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Lehman Brothers: un anno dopo, come prima

Scritto il alle 11:08 da Danilo DT

fantasmi

Non voglio mettermi a fare troppa demagogia. Ma se mi guardo indietro, al giorno del crac di Lehman Brothers, mi sembra incredibile che una crisi così importante e pesante sia stata praticamente liquidata in 365 giorni. O almeno questo è quanto figura dai giornali e dai dati macro che sono usciti ultimamente.
Ma sarà veramente così?

Io il 14 settembre 2008 non lo scorderà facilmente. In quel giorno, Lehman Brothers falliva, o per meglio dire, presentava la richiesta del Chapter 11, dopo che il buon Paulson, chiaramente sotto le indicazioni di Casa Bianca e Fed, comunicava ai diretti interessati (anche se sarà poi Geithner a telefonare a Fuld) che il capro espiatorio era stato scelto edeera Lehman Brothers, mentre invece Merrill Lynch veniva salvata da un mega merger con Bank of America. Il tutto nella più grande incredulità generale, visto che fino a qualche ora prima tutti garantivano un salvataggio o una fusione. Ma ami un default.
Era il primo grande fallimento bancario di questa crisi. Ed è stato un errore imperdonabile che, ancor oggi, col senno di poi, la FED eviterebbe come la peste.
MA è andata così. Si è voluto usare il pugno duro e provare. Provare a vedere cosa succedeva facendo saltare una grande banca d’affari USA.
Ma l’esperimento ha avuto esiti drammatici, tanto drammatici che poi il Governo USA ha salvato tutto quello che socialmente ed economicamente avrebbe potuto portare grossi danni al tessuto economico americano.
Certo, molte banche (piccole) sono fallite, e molte ancora ne falliranno, ma tantissimi sono stati i mega salvataggi. Basta ricordare ad esempio AIG, Freddie Mac e Fannie MAe.
Ora, un anno dopo, guardando allo stato delle cose, non posso negare una profonda delusione e preoccupazione per come sono messe le cose.
La mia preoccupazione, beh, è tranquillamente visibile rileggendo i post sia sulla crisi che sulla situazione dei derivati e della leva finanziaria. La mia delusione è altrettanto testimoniata da quanto scritto nelle settimane passate: in questi mesi si sono fatte tante parole, ma la situazione di monitoraggio e regolamentazione dei mercati è tale quale quella di prima. Se non addirittura peggio.

 

Come prima, più di prima

 

Basta pensare al deleveraging, che in USA ha comunque avuto un impatto più deciso, mentre in Europa ancora è una chimera. Basta pensare alla regolamentazione del mercato dei derivati. CDS, futures e tutto il resto continua ad essere negoziato senza una regolamentazione chiara e comune ai vari mercati. Basta pensare ai rischi a cui andiamo incontro con la nuova potenziale crisi immobiliare, quella stavolta non più sugli immobili residenziali, bensi sugli immobili commerciali.
Credete forse che, in caso di crisi immobiliare legata alle costruzioni commerciali, ci sia un sistema più pronto? Assolutamente no. Gli errori commessi in passato non sono stati corretti. E se prima avevamo i CDO, ora avremo i CMBS. E sul mercato in generale si sente nuovamente una gran puzza di bolla.
E la mia paura che tanti fantasmi visti nell’ultimo anno, tornino a saltare fuori…

 

Ma i mercati salgono

 

Ma come tutti abbiamo visto, i mercati sono saliti, e non di poco. Merito sicuramente del deciso interventismo di Governi e Banche Centrali, che hanno evitato la catastrofe e un nuovo 1929. Quindi cosa aspettarci?
Oggi l’ottimismo sui mercati finanziari è a livelli molto probabilmente esagerati. Quasi a livelli di “bolla”.
Inoltre tutti sapete la situazione del problema tasso disoccupazione. Impossibile pensare ad una vera ripresa con questo livello occupazionale. Occorre un ritorno alla vera produttività e non solo ad una ricostruzione delle scorte nei magazzini (elemento che forse ha drogato esageratamente i mercati inondandoli di troppa euforia)
E poi… poi ci sono tante altre cose che devono ancora essere sistemate: pensiamo solo ai derivati (appunto), ai vari assets tossici delle banche, alle bolle asiatiche di cui ho parlato in passato….
Ce n’è per tutti i gusti e gli argomenti per mantenere la prudenza non mancano. Inoltre poi… ci sono anche delle motivazioni tecniche: Azionario, valutario, commodity, tutti su livelli di supporto/resistenze di grande importanza.
Quindi, ritengo corretto un atteggiamento guardingo. E assolutamente necessaria la protezione dello stop profit.

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