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ONE YEAR AFTER

Scritto il alle 14:18 da Danilo DT

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Marzo 2009. Giorno 9.

Nel giorno del demoniaco 666 dello Spoore, in molti vedevano vicina la fine del mondo finanziario, la morte del sistema bancario, e magari il ritorno ad un’economia meno spavalda , aggressiva e speculativa, senza escludere delle vere e proprie rivoluzioni di tipo politico ed economico.

Marzo 2010. Giorno 9.

Resa dei conti. Tutto quanto detto sopra non è avvenuto.
Ancora oggi ricordo con estrema chiarezza i discorsi fatti in quelle buie giornate: e ricordo altrettanto bene (alla faccia di chi mi considera non realista ma pessimista) che in molti temevano la morte delle banche. E il sottoscritto che invece sottolienava che le banche non sarebbero morte, che soprattutto il mondo non sarebbe finito e l’interventismo dello Stato avrebbe sostenuto in modo deciso la crisi che poteva essere definita la crisi del secolo.
A testimonianza di quanto dico, basta andarsi a riprendere gli articoli di quel periodo.
CLICCATE QUI  e…buon ripasso…

 

Grafico MSCI World

msci-world-grafico-2010

Ed ecco qui il grafico che meglio testimonia quanto è successo. E lo fa secondo me in modo veramente ideale.
Innanzitutto una curiosità. L’indice globale dei mercati, l’MSCI World, ci sorprende con un dato: la trendline ribassista di lungo NON è ancora stata violata. Ed oggi siamo appoggiati in modo perfetto ad un livello importantissimo, composto dal mix di:

a) trendline ribassista
b) 50% Fibonacci

Come potete vedere, le due DMA® sono ancora positive e quindi è assolutamente prematuro fare delle valutazioni negative di medio periodo, ma lo Stocastico weekly al momento è negativo.
A parte queste considerazioni, potete vedere che il mercato, oggi, è a +74, 35% rispetto ai minimi del 2009, dopo aver addirittura toccato il +80.71% (su base annua oltre il 100%) a gennaio.
Certo è che la domanda sorge quantomai spontanea (alla Antonio Lubrano).
Ma oggi il mercato è valutato correttamente?

 

Ma la macroeconomia preoccupa…

Di questi argomenti ne parliamo molto spesso, ma ritengo interessante e valido fare un piccolo riassunto della situazione.
In linea di massima in questi mesi abbiamo assistito al cosiddetto”passaggio del testimone” del debito. Gli Stati si sono accollati con il quantitative easing il debito privato delle banche. Quindi qui un primo importante punto

a) debito pubblico

gross-federal-debt

Il debito non si è distrutto, non è stato cancellato, ma è stato SPOSTATO. Se prima era sul groppone di banche senza scrupoli ormai molto simili a veri e propri hedge funds, ora ce lo ritroviamo tutti noi consumatori sulle spalle (per carità , qui in Italia molto meno, negli USA invece, o in UK la situazione è molto diversa).
Quindi il primo dato da tenere sempre in considerazione è il seguente: il debito pubblico soffoca e soffocherà la ripresa economica, rendendola apatica e piatta per lungo tempo.

 

b) Sommersi da tasso disoccupazione e deficit

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La tabella qui sopra vi spiega molto rapidamente qual è lo stato attuale del’economia. Come potete vedere in ogni dove (molto meno nei mercati emergenti) si registrano deficit di bilancio e tasso disoccupazione alle stelle. Ma come è possibile allora parlare di vera e sana ripresa quando la gente è senza lavoro e la situazione dei bilanci statali è critica? La coperta è molto corta e i miracoli non si possono fare all’infinito.

 

c) Delinquency rate alle stelle

usa-leading-indicator

Ma attenzione: la gente ha perso il lavoro, ha finito i soldi e i tassi di insolvenza (delinquency rate) sono elevatissimi. Il grafico qui sopra secondo me spiega molte cose.
Come vedete la disoccupazione e il delinquency rate (Giallo e Arancio) vanno di pari passo. Ma come è possibile che in questo scenario sia salita l’inflazione e il PIL? Banalizzando all’ennesima potenza, possiamo affermare che l’economia è stata violentemente stimolata e drogata dal sostegno pubblico.
Ma questo sostegno pubblico non può durare all’infinito.

 

d) Credito al consumo bassissimo

credito-consumo

E se a finanziare Mr. Smith, quando era in crisi di liquidità, ci pensavano le banche, beh, oggi non è più così. Le banche hanno chiuso i rubinetti (la gente non chiede più prestiti) e quindi mancano fisicamente i soldi.

 

Conclusioni: 10 buoni motivi che preoccupano

 

Risulta dunque evidente che il motore numero uno a livello globale della crescita economica, ovvero Mr. Smith ha il fiato corto, in quanto ha finito al benzina. Benzina che veniva data soprattutto dal sistema economico grazie all’interventismo statale.
Ma attenzione… non è finita qui…

1) debito pubblico lievitato
2) tasso disoccupazione elevatissimo
3) bassi risparmi
4) credit crunch delle banche
5) delinquency rate alle stelle
6) immobiliare che non dà veri segni di ripresa
7) mercato dei derivati addirittura peggiorato nell’esposizione al rischio
8 ) leverage bancario (soprattutto in Europa) ancora motlo preoccupante
9) politica monetaria ormai “esaurita” (freni per ulteriore quantitative easing e voglia di exit strategy che però in queste condizioni è impossibile)
10) lo spettro dei CMBS e dei mutui Option ARMs che aleggia nell’aria

Questi sono 10 motivi che mi inducono a pensare che, ad un anno dai minimi, ci sono ancora tanti punti interrogativi e tanti problemi da risolvere. Ce ne sono molti altri, ma al momento ho preferito fermarmi qui.

 

La morale è sempre quella…

 

E la morale già la conoscete. Inutile farci delle illusioni. Il mercato oggi è drogato e pilotato. Sfruttiamo le tendenze e seguiamo il mercati senza inventarci nulla. Ma siamo sempre pienamente consapevoli che la realtà è, purtroppo , diversa da come ci viene descritta.
I dati sopra descritti mi sembrano sufficientemente espliciti.
E con questo però, ci tengo a sottolinearvi che io non vendo verità assolute ma ipotesi. E sarebbe certamente interessnte intavolare una discussione (possibilmente civile e democratica, e soprattutto costruttiva) con i lettori, sia con chi la vede in questi termini e sia con chi, invece, ha una visione più positiva, pregando questi ultimi di giustificare le proprie opinioni.

E’ passato un anno dai minimi, ma la crisi non è finita.
E come sempre in futuro, avremo modo di aggiornarci sull’evoluzione della situazione.

STAY TUNED!

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