US Bank comedy
Secondo me qua ci prendono tutti per fessi.
Io mi domando come fa ancora un americano medio ad avere fiducia delle istituzioni, della Banca Centrale, della Federal reserve, di Barack Obama, e del sistema economico americano.
MI riferisco alla sfuriata di ieri di Obama contro le grandi banche.
“i bonus dei banchieri sono osceni” tuona il buon Barack. “Se hanno soldi per pagare questi bonus, vuol dire che hanno soldi in abbondanza per rimborsare anche i contribuente americano. E allora faremo in modo che questi soldi ci vengano restituiti. Perché noi rivogliamo i nostri soldi e riavremo”.
Un discorso che suona quasi da dittatore, ma che poi, invece, assume toni molto più morbidi. “non vogliamo punire le banche, ma solamente evitare che in futuro ci siano nuovi eccessi”.
E bravo il nostro Baraci, splendido attore nel teatrino della finanza internazionale. E’ ovvio che recita una parte. Recita il ruolo del contribuente incavolato per i super bonus dei manager bancari, recita il ruolo dei disoccupati che non sanno come poter continuare a campare, recita il ruolo di coloro che hanno perso la casa, che è stata pignorata dalle banche.
E questi contribuenti sono furibondi, hanno capito che le banche hanno prosciugato tutto, hanno succhiato il sangue al sistema economico, hanno speculato sulla pelle della popolazione per poi farsi salvare per evitare rischi sistemici. E poi, una volta salvate, hanno continuato a fare tutto quello che facevano prima, se non ancora di peggio, visto che non c’è stata regolamentazione dei derivati e del ricorso alla leva finanziaria.
Se prima del default di Lehman Brothers il mercato era una giungla, oggi è come il Far West, dove le iniquità e i poteri politici ed economici hanno assunto pesi ben più determinanti e oligarchici.
La proposta di Obama
Ma cosa vuol fare Obama? La sua idea sarebbe quella di tassare le banche USA con uno 0.15% da prelevare sulle passività di bilancio., tassa applicabile alle big bank, ovvero quelle istituzioni finanziarie aiutate col TARP che hanno attività per un importo superiore ai 50 miliardi di dollari USA (dovrebbero essere cira 50 istituzioni). Il tutto per recuperare un centinaio di miliardi di dollari USA in una decina di anni.
La proposta, come era prevedibile, è stata sonoramente bocciata dai banchieri, e qui siamo alla seconda parte della commedia.
I banchieri non ci stanno e minacciano il credit crunch
“Volete tassarci? Molto bene. Ma sappiate che a rimetterci sarà il sistema economico stesso. Il TARP lo abbiamo restituito, fatevi restituire gli aiuti anche dalle assicurazioni e dalle industrie che avete anche aiutato. Fatevi ridare il TARP anche da GM e Chrysler”.
Perché, facendo pagare la tassa alle banche, sarà il sistema economico a rimetterci?
“Per ogni dollaro che ci prenderete con questa iniqua tassa, significherà che 10 dollari non potranno essere dati in prestito alle aziende USA”.
Avete capito? Ora le banche passano anche alle minacce. Praticamente è come se il prelievo fiscale di Obama andasse a prosciugare le casse delle big bank USA.
Peccato che il liquido a queste banche, oggi, non manca e viene utilizzato per lo più per operazioni speculative che stanno gonfiando il mercato a dismisura in una bolla speculativa di cui spesso parliamo.
E allora, come andrà a finire? Come tutte le commedie che si rispettano, non si escludono finali a sorpresa. Però difficilmente banche e governo arriveranno ai ferri corti, proprio perché alla fine della fiera, sappiamo chi comanda no? Ed escludo che Goldman Sachs & Co. subiscano passivamente.
Il mondo della finanza è cambiato. Come dice un vecchio detto: si stava meglio quando si stava peggio.
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