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Tasso sui depositi BCE in negativo. Ma è la soluzione giusta?

Scritto il alle 11:11 da Danilo DT

Oggi è il D-Day. Uno dei tanti Meeting BCE. Ma stavolta si respira, giustamente, una grande attesa. I dati parlano chiaro, l’Eurozona si dirige ad ampie falcate verso la deflazione e il mercato, tutto, si attende un intervento di Mario Draghi.

Ormai da settimane i vari siti e blog si sono scatenati in un “toto-previsioni” su quanto potrebbe essere deciso in questo Meeting. Tante sono le attese, persin troppe, e il rischio di restare con delle “cocenti delusioni” è da tenere in considerazione.
In questo post vi avevo lasciato una tabella con le probabilità per ogni singola possibile manovra.

Dato per scontato un taglio del tasso REPO, difficile, e molto, un vero QE e poi… su tutto quelli che ci sta in mezzo ci sono tanti pareri discordanti. Tranne su una cosa. Ormai è dato quasi per certo un tasso sui depositi in negativo.
In passato ho già scritto che in Europa, ci sono già state esperienze di tassi su depositi portati in negativo, nei paesi nordici (nella fattispecie in Danimarca). L’esito è stato però deleterio.
Alcuni lettori mi hanno chiesto maggiori lumi su quanto è successo.

L’esperienza danese

L’effetto di tale mossa sarebbe quello di limitare il più possibile i depositi delle banche in BCE che oggi sono un vero e proprio “parcheggio” a costo zero, trasformandoli invece “a pagamento”.
Il grafico qui sopra testimonia cosa è accaduto in Danimarca. Tassi sui depositi passati in negativo, ma con scarsi effetti sull’economia del paese.

L’abbassamento del tasso d’interesse, che la Banca centrale paga agli istituti di credito commerciali sui loro depositi, crea teoricamente un incentivo a favore delle banche a investire in altre attività. I tassi negativi creano, a loro volta, un impulso ancora più forte per ridurre i depositi a vista in quanto le banche devono pagare una tassa anziché ricevere una remunerazione.

Questa sarebbe la teoria che vede nella mossa uno stimolo per spostare il denaro verso l’economia reale. Ma poi avviene così? Secondo me no, anzi sarebbe un errore pensare che sia “automatico” uno spostamento del denaro dai depositi ad investimenti sul territorio.

Probabilmente per rendere più efficace l’intervento sui tassi dei depositi, la BCE dovrebbe portare in negativo anche il tasso di remunerazione delle giacenze sui conti correnti e segnalarlo in modo esplicito. Ovvero tasso EONIA sotto lo zero. In questo modo anche chi ha liquidità in eccesso, potrebbe non prestarla sul mercato e iniziare a spenderla sul territorio. Ed è per questo che citiamo la Danimarca. Copenaghen non ha aumentato il denaro dato in prestito con i tassi sui depositi in negativo, e questo grafico ve lo certifica.

Quindi, in massima sintesi, ecco gli effetti che potremmo aspettarci da tassi sui depositi negativi:

1) Mercato monetario: effetto incerto, tutto è da vedere e dimostrare, anche se dovrebbe per certi versi limitarne l’operatività
2) Mercato dei Cambi: ne beneficia il Dollaro USA
3) Tassi a breve: difficile un forte impatto su EONIA a meno che si intervenga direttamente sullo stesso
4) Mercato del credito: non è certificabile un aumento del denaro dato in prestito.

E l’eventuale differenziale e di costo che le banche devono sostenere, chi lo paga nella realtà? Ovviamente il cliente e ci mancherebbe…

STAY TUNED!

Danilo DT

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20 commenti Commenta
gilles27
Scritto il 5 Giugno 2014 at 11:39

….negli anni ’70/’80 il consumatore medio, risparmiava e poi comprava e l’economia girava…
…negli anni ’90/2000 per mantenere intatto il potere d’acquisto del consumatore medio, hanno “inventato” il credito al consumo… e l’economia girava…
Oggi… il consumatore medio, ha un basso stipendio, un alto debito da rimborsare, risparmi zero.

….poi ognuno… 😥

7voice
Scritto il 5 Giugno 2014 at 11:43

questo Draghi va’ cacciato a pedate nel deratano al + presto ! i tassi non servono a nulla , creano solo ancora + pezzenteria ! sto personaggio ne ha fatti di danni x dov’ è passato ! vedasi banca d ‘italia e gli scandali del non controllo ! MA NON VI PREOCCUPATE LA RUSSIA VI SCANNERA’ UNA VOLTA è PER TUTTE ! VEDREMO DA META’ LUGLIO COME CI IMPALERANNO ! DRAGHI è I SUOI ACCOLITI HANNO UNA SOLA FINE CHE L’ASPETTA: IL LAMPIONE E LA CORDA ! LA STORIA SI RIPETE SEMPRE .

ob1KnoB
Scritto il 5 Giugno 2014 at 12:52

Clima da apocalisse. Ovvero non succedera’ niente o quasi. Qualunque cosa faccia la Bce. Tradotto: tra una settimana tra i pareri de gli euforici e degli scontenti torneremo a guardare alla prossima mossa, poi alla prossima e poi alla prossima ancora.
Lapalisse. Se l’obbiettivo è rialzare l’inflazione bisognerebbe constatare già ora che fino ai cinque anni hai rendimenti reali negativi quasi indipendentemente dalla qualità di rischio.. Qual’è il senso? Vi è una unica interpretazione. Le condizioni rimarranno queste per tanto tanto tempo con tanti saluti all’inflazione qualunque cosa faccia la Bce. Beh un effetto di stimolare il M&A è assai probabile.Ma a lunga scadenza altri problemi di monopolio e tagli di personale.
Solo una sana e consapevole libidine di autarchia salva il giovane dalla disoccupazione e dall’azione cattolica.

kry
Scritto il 5 Giugno 2014 at 14:24

ob1KnoB@finanzaonline: Solo una sana e consapevole libidine di autarchia salva il giovane dalla disoccupazione e dall’azione cattolica.

Mi ha fatto pensare a Jovanotti. E’ voluto? Certo fosse lui il presidente BCE farebbe meno danni e staremmo tutti meglio.

ob1KnoB
Scritto il 5 Giugno 2014 at 14:48

Zucchero…

john_ludd
Scritto il 5 Giugno 2014 at 14:48

però a suo modo è divertente (come potevano esserlo i gladiatori che si massacravano nelle arene). L’ultimo dato degli ordinativi tedeschi è in sensibile aumento, dato che lo scorso anno hanno avuto un surplus attorno al 7%, l’euro più debole lo porterebbe nella stratosfera. Il deficit USA invece è in peggioramento, quello giapponese plumbeo (nel senso che cade come il piombo). Dato che il grosso dell’export europeo ex Germania è intra UE e parte di questo è fornitura all’industria alemanna, è ovvio che il beneficio (se mai esiste) è tutto da un parte. Immaginare che americani, cinesi, coreani, giapponesi permettano ai tedeschi di scorazzare per il pianeta, rubando pezzi della torta che in generale si restringe, grazie alla moneta debole (per loro) mi sembra un tantino ingenuo. I tassi negativi non sono bank friendly, ma la borsa Italia (prevalentemente banche) va nella stratosfera e il DAX pieno di fabbriche che esportano, si muove appena. I movimenti di breve sono divertenti da osservare, mille e mille mosche che ronzano qua e là. Oro e argento scendono sempre e comunque, i titoli migliori in USA sono da mesi quelli con il maggiore short interest e i bilanci peggiori, spettacolare no ?

Scritto il 5 Giugno 2014 at 16:14

P. B. Nielsen, L. T. Rasmussen, A. V. Fischer (Danske Bank, Research), “Implications of negative rates – the Danish experiences” – May 27, 2014

http://danskeresearch.danskebank.com/link/ResearchECB4230514/$file/Research_ECB_4_230514.pdf

ECB, “Why has the ECB introduced a negative interest rate?” – June 5, 2014

http://www.ecb.europa.eu/home/html/faqinterestrates.en.html

P.s: Carney al momento ha fatto cip – schierandosi con Draghi. Ora, siamo “coperti” per un’anno al massimo!

サーファー © Surfer

kry
Scritto il 5 Giugno 2014 at 16:46

ob1KnoB@finanzaonline:
Zucchero…

….. di questi tempi è quello che ci vuole. 🙂 Grazie!

john_ludd
Scritto il 5 Giugno 2014 at 17:17

@finanza,

quindi hai ancora 1 anno di tempo x spostare almeno una parte di quel che hai fuori dall’Europa se non lo hai ancora fatto…

PORTELLO
Scritto il 5 Giugno 2014 at 18:43

e dove caro John? per stare sereni qualche anno in piu’?

cmq mi sembra strano che il vecchio continente si faccia fregare così…mah…

john_ludd
Scritto il 5 Giugno 2014 at 19:07

PORTELLO,

Burkina Faso, sono un fan del Burkina e della sua moneta, il tallero di fango del Burkina ! 😀

kry
Scritto il 5 Giugno 2014 at 21:12

Guardando il cambio ora a 1,365 questo post è già vecchio https://it.finance.yahoo.com/notizie/parla-draghi-mercati-caos-164000330.html

john_ludd
Scritto il 5 Giugno 2014 at 21:51

kry@finanza,

ci fattori macroeconomici a favore di un euro forte ovvero in sintesi:

1) saldo estero largamente positivo e in aumento mentre quello USA è negativo e in peggioramento
2) politiche fiscali restrittive che riducendo la capacità di spesa dei privati impedisce sia la crescita dei consumi che quella degli investimenti, quindi meno euro nell’economia. Questo è tuttavia necessario e ineludibile perché nell’interesse dei paesi creditori.
3) forte riduzione del credito quindi meno euro in circolazione mentre in USA il credito è in sensibile aumento quindi più dollari
4) le banche europee NON HANNO CAPITALE, non prestano perché non possono oltre alla menzionata assenza di domanda (punto 2). Inoltre per quanto falsi, gli stress test esistono e le banche europee si guarderanno bene attorno prima di aumentare il proprio rischio

poi c’è pure il resto:

1) i cinesi si sono stancati del carry trade a senso unico causato dalla certezza da parte degli speculatori americani che lo yuan su dollaro sarebbe andato sempre in una sola direzione; è vero che si muovono per rafforzare il dollaro rispetto lo yuan ma comprano anche euro essendo l’Europa ancora più importante degli USA come mercato per le proprie merci. La banca centrale cinese ha mezzi assai superiori alla BCE per gestire il cambio. Non c’è proprio partita.
2) i giapponesi con il loro banzai monetario non se lo faranno compromettere dai loro concorrenti a Berlino. Non c’è proprio partita.
3) sono anni che la FED persegue la politica del dollaro debole, basta un nulla e la bilancia commerciale si inabissa. BCE contro FED ? Non c’è proprio partita.

In generale il resto del mondo ne ha le PALLE strapiene della politica europea che è già costata un macello di denaro. Immagina un paese povero come l’India che finanzia l’FMI il quale butta i soldi nel salvataggio delle banche franco/tedesche… sono contenti ? No, infatti l’FMI è defunto, nessuno lo ricapitalizza più, non ci mancherà.

Non ci sono santi… l’euro sarà forte sinchè non si romperà, presto o tardi i tedeschi dovranno negoziare con gli altri (gli ALTRI non siamo noi) la divisione dell’eurozona in modo relativamente indolore. Penso ci stiano lavorando, ma serve una solida ricapitalizzazione delle banche franco/tedesche. Penso che il riferimento storico sia quanto accaduto con i Brady Bonds dopo il crack del Sud America. Tutto venne tenuto in animazione sospesa sinchè le banche creditrici americane non furono abbastanza solide da potersi assumere le perdite. Nel frattempo il Sud America finì tritato da una crisi devastante. La differenza sta ovviamente nella scala e nel fatto che il gioco può funzionare solo se si riesce a tenere sott’acqua il sud Europa per almeno altri 5 anni, il che è possibile se non quasi sicuro. Il problema è la Francia, la cui implosione economica non era stata prevista.

cioè… sono tutte manovre dilatorie… stanno pensando ad altro.

pensieri miei naturalmente, tutte fantasie…

Scritto il 5 Giugno 2014 at 22:23

@finanza,

OTTIMO SURFER!

Scritto il 6 Giugno 2014 at 00:03

john_ludd@finanza,

Mah insomma, proprio darti torno non è possibile. In particolar modo sulla vicenda dei cambi. Quanto ha deciso oggi Draghi non so fino a che punto potrebbe muovere il valutario. Al massimo avrebbe potuto COMPRARE USD. Ma questa è un’altra storia.
Idem per l’inflazione: siamo certi che riuscirà nell’intento di tornare in area 2%? E poi… colpire gli ABS che non siano mutui immobiliari alle famiglie. E allora… quali ABS verranno comprati, visto che il mercato è già sottilissimo così?
Domani ne riparliamo….

Scritto il 6 Giugno 2014 at 00:27

Ludd,

il discorso è assai complesso. CrediMi.

Sinceramente Ci sono in campo molte variabili – indotte e da parametrizzare sulle tantissime novità normative in atto; OCIO: non Mi riferisco a quelle di oggi, giovedì 6 giugno! – che si accompagnano ai molti lati “oscuri” – di quanto accaduto oggi, invece – che devo ancora valutare bene.

Ho in mente il quadro-scenario di fondo, ma voglio aspettare almeno metà luglio (il 10, per l’esattezza) per esserne sicuro.

“Mi è sembrato molto strano che i muri abbiano parlato – e pure molto – nei giorni scorsi, per poi ritrovarCi con l’unanimità”.

Io sono della “corrente” – non solo di pensiero – che avere “tassi” bassi – e ora anche negativi – crei solo dei problemi. Specie, sul lungo periodo.

La Storia, che è Maestra, insegna che occorre ragionare “per anni” e che vige la regola della “selezione naturale”.

In più, essendo un salutista ed uno sportivo, so che il doping fa male.

In genere – a prescindere dal Mio pensiero – comunque, l’ambaradan – con quei tassi – non puoi reggerLi per più di 2 anni “tirati” – per come siam messi, poi, neanche tirati!

Ora per far capire qualcosina. Di particolare interesse può essere l’analisi del portafoglio dei “titoli di debito”.

La quota dei titoli emessi da “Istituzioni Finanziarie localizzate in altri Paesi dell’Euro-zona” sul totale dei titoli emessi da “Istituzioni Finanziarie localizzate nell’intera Area-Euro”, inferiore al 16% a inizio 1999, sale fino a toccare il 41.5% a fine 2007, per subire negli anni successivi una fortissima contrazione; a inizio 2014 (28.4%) risulta comunque non lontana dal doppio di quanto rilevato all’avvio della Moneta Unica.

Per quanto riguarda i titoli emessi da “Istituzioni non Finanziarie” dal 22% di fine 1998 si sale fino a quasi il 51% nel 2005-2006, per poi ridiscendere fino al 26% nei mesi a cavallo tra il 2013 e il 2014.

Nell’ambito degli “Emittenti non Finanziari” è possibile distinguere tra “titoli pubblici” e “titoli corporate” – (a inizio 2014, si badi bene, delle tipologie di Emittenti, le prime due avevano nel portafoglio titoli delle Banche un peso molto simile, superiore a quello dei titoli corporate posizionati poco di sotto del 30%).

La quota di titoli pubblici emessi in “altri Paesi dell’Area-Euro” sul totale dei titoli pubblici di “Paesi dell’Euro-zona” in portafoglio parte dal 22% a fine 1998, sale fino al 49% circa del 2005, scende in misura contenuta nel quinquennio successivo (44% a fine 2009) per contrarsi drasticamente nel biennio 2012-2013 fino a valori (22%-23%) sostanzialmente simili a quelli rilevati al debutto dell’Euro.

Per i titoli corporate l’andamento è in larga misura (seppure non completamente) simile: dal 23.3% di fine 1998 si arriva fino a quasi il 57% a fine 2006, per scendere al 29% a inizio 2014.

È importante rilevare che quest’ultimo dato rappresenta un parziale ma visibile recupero rispetto al 25.1% registrato a fine 2011.

Per quanto riguarda i depositi, la quota delle operazioni con “Clientela residente in Paesi dell’Euro-zona diversi da quello della Banca” risultava a inizio 2014 pari al 22.5% nel caso delle “Istituzioni Finanziarie” e al 5.4% per gli “Operatori non Finanziari” (8.9% per le Imprese, 1.1% per le Famiglie).

Sotto il profilo dinamico, la quota cross border nella raccolta di depositi da “Istituzioni Finanziarie”, pari al 21.3% al momento della costituzione dell’Euro, sale fino al 31.5% nel 2007 per poi ridiscendere successivamente fino ad un minimo in tempi assai vicini (21.3% a fine 2012).

La risalita degli ultimi mesi è quasi del tutto trascurabile.

Nel caso di “Famiglie” la tendenza al ribasso è chiara ma da livelli molto contenuti (2% a fine 2003, 1.1% dieci anni dopo).

Nel caso delle “Imprese non Finanziarie”, dal 9.8% del dicembre 2003 si scende all’8.9% del gennaio di quest’anno, con un minimo di 7.4% a fine 2008.

Evoluzione simile sul fronte dei prestiti. La quota dei finanziamenti a “Clientela residente in altro Paese dell’Euro-zona” sul totale dei finanziamenti a “Clientela dell’Area-Euro” risultava nel gennaio di quest’anno pari al 24.5% nel caso di “Operatori Finanziari”, al 5.0% per l’insieme degli “Operatori non Finanziari”.

Nel caso delle “Istituzioni Finanziarie” tra l’avvio dell’Euro e fine 2007 la quota in esame aumenta di oltre la metà (da 21.5% a 33.1%); questa crescita successivamente viene quasi completamente annullata, con il dato più recente solo di 3 punti percentuali superiore a quello rilevato dell’avvio dell’Euro-zona.

Nel caso degli “Operatori non Finanziari” l’analisi si può limitare alle sole “Imprese”, considerato che la quota dei prestiti concessi a “Famiglie residenti in altri Paesi dell’Euro-zona” si mantiene per tutto il periodo intorno all’1%, quindi anche inferiore a quella già trascurabile segnalata per i depositi.

Dal lato delle “Imprese” l’evoluzione si presenta invece favorevole: la quota dei finanziamenti cross border “intra Euro-area”, infatti, sale di circa due terzi, passando dal 4.5% di fine 2003 al 7.5% di inizio 2014, con un massimo proprio alle date più vicine.

In alcuni Paesi le difficoltà di grandi Gruppi Bancari hanno minato gravemente i conti pubblici, in altre realtà invece la situazione squilibrata della finanza pubblica ha reso fragili le Banche Nazionali (escludendole di fatto dal circuito finanziario internazionale).

Ebbene, stringendo: chi – Paesi – o cosa – Società/Aziende o Settori – “Draghi” ha intenzione di salvare, per davvero?!?

Ad occhi – “di carte” – vedo una selezione – (tralasciando il rumore o le clack di fondo) – che non è affatto “naturale”.

P.s: nella “lista” che hai compilato manca la “Regina”: attenzione (“si è fatta fregare già una volta; stai sicuro che non esiste una seconda”, potendo soprattutto contare sul migliore sulla piazza).

サーファー © Surfer [Saluti a Tutti!]

kry
Scritto il 6 Giugno 2014 at 09:04

john_ludd@finanza,

Grazie John, a proposito del punto 2 negli USA pura curiosità i numeri dicono che la bomba del debito degli studenti oggi o domani supererà quella degli stati. http://www.usdebtclock.org/# Ciao. ( Sei in partenza? )

lukeof
Scritto il 6 Giugno 2014 at 10:09

@finanza,

Scusa Surfer mi dici “Ad occhi – “di carte” – vedo una selezione – (tralasciando il rumore o le clack di fondo) – che non è affatto “naturale”.”

Illuminaci su quale sarebbe sta selezione, i dati sono interessanti ma non riesco a “decodificarla” 😛

Grazie ancora 8)

john_ludd
Scritto il 6 Giugno 2014 at 10:18

@finanza,

Surfer che tu sia ben informato è ottimo x questo blog, che le cose siano complesse non è necessario che me le rammenti. Il massimo che posso fare è scrivere 10, 20 righe x volta che possono avere due diversi “scopi” 1) evidenziando fonti e dati accendere una lampadina sulla catastrofica situazione energetica e sulla crisi petrolifera che è solo qualche anno avanti e che azzererà il sistema finanziario attuale. Il recente aggiornamento pubblicato della IEA che ribalta le assurde previsioni sull’autonomia energetica americana è evidenza sia della gravità della cosa sia del ruolo eminentemente politico di questi enti 2) senza poter illustrare fonti ufficiali perché non esistono, accendere una lampadina sull’evidenza che quello su cui si dibatte non è del tutto reale; è in gran parte un diversivo, nebbia creata con maestria. Non viene riportato su nessun giornale per esempio che l’FMI, che insieme alla World Bank è il bastione del Washington Consensus è morto e sepolto. Gli americani sono 2 anni che devono semplicemente ratificare delle decisioni già prese e non lo fanno. I BRIC hanno già deciso di andare x conto loro e di farsi un loro FMI. Dentro l’FMI non c’è un soldo, la cassa è vuota e tale rimarrà. Che stiano alacremente lavorando a un nuovo sistema di pesi e contrappesi dove il ruolo del sistema finanziario anglosassone è fortemente ridotto è una certezza. Come questo avverrà e quando è pura speculazione. Tutti gli attori sono opachi, ma la testa della finanza è a Basilea e non a Washington e questo dimostra che là non sono onnipotenti e che la complessità della materia impedisce comunque a cinesi e russi di “fare tutto da soli”. L’euro è morto, solo un deficiente può affermare il contrario ed è un problema per il resto del mondo. Infatti, siamo già nell’euro 2 dove le idee embrionali di “maggiore unità” sono state esplicitamente scartate dai governi di Germania, Olanda, Austria e Finlandia. L’unione è ora esplicitamente e puramente monetaria ed è transitoria. Il ruolo cerniera della Francia è entrato in crisi terminale con le scorse elezioni e questo è davvero un’evoluzione che NON era stata prevista e NON può essere corretta da fuori con governi esterni e può quindi non concedere il tempo necessario a una transizione ordinata. I francesi sono una potenza nucleare, l’unica dell’Euro zona e sono la nazione che è nazione da più tempo in Europa, non si sono MAI fatti comandare da fuori (noi sempre). I tentativi maldestri di influenzare la politica europea da parte di quel che resta dell’impero americano in piena crisi di classe dirigente ed economica, a un passo dalla crisi energetica e di identità, stanno fallendo tutti ottenendo l’effetto opposto cioè di risvegliare sentimenti che si era certi fossero sepolti. La gestione dell’affare ucraino è riuscito a indebolire Merckel che è il pupazzo numero uno di Washington in Europa; se cade quello, chi arriverà in Germania potrebbe risultare “troppo” autonomo per i vecchi padroni. L’Europa è una polveriera, come quasi tutto in questo mondo sull’orlo del baratro ma con una differenza: parte da un livello molto alto e non è abituata a soffrire. Se domani i governanti cinesi impongono ai loro cittadini di usare le candele per 10 ore al giorno i loro sudditi eseguiranno sia perché il tempo in cui usavano solo le candele è lontano solo una generazione, sia perché le forze armate locali non esistono in funzione di difesa esterna ma di controllo interno. Prova a spiegare ai cittadini europei che il futuro è assai peggio del gramo presente !

Scritto il 24 Giugno 2014 at 11:49

DT & FRIENDS,

per fortuna (“Nostra”), tra il dire ed il fare, c’è di mezzo SEMPRE la (cruda) REALTA’ – prevedibile S_O_L_O per chi ha D_A_V_VERO “cognizione di causa” – e non la PROPAGANDA dei cerasielli-QUAQUERI e SOPRATTUTTO dei COIONI (spesso anche a pagamento!).

Ebbene, dopo la FANFARA dei MENESTRELLI e degl’IGNORANTI-LECCHE’-INUTILI, possiamo constatare che – dopo due settimane dall’introduzione della “manovra” sui tassi in negativo sui depositi – le Banche (e le Istituzioni finanziarie) preferiscono ANCORA “scontare” gran parte della Loro liquidità – al netto, delle varie opzioni – sul/nel “materasso-caveu” della ECB.

Alla faccia degli “N” PENNIVENDOLI e dei TANTI_MOLTI SOLONI di filastrocche e minchiate “finanziarie” (ai più, ORMAI, SEMPRE PIU’ NOTI e CONOSCIUTI COME i C_O_I_O_N_I).

Come volevasi dimostrare, l’inutilità (D.E.I C_O_I_O_N_I … GIORNALIERI!) è tutta qua:

– Use of overnight loan facility, €11 mlns (da €5 mlns, di ieri … e mediamente non ha M_A_I superato N_E_A_N_C_H_E il €1 bn);

– Use of overnight deposit facility, €25,142 bns (da €26,544 bns, di ieri … e mediamente non è M_A_I sceso N_E_A_N_C_H_E al di sotto dei €15 bns).

…” quando ormai il Suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina.

Così anche Voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte “…

[Matteo (Vangelo): 24 (capitolo), 32-35 (versetti)]

サーファー © Surfer

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