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FOMC e TASSI USA: sicuri che ci sia il “nulla di fatto”?
Quasi in sordina, oggi è il giorno di una nuova riunione del FOMC. In sordina perché l’attenzione degli operatori è concentrata altrove e non certo su quella che è data come una decisione più che scontata.
Quindi che aspettarsi? Tassi (ovviamente) invariati ma con un appunto sul quadro macroeconomico che è visto in miglioramento. Ebbene si, avete letto giusto. Malgrado questo però, mi aspetto sempre molta cautela nelle parole della Yellen, vista l’incertezza non tanto a livello USA ma soprattutto a livello Europeo, con la Brexit che i mercati quasi hanno dimenticato, e la crisi del settore bancario, che troverà delle maggiori risposte (molto politiche) nei risultati degli stress test di fine settimana (per chi non lo sapesse, gli stress test verranno comunicati al mercato venerdi sera alle ore 22).
Ma attenzione, se questo è quanto possiamo aspettarci dal FOMC, c’è un di più che potrebbe nuovamente affiorare. Se conosciamo bene i nostri polli (sarebbe meglio dire “galline” visto che parliamo della Yellen e del suo pollaio), nel gioco del “tira e molla” tornerà fuori il discorso “aumento dei tassi di interesse”.
Mi aspetto quindi che la buona Janet se ne esca con una frase del tipo:
“…permane l’incertezza a livello globale, ma se le condizioni economiche e finanziarie non solo a livello USA resteranno stabili nei prossimi mesi (quindi se ci sarà la calma apparente sui mercati finanziari, ndr), i dati macroeconomici dovrebbero poter convalidare la tesi di una prosecuzione del percorso di rialzo graduale dei tassi di interesse”.
Ci saranno condizionali ovunque, e non potrà essere che così, sia perché è lo stile della Yellen e sia perché ben poche sono le certezze che ci guidano, ma la possibilità di nuovi rialzi dei tassi non si può certo escludere.
Ma quando?
Se non capita nulla, secondo molti il primo rialzo avverrà a settembre. Ma sarà necessaria la calma sui mercati e soprattutto non ci dovranno essere impatti negativi per eventuali discorsi propedeutici in questa direzione.
Quindi, in conclusione, a luglio tassi fermi, ma vista la congiuntura economica nuovamente positiva, si cercherà di annunciare velatamente la possibilità di futuri prossimi rialzi. Ripeto, annunci molto velati, in modo tale da tastare il polso dei mercati. E poi, tanto si vedrà. Intanto il CESI vi illustra perché vi parlo di un quadro economico migliore delle attese.
GRAFICO CESI USA
Se poi però andiamo a vedere il mercato cosa ne pensa, ad oggi, prima del FOMC, scopriamo che solo il 26.4% degli operatori si aspettano un rialzo a settembre (e quasi tutti si aspettano un nulla di fatto a luglio).
Quindi, SE veramente la Yellen se ne uscirà con questo discorso, qualche movimento a livello di mercato non si può certo escludere.
Ma attenzione, questa è la mia view previsionale e potrebbe essere non corretta. Come potrebbe essere non corretto il fatto che solo a marzo 2017 la maggioranza degli operatori (55.9%) vede il primo rialzo dei tassi di interesse.
Il mercato è bello anche per questo, e provare ad esporsi nasconde dei rischi, ma almeno si evita di continuare a parlare del sesso degli angeli e si cerca di essere costruttivi, non credete?
A quando il prossimo rialzo dei tassi FED?
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STAY TUNED!
prima delle elezioni presidenziali non sono mai stati fatti aumenti dei tassi perciò a settembre ci sarà il nulla di fatto se mai avverà l’aumento ed io ci credo poco sarà non prima di dicembre