INTERMARKET: High Yield e Azionario a confronto

Scritto il alle 09:30 da Danilo DT

Quali sono gli importanti segnali operativi che ci fornisce questo tipo di analisi? E i titoli High Yield possono fungere da leading indicator?

Non sto qui a catechizzarvi sul trend dello SP 500 e su cosa fa la politica monetaria. Già sapete tutto sull’argomento.
Però voglio portare alla vostra attenzione un importante analisi (secondo il mio punto di vista) che merita di essere presa in considerazione in questo momento di mercato.

Come ben sapete, a parte l’azionario, un’ altra tipologia di asset class che ha performato molto bene negli ultimi mesi è quella dei titoli obbligazionari high yield. Obbligazioni societarie che hanno un profilo di rischio maggiormente aggressivo con rating al di sotto dell’investment grade.

Come vedete da questo primo grafico, ormai lo spread, o il premio, tra i bond US High Yield e il Treasury USA si è molto assottigliato. Non siamo ancora arrivati ai livelli del 2007 (do you remember …Lehman Brothers default?) ma poco ci manca. Quindi il mercato ha una percezione del rischio finanziario su queste asset class ormai risibile.

Troppo entusiasmo? Direi proprio di si. Bisogna scappare e vendere subito? Direi di no. Ma è importante sapere cosa può accadere.

E qui bisogna fare una importante premessa. I titoli High Yield sono sempre super performanti all’inizio della ripartenza del ciclo economico. Quando il ciclo sta per esaurirsi, ecco che allora i titoli High Yield perdono forza e si stabilizzano per poi correggere.
Inoltre, visti in ambito INTERMARKET, non dimenticate mai che gli High Yield possono essere anche un ottimo “indicatore anticipatore” (leading indicator) proprio per l’analisi dei cicli di borsa . Morale: l’appiattimento prima e la correzione del segmento high yield non è MAI di buon auspicio per l’equity.

Grafico High Yield vs SP500

Questo grafico merita secondo me un po’ di considerazione. Anche se lo Spoore continua la sua corsa, l’indice US high Yield sta tendeondo ad appiattirsi. E’ un segnale che di per se non ci dice NULLA nel breve ma ci avverte. Se il trend degli High Yield non riprende a salire, saranno guai per l’equity. Nel frattempo, quantomeno, meglio diminuire le duration di portafoglio sul settore HY non sarebbe male, anche se la nuova donna alla guida della FED, Janet Yellen, è abbastanza rassicurante… valutate voi…

“Janet Yellen indicated she’ll press on with the Federal Reserve’s unprecedented monetary stimulus until she sees a robust recovery, downplaying risks the policy is inflating asset bubbles. “I don’t see evidence at this point, in major sectors of asset prices, misalignments,” she said yesterday during her confirmation hearing to be the next Fed chairman. “Although there is limited evidence of reach for yield, we don’t see a broad buildup in leverage, where the development of risks that I think at this stage poses a risk to financial stability.”

[…]

Yellen, 67, responded that many of those purchases are occurring in the hardest-hit housing markets such as Las Vegas and Phoenix where prices had collapsed. She said “we have to watch this very carefully, but I don’t see that as an asset bubble. I see that as a very logical response of the market to generate a recovery in very hard-hit areas.”

[…]

Asked yesterday about stock prices, Yellen said she doesn’t see “bubble-like conditions. Stock prices have risen pretty robustly but if you look at traditional measures,” such as price-earnings ratios, “you would not see stock prices in territory that suggests bubble-like conditions,” she said. (Source)

DON’T WORRY…BE (YELLEN) HAPPY !

STAY TUNED!

Danilo DT

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4 commenti Commenta
jesselivermore
Scritto il 19 Novembre 2013 at 10:40

ciao DT,

PUOI MOSTRARE ANCHE LO S&P 500 nello stesso grafico confrontato con lo spread tra i titoli high yield e investment grade?

Questo confronto che hai mostrato è importantissimo…l’equity che continua a salire senza conferma del restringimento di questo spread la dice lunga su quello che bolle in pentola

bergasim
Scritto il 19 Novembre 2013 at 12:01

jesselivermore@finanza,

La pentola bolle ma è vuota

ihavenodream
Scritto il 19 Novembre 2013 at 16:21

Nel 1995, si vede dal grafico che hai postato, lo spread tra high yield e teasury era piu’ piccolo di adesso, eppure non è succesoo nulla, anzi il mercato azionario sali’ prepotentemente…nel 1997 era arrivato a livelli simili a quelli del 2007 eppure, a differenza del 2007, nel 1997 parti’ un bull market azionario tra i piu’ forti della storia, fu solo nel 2000 che arrivo’ la correzione, quando lo spread aveva raggiunto ormai livelli alti…nel 2007 le cose andarono diversamente…quindi, ti assicuro che non è una domanda polemica, quale sarebbe l’indicazione da prendere per buona? se abbiamo uno storico formato da 2 soli eventi in cui si sono avute due fenomenologie diametralmente opposte come si fa a fare strategie? Poi stiamo tacendo ovviamente il fatto che comunque sia nel 2000 che nel 2007 non eravamo a tassi zero e i T-Bond erano notevolmente piu’ economici di adesso…se proprio dobbiamo prendere per uona un’indicazione è che quando i tassi sono a zero, sono prossimi allo zero anche i rischi di correzione sull’azionario (questo per ovvi motivi, ovvi per voi addetti ai lavori dico), quando il costo del denaro aumenta i rischi di correzioni sull’equity aumentano, anche se il momento giusto in cui vendere o shortare non è definibile a priori…qual’è infatti il tasso “critico”? il 3%, il 5% o il 10%? fino ai primi anni ’80 i tassi in Usa erano altissimi eppure il mercato azionario saliva e scendeva in maniera indipendente da questo…che dire se queste qui sono le argomentazioni dei trader, buy and hold tutta la vita…

Scritto il 19 Novembre 2013 at 16:53

jesselivermore@finanza,

Intendi dove c’è la linea verde?

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