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MERCATI e BANCHE CENTRALI: la teoria del PALLONCINO
Permettetemi di giocare con qualche paragone un po’ spinto ma che cerca di rendere il più possibile comprensibile la situazione che stiamo vivendo.
Visto che di post ne ho già scritti tanti sull’argomento, ritengo sia inutile riprendere i soliti concetti, preferisco invece completare alcuni argomenti ed alcune tematiche con qualche dato in più.
Si parlava, ad esempio, di MIRACOLI in questo post e in molti altri precedenti come questo sarcasticamente intitolato #andratuttobene. Intanto però, secondo molti, non c’era una chiara chiave di lettura per comprendere quello che è il miglior mese di aprile della storia e comunque uno dei migliori degli ultimi anni.
Da un lato il rimbalzo è comprensibile vista l’elevata volatilità e l’impressionante violenza della correzione nel mese di marzo. Ma è pur sempre vero che siamo all’interno di quella che è, a detta di tutti, la peggiore recessione della storia.
Se volete capire cosa ha mosso i mercati più di tutti, lo ritrovate in questo grafico che vede salire perfettamente a braccetto due indicatori: la potenza di fuoco della FED con il suo bilancio sempre più grande che, appunto, gonfia a dismisura i multipli ed i mercati finanziari. Proprio come un palloncino.
Ma si sa, se prendete un palloncino, e lo gonfiate, e poi ancora e poi ancora… ad un certo punto scoppia, oppure prende il volo e scappa di mano.
STAY TUNED!
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Sembra ci sia un motivo perchè il pil Usa nel primo trimestre sia collassato del 4,8%
Marc Faber, analista di borsa, uomo d’affari e guru indiscusso della finanza mondiale, scrisse nel suo bollettino mensile un commento ironico: “Il governo federale sta valutando di dare a ciascuno di noi una somma di 6.000 dollari. Miei cari connazionali, se noi spendiamo quei soldi al Walt-Mart il denaro va in Cina, se li spendiamo per la benzina va agli arabi, se acquistiamo un computer va in India, se acquistiamo frutta va in Messico, Honduras e Guatemala, se compriamo un’automobile va in Germania o in Giappone o Corea. Nessun centesimo di questa somma aiuterà quindi l’economia americana. L’unico modo per mantenere quel denaro negli Stati Uniti è di spenderlo in puttane o birra, gli unici due beni che produciamo ancora qui. Io sto già facendo la mia parte……..”.
Ecco la risposta, altrettanto ironica, di un economista italiano: “Carissimo Marc, la situazione degli Stati Uniti sta veramente precipitando: mi dispiace infatti informarti che la fabbrica di birra americana Budweiser è stata adesso acquistata dalla multinazionale brasiliana AmBev ! Vi restano solo le puttane, ma attenzione ! Se queste decidessero di inviare i loro guadagni ai figli, voi restereste anche senza questa risorsa perché i loro soldi arriverebbero direttamente ai nostri parlamentari, qui a Roma….”.