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TRADITIONAL PORTFOLIO: cosa ci dice la storia
Se proviamo a guardarci indietro, spesso abbiamo la possibilità di vedere cose che viviamo oggi e provare a ragionare su cosa è successo dopo. E capire se anche oggi possiamo aspettarci simili comportamenti.
Il portafoglio classico composto da 60% bond e 40% equity ha avuto nella storia diversi episodi in cui ha avuto performance negative. Per carità, MAI come in questo 2022, ma in diversi anni il mercato obbligazionario e il mercato azionario hanno collezionato performance negative, contribuendo in modo decisivo a portare il portfolio in negativo. Ma guardate l’anno successivo.
Abbiamo sempre vissuto delle riprese che sono durate spesso diversi anni. Tranne che in un episodio che vi ho segnalato nel riquadro. Parliamo del periodo 2000, bolla del NASDAQ e tutto quello che poi ha comportato. Ovviamente in questo caso a bolla non è sulla tecnologia ma possiamo dire che si tratta della bolla della liquidità.
La cosa preoccupante è che nella realtà le banche centrali non sono mai intervenute seriamente con un QT (quantitative tightening). E credo non interverranno a meno di drastiche situazioni che potrebbero capitare altrimenti per i mercati sarebbero seri seri problemi.
Ciò che ha pesato di più nel 2022, è stata sicuramente la mancanza di protezione dei titoli di stato. E voi sapete bene che il bond per l’investitore medio, rappresenta sempre “protezione” anche se proprio in questo 2022 è stato sinonimo invece di “perdite” proprio come l’azionario. Chiaramente il contesto macroeconomico e la spavalda politica monetaria hanno portato a questa situazione.
DOMANDA: se oggi la correlazione è positiva (ovvero mercato unidirezionale), quando potrà tornare negativa? Ovvero quando i bond saranno nuovamente “safe haven” quando le borse scenderanno?
La risposta è ovvia: tutto dipende da crescita e soprattutto inflazione. Infatti finché avremo un’inflazione così elevata e tonica, azioni e titoli di stato continueranno a muoversi insieme. Quando il mercato si normalizzerà, lo scenario potrebbe cambiare. In parole povere, è necessario che il tasso inflazione rientri in una situazione quantomeno normale e che per le banche centrali sia dichiarata “sotto controllo“, altrimenti per il mondo bond continuerà questo scenario anomalo ma coerente in un quadro dove sembra che la situazione sia scappata di mano da chi, per anni, ha più volte fatto percepire che era tutto sotto controllo. Parlo della politica monetaria e delle banche centrali.
STAY TUNED!
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