ora però si sta aprendo una questione.
(…) Janet Yellen parlerà venerdì, in un discorso nel quale potrebbe aprire a una stretta monetaria nei quattro mesi prima della fine del 2016. Questo perché le condizioni del mercato stanno migliorando e l’economia sta andando verso gli obiettivi prefissati dalla Fed. (…)
Eccolo qui il problema. Se uno guarda ai fondamentali, e se uno si rilegge i discorsi fatti dalla Yellen negli ultimi mesi, ci si accorge che la FED ormai si ritrova con quei livelli di crescita che si stavano aspettando proprio per dare il via alla manovra restrittiva.
(…) in un intervento all’Apsen Insitute, ad Aspen in Colorado, il numero due della Fed, Stanley Fischer, ha spianato la strada a Yellen. Fischer ha sostenuto che l’economia americana è molto vicina agli obiettivi stabiliti dalla banca centrale e che l’inflazione si trova vicino al target del 2%, elementi fondamentali per procedere con una nuova stretta. (…)
Quindi, per certi versi, non si può sapere con certezza se alzerà e di quanto alzerà a settembre ma il rischio di ritrovarci con l’aumento dei tassi entro fine 2016 si fa sempre più concreto.
(…) Ma sempre parlando di futuro i governatori della Fed a Jackson Hole parleranno anche di come affrontare una eventuale nuova recessione. Il timore è che la banca centrale non abbia ancora gli strumenti necessari per affrontare e superare una crisi e che una revisione è necessaria più che mai in questo momento. (…) (Source)
La recessione USA e il rapporto tra popolazione ed occupati
Questa poi sembra veramente, mentre invece rappresenta la normale logica della FED se visto nel modo giusto. Come è possibile che si parli di alzare i tassi perché l’economia tira, mentre poi si dovrebbe discutere di una nuova recessione?
In realtà questo giochino fa parte delle logiche “della carota e del bastone”. Da una parte dico al mercato che potrei alzare i tassi ma dall’altra lo tranquillizzo dicendogli che sto mettendo in piedi una rete protettiva contro una possibile nuova recessione.
Se poi devo essere sincero, il grande e vero problema che deve superare la Yellen è poi un altro. Si chiama CREDIBILITA’.
Lei sa benissimo che la macroeconomia le consentirebbe, oggi, si alzare i tassi di interesse. Ma allo stesso tempo lei è cosciente del fatto che questa crescita rischia di sfaldarsi come neve al sole.
Morale: se non alza, la Yellen e la FED perdono di credibilità, in quanto non fanno quello che dicono. Ma se alza, sa bene che il mercato la boccerebbe sonoramente. E allora che fare? Si prova a far digerire un possibile ed eventuale rialzo come una panacea per tutelare i mercati e l’economia dalla speculazione e per montare, come detto prima, una rete protettiva contro una possibile futura recessione.
Intanto però, come sempre si tasta il polso del mercato, senza dare dei target temporali, e quindi rendendo tutto molto relativo.
Ma l’obiettivo, come già detto, è cercare di alzare questi tassi. Mercati finanziari permettendo. Perché non dimentichiamo mai che la FED è schiava dei mercati.
Un’ultima CHICCA agostiana. Perchè parlare di recessione quando tutto va bene?
Forse i signori della FED hanno visto questo grafico ed hanno capito che quando si raggiunge un picco di mercato in ambito di ciclo economico….
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Alzare i tassi prima delle elezioni presidenziali di novembre ?…..Non credo proprio !!! Troppi rischi….rischierebbe di fare un bel favore a Trump…..e non penso che ciò sia nelle Sue intenzioni…..anzi tutt’altro.
Quando si iniziano ad alzare i tassi, a parte eventi geopolitici gravi (tipo Brexit) dopo si continua ad alzare… proprio per tale credibilità, oltre ad incrementare gli strumenti a disposizione nel caso di futura recessione.
Il quando (vengono alzati) diventerà sempre più relativo… man mano che gli aumenti si susseguiranno.
Aggiungo che recentemente è uscito proprio un documento interessante con il titolo molto pertinente al post:
“Gauging the Ability of the FOMC to Respond to Future Recessions”
http://www.federalreserve.gov/econresdata/feds/2016/files/2016068pap.pdf
P.S.
Quindi caro Lukas… devono alzare… indipendentemente dalle elezioni. Probabile che effettivamente lo facciano dopo… ma non mi meraviglierei se lo fanno anche prima… data la fragilità europea (meglio anticipare…). La correzione conseguente sui mercati USA sarebbe più che salutare… in ottica dei rialzi successivi (sia di tassi che di mercato azionario).
Magari non c’azzecca, comunque intanto…