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La doppia faccia della ripresa che potrebbe diventare BIG
In un primo trimestre del 2025 caratterizzato da segnali contrastanti, i mercati mostrano interessanti indicatori di stabilizzazione dopo le recenti turbolenze. Leggendo qua e là scopro cose che non mi sarei aspettato. Come che la settimana appena conclusa ha visto il maggior afflusso di capitali nei fondi azionari globali e statunitensi dell’intero 2025. Ad esempio, l’Investment Company Institute (ICI) ha riportato che, per la settimana terminata il 12 marzo 2025, i fondi comuni a lungo termine e gli ETF hanno visto afflussi netti copiosi, con gli ETF che hanno attratto capitali significativi (ICI Flows) << CLICK HERE. Quindi sia ben chiaro che le vendite non sono state domestiche ma chi ha liquidato Wall Street era oltrefrontiera.
È particolarmente rilevante come, per ogni 100 dollari di afflussi nei fondi azionari USA dalle elezioni, meno di 1 dollaro sia defluito nelle settimane recenti. Un chiaro segnale di fiducia, nonostante la vendita di titoli americani da parte degli investitori stranieri, che avevano comunque accumulato una posizione impressionante di 16 trilioni di dollari.
Niente panico quindi. Come ha efficacemente sintetizzato un analista: “I rendimenti dei Treasury a 2 anni (qui si parla di BOND) si sono mossi come se la Fed fosse accomodante, ma il dollaro ha reagito come se fosse restrittiva. Un comportamento dei prezzi che suggerisce agli investitori di rimanere prudentemente a bordo campo.” Secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, i detentori stranieri di titoli statunitensi hanno recentemente ridotto le loro posizioni, il che potrebbe influenzare i prezzi delle azioni statunitensi, specialmente se il trend continua (Treasury Data).
E’ un ritorno alla qualità e questo grafico lo testimonia.
Cinque anni dopo il minimo COVID
Questa settimana segna il quinto anniversario del minimo S&P 500 a quota 2222 durante la crisi COVID. Un quinquennio che ha visto il PIL nominale statunitense impennarsi del 50%, alimentato da un aumento del 65% della spesa pubblica USA. Ma questo lo sappiamo benissimo. Il Bureau of Economic Analysis (BEA) evidenzia (se c’è nera bisogno) il ruolo cruciale della spesa pubblica in questa crescita, anche se la sostenibilità è incerta, con il debito nazionale che raggiunge nuovi massimi (BEA GDP). C’è sempre un rovescio della medaglia.
Ma proprio dopo l’anniversario post COVID occorre fare un distinguo.
Le politiche fiscali sembrano divergere: Cina, Giappone ed Europa potrebbero vedere stimoli inflazionistici, mentre negli Stati Uniti si prevede una politica più restrittiva per gestire il debito. Ad esempio, il ministro delle finanze cinese ha segnalato spazio per una politica fiscale più proattiva nel 2025, aumentando il deficit e emettendo obbligazioni speciali. Il Giappone ha approvato un bilancio record per il FY2025, mentre negli Stati Uniti, il Government Accountability Office (GAO) avverte di livelli di debito insostenibili, suggerendo opportunità in titoli di Stato statunitensi, azioni internazionali e oro (GAO Fiscal Future).
Il consumatore americano verso tempi difficili
Un altro motivo per mantenere cautela sulle azioni statunitensi è che il “dolore” per il consumatore USA sta appena iniziando. E voi tutti sapete quanto è importante il consumatore nelle dinamiche globali, vero?
Gran parte della spesa straordinaria dei consumatori negli ultimi anni è stata sostenuta dai consistenti guadagni azionari: nell’era post-COVID, la ricchezza azionaria delle famiglie è aumentata di 9 trilioni di dollari nel solo 2024, raggiungendo 56 trilioni. Tuttavia, basandosi sui dati dei clienti private, si stima che tale ricchezza potrebbe diminuire di 3 trilioni nel primo trimestre 2025.
Nel frattempo, le politiche fiscali, monetarie e commerciali statunitensi sono attualmente tutte restrittive, non espansive, il che suggerisce che la curva dei rendimenti USA potrebbe invertirsi nuovamente.
Ma fateci caso. Per ora i più grandi catalizzatori dei prezzi degli asset nel primo trimestre sono stati DeepSeek e DOGE, non le tariffe. Il fatto che le azioni di Cina e Germania siano in rialzo del 20% dalle elezioni USA, accompagnato da massicci afflussi verso i titoli azionari internazionali, suggerisce che nessuno creda realmente che una guerra commerciale possa portare a una recessione o a un mercato orso.
QUINDI…
È fondamentale comprendere che stiamo assistendo a un ribilanciamento globale delle forze economiche. Mentre gli USA potrebbero entrare in una fase di rallentamento controllato, altre economie come quella europea e asiatica potrebbero beneficiare di politiche fiscali espansive, creando interessanti opportunità di investimento.
Gli investitori più accorti stanno diversificando i propri portafogli, riducendo l’esposizione ai settori più vulnerabili alle tensioni commerciali e aumentando le allocazioni in asset tradizionalmente difensivi come oro e Treasury a lungo termine.
It’s time to become…. BIG?
La scommessa per molti si sta chiamando BIG. Ma come sempre le scommesse non sempre si vincono sia ben chiaro. La domanda sorge spontanea.
BIG? E che significa?
Il “terzetto BIG”: Bond (Treasury USA ma occhio all’USD), International stocks (azioni internazionali) e Gold coperto (oro, con il dollaro in fase ribassista).
STAY TUNED!