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WALL STREET: le mani forti al momento non si dimostrano preoccupate
Cambia poco il quadro di fondo, la macroeconomia si logora ed i rischi di recessione restano sempre realistici. Ma se andiamo a lettere il CFTC notiamo uno scenario che non risulta particolarmente preoccupante. (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato un andamento apparentemente interlocutorio, che conferma e rafforza il trend sostanzialmente laterale degli ultimi 6 mesi. Un trend improduttivo che rende difficile e complica alquanto la nostra operatività. Dopo tutto, se non si sciolgono i nodi e le incognite che gravano sul futuro dell’economia globale è del tutto logico assistere a tale impasse. In particolare i mercati aspettano di sapere come finirà il braccio di ferro relativo ai rapporti commerciali tra Usa e Cina. Si troverà un onorevole accordo o assisteremo ad una prolungata e durata guerra commerciale tra le due più importanti economie del mondo ? Ma c’è anche dell’altro. In particolare, s’attende di conoscere quali saranno le prossime mosse della FED. Powell correggerà gli errori dello scorso anno e continuerà a ridurre i tassi Usa ? Infine c’è la complicata situazione economica della vecchia Europa. Anche qui le incognite sono tante. Si allenteranno finalmente i cordoni della borsa e si consentirà una politica fiscale meno rigida e più espansiva di quella attuata negli scorsi anni ? E la Brexit, non ancora attuata, che effetti avrà ?
Insomma, sembra abbastanza evidente che ci troviamo in un delicato e difficile momento di passaggio, ancora denso di molte incognite. Momento riflesso quasi alla perfezione dagli incerti andamenti dei mercati finanziari internazionali. Basta osservare il sostanziale e prolungato appiattimento della yield curve Usa, e l’andamento degli ultimi 12 mesi del nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, che registra, pur tra mille peripezie, un incremento annuo pressoché nullo, ossia pari ad un esiguo + 1,64 %. Non ci resta quindi che attendere, ed augurarci che i problemi sopra esposti vengano risolti, ed i mercati assumano finalmente una direzionalità ben precisa.
Ciò detto, vediamo come si presenta, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index si mantiene ancora tonico e forte, s’apprezza infatti di un altro 0,60 %, e raggiunge quota 99,11. La forza della valuta Usa è uno dei pochi fattori positivi, in un quadro di grandi incertezze. Le commodities, invece, cedono un ulteriore 0,47 % in termini reali, e confermano indirettamente l’ipotesi del rallentamento economico in corso nell’economia globale. Rallentamento avvalorato anche dagli andamenti del mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, cedono 3 bps ed arretrano a quota 1,69 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, cedono anch’essi 5 bps e retrocedono a quota 1,64 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, s’accresce lievemente ma resta sostanzialmente piatta e ciò rende ancora possibile e probabile una recessione dell’economia americana il prossimo anno. Il mercato azionario, come detto, testimonia tutte le incertezze del momento, Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, in quest’ultima ottava è arretrato dell’ 1,01 %, retrocedendo a quota 2.961,79 punti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 32.078
Large Traders : +29.329
Small Traders : + 2.749
Si riconferma, pertanto, la nuova configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state pari a 13.572 contratti. In particolare, di fronte alle mille incertezze del momento, i Large Traders cedono 4.519 contratti long, e riducono un pò la loro esposizione Net Long. Ma ancor maggiori timori manifestano gli Small Traders, che cedono ben 9.053 contratti long, e che restano solo di misura nella loro nuova posizione Net Long. Di fronte alle titubanze degli altri operatori, i Commercial Traders, non restano però indifferenti, acquistano infatti l’intero lotto dei 13.572 contratti long, e riducono l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short. I movimenti di quest’ultima ottava, sono alquanto emblematici della situazione d’incertezza oggi presente sui mercati.
Gli operatori più deboli manifestano a ragione molti timori e riducono di conseguenza le loro esposizioni long. Le Mani Forti, però, si manifestano più fiduciose ed ottimiste, e mantengono la loro abituale posizione di copertura a livelli modesti, ben inferiore alla loro media storica. Ciò lascia presagire che, al momento, ossia nel breve termine, la situazione d’impasse e di sostanziale lateralizzazione dei mercati non muterà. Ciò, come già accennato, non è un bene per noi operatori. Fare performance in mercati laterali è infatti molto difficile.
Mi auguro, pertanto, che la situazione di stallo in corso venga rotta, in un senso o nell’altro, nel più breve tempo possibile. Ma allo stato non intravvedo elementi in tal senso, a meno che la nuova procedura d’impeachment contro Trump, non prenda veramente corso. Riconfermo pertanto la mia view moderatamente rialzista, ed attendo altre più probanti e chiare indicazioni dai mercati.
View moderatamente rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo studio del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo difficile 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita dell’11,45 %. Rammento però che lo scorso anno solare evitai una perdita del 16,7 % e chiusi l’anno con un onorevole + 1 %. La perdita attuale è, infatti, ascrivibile alla nostra posizione short d’inizio d’anno, prolungamento di quella adottata con successo negli ultimi 3 mesi dello scorso anno, nonchè alla successiva estenuante lateralizzazione del mercato. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito quest’anno, sostanzialmente nei primi 3 mesi, un guadagno del 18,92 %.
Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 30,37 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %. Non perdo, però, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi 3 mesi, di poter recuperare almeno una parte dell’attuale inaccettabile sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana non modifico l’assetto del mio portafoglio, costituito dall’82,5 % di posizioni long, e dal 17,5 % di posizioni short, ossia da una posizione rialzista pari al 65 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS