Intermarket analysis e ciclo economico

Scritto il alle 14:30 da Danilo DT

intermarket-analysis

Questo blog è nato tanti anni fa, se non sbaglio nel 2002, sulla piattaforma Blogspot con un obiettivo: cercare di analizzare e prevedere i mercati finanziari applicando l’analisi intermarket. Poi le cose sono un po’ cambiate. Intermarket è diventato Intermarketandmore nel momento della migrazioni in InvestireOggi, in quanto ormai la pelle del sito era cambiata, diventando appunto un blog di finanza democratica a 360 gradi, come spesso mi piace definirlo. Però l’impronta Intermarket continua ad essere sempre forte e decisa.

E proprio di analisi intermarket voglio parlarvi oggi, cercando di rispondere a questa domanda: l’analisi intermaket classica (mi riferisco al modello di Murphy) può aiutarci a capire come si comporteranno i mercati finanziari nei prossimi mesi? Oppure le caratteristiche dell’economia odierno non forniscono validi metri di paragone con quanto visto in passato?

Analisi intermarket secondo il modello di Murphy

Come potete vedere dal grafico qui sotto postato, prelevato direttamente dal libro “Intermarket Analysis” di John J. Murphy , secondo la teoria classica di Murphy oggi ci dovremmo trovare nella fase 3, ovvero in quella di piena espansione economica.
Questa analisi diventa quantomai interessante se rapportata ai giorni nostri, come mezzo di previsione per il futuro. Infatti la fase 3 è in assoluto una delle migliori per gli investimenti con una rischiosità elevata. Infatti sia l’azionario che le materie prime restano in fase decisamente toro, spinte dalla forte crescita economica.

intermarket-murphy

Ma noi possiamo raffrontare il modello di Murphy con la realtà economica odierna?

In linea teorica assolutamente si, a una condizione: che questa crescita economica sia realmente forte e continuativa.
Infatti:

1- la fase uno è ampiamente superata. I bond hanno acquisito tutto il valore possibile ed immaginabile grazie alla politica del tasso zero
2- il quantitative easing e gli aiuti pubblici hanno dato linfa vitale all’economia e, grazie a queste iniezioni di liquidità, non solo si è salvato il sistema finanziario globale, ma si è buttata benzina sul fuoco sui mercati finanziari: risultato quantomai sotto gli occhi di tutti. Borse in violenta ripresa e materie prime forti. In particolar modo, in merito all’azionario, possiamo dire che l’origine della fase 2 è localizzabile nel mese di marzo 2009, quando lo S&P 500, dopo aver sfiorato la diabolica quota di 666, ha intrapreso un rally che nella storia verrà segnalato nel libro dei Guiness dei Primati.
3- …e ora siamo quindi nella fase 3: piena espansione economica, tassi bassi e borse toniche.
4- La cosa interessante è vedere cosa succede nella fase 4. Il ciclo economico continua ad essere forte, e l’azionario con le commodity hanno ancora spazio di salita. E coerentemente con quanto potrebbe accadere, i tassi, arrivati ai minimi, accennano di nuova ad una risalita, causa ritorno dell’inflazione. Ma l’aumento all’inizio sarebbe assolutamente non pericoloso per l’equity, in quanto sarebbe la cosiddetta “inflazione buona”. Però tutto questo comporterebbe un ribasso dell’obbligazionario.
5- La fase 5 che ne conseguirebbe, sarebbe legata poi allo storno violento dell’equity
6- E successivamente i dollaro potrebbe rivalutarsi ferocemente e, in un secondo tempo , l’oro perdere valore.

Fino al punto 3 è realtà. Ma poi è tutta teoria.

Dalla teoria alla pratica

Certo, il grafico ci porta speranza ed ottimismo, quantomeno sulla tenuta del settore azionario.

Ma sarà veramente così?

Ovviamente lo scopriremo solo a cose compiute. Non è possibile fare a tavolino delle previsioni totalmente precise, proprio perché questa crisi ha cambiato , e di molto, il tessuto macroeconomico, rivoluzionando correlazioni, solidità nazionali (debito pubblico ai massimi ovunque!) e quant’altro. Senza poi dimenticare che, la crisi (secondo il sottoscritto) non è assolutamente terminata. E quindi, c’è il forte rischio che oggi la fase 3 non rispecchi la realtà dei fatti, proprio perché il mercato è stato tremendamente drogato dall’intervento pubblico.

Come sarebbero andate le cose se non ci fosse stato un così massiccio intervento dei governi? A che punto saremmo oggi?

Probabilmente, se non si fosse intervenuto con il quantitative easing e con le iniezioni di liquidità, il mondo oggi sarebbe profondamente diverso. Però l’economia avrebbe fatto il suo “naturale corso “ e il quadro intermarket disegnato da Murphy molto probabilmente avrebbe ancora mantenuto al sua logica valenza.

La cartina tornasole: l’inflazione

Ma come fare quindi a monitorare il mercato e capire , a livello di fasi, come ci stiamo muovendo? Molto spesso parlo di tasso disoccupazione. Per carità, il tasso disoccupazione resta e resterà uno dei punti saldi per capire l’effettiva valenza della ripresa economica. Ma c’è , secondo me, un altra considerazione. Guardando la tabella prima proposta, notate che l’elemento che “cambia” lo scenario è ancora una volta (dico così perché nell’intermarket i tassi rappresentano una chiave di lettura fondamentale) la bestia grama di cui tutti parlano: l’inflazione.
Infatti , se ci sarà la ripartenza dell’inflazione, i tassi saliranno.
E se l’inflazione salirà , potrà essere resa operativa la cosiddetta exit strategy, che come obiettivo ha proprio quello di drenare liquidità. S epoi l’infalzione continuerà a salire, allora le banche centrali interverranno sui tassi in modo ufficiale. Sarà il segnale che è VERA crescita economica. E a quel punto l’iter di Murphy verrà mantenuto.

Problema: risulta però che non si possa parlare di exit strategy oggi, bensi… ancora di quantitative easing.

Infatti , come scritto più volte, è molto probabile la necessità dell’intervento dei governi ancora a sostegno dell’economia.
Ma di questo e di altro ne parleremo nei prossimi articoli, anche perché tutto questo fa parte dell’attualità.
Quanto invece, secondo me, resta da tenere in considerazione, è il fatto che l’inflazione, e la curva dei tassi, dovrà sempre essere tenuta ben in considerazione. Sono elementi che potrebbero dirci molte più cose di quanto invece ci viene politicamente e criminalmente comunicato ogni giorno dai dati macroeconomici che, spesso e volentieri, rispecchiano l’esatto contrario della verità, tanto che più di una volta abbiamo avuto modo di vedere (vero mattacchiuz?) che ci si riduce al “Copia & Incolla”.

Vergogna.

grafico-spx-intermarket-ciclo-economico

Intanto però, tanto per rimanere in tema di Outlook 2010, vi posto quello che, secondo me, potrebbe succedere nel 2010 a livello borsistico. Tutto esageratamente ipotetico. Il messaggio però che voglio dare è il seguente: il rally proseguirà, come ho già detto, fino a quando ci sarà il sostegno delle trimestrali, degli utili aziendali e del denaro pubblico. Poi pian piano il mercato si renderà conto dei nuovi scenari e …mi aspetto una bella correzione. Le trimestrali di aprile giugno dovrebbero farei il resto. Successivamente un rimbalzo ci poterbbe stare, ma dimentichiamoci livelli di borsa superiori agli attuali per fine anno. A meno che la bolla diventi più pericolosa di una bomba atomica, oppure a condizione che l’economia realmente sia in fase di forte ripresa, ma noi, grazie appunto alle “cartine tornasole” ce ne saremo già reso conto prima.

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