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Gli stravolgenti effetti delle criptovalute di stato

Scritto il alle 13:14 da Marco Dal Prà

 

Le “criptovalute di stato” cioè le Central Bank Digital Currency o CBDC, avranno degli effetti dirompenti nell’economia e nella finanza. Ne ho già parlato in un precedente articolo in cui ho segnalato come la Banca Centrale cinese stia già avviando la sperimentazione di uno Yuan digitale, ma ora anche in Europa qualcuno invoca l’implementazione per l’Euro.

Torno a parlarne perché mi sembra che alcuni concetti fondamentali non siano ancora chiari e soprattutto perché vorrei evidenziare quali siano gli stravolgimenti che comporterebbe implementare queste nuove “tecnologie” nelle valute emesse dagli stati.

 

Stablecoin… di stato

Nel mondo delle criptovalute dopo l’invenzione di bitcoin si sono succeduti vari progetti tra i quali le Stablecoin, Si tratta di monete o meglio di token digitali che viaggiano poggiandosi sull’infrastruttura di una criptovaluta già esistente come bitcoin o ethereum, ma che hanno un valore stabile perché vincolato ad una valuta reale, ad esempio il dollaro.

Ricordo che il valore di bitcoin ed ethereum è deciso da libere contrattazioni pertanto il loro valore è estremamente volatile.

Le stablecoin invece sono emesse da aziende private che hanno, in una tradizionale banca, il quantitativo di dollari a copertura del 100% dei token emessi, pertanto mantengono la parità con la valuta di riferimento. Un esempio tra tutti è Tether, che in questo momento ha in circolazione circa 9 miliardi di token e quindi capitalizza circa 9 miliardi di Dollari.

Ora la stessa cosa la vogliono fare le Banche Centrali, ma utilizzando una propria architettura informatica centralizzata, bypassando quindi queste società private.

 

 

Central Bank Digital Currency

Abituiamoci a questa nuova sigla: CBDC. si tratta di valute che sostituiscono in tutto e per tutto la cartamoneta; sono cioè un equivalente “virtuale” dei contanti.

Essenzialmente sono costituite da conti correnti che vengono aperti presso la Banca Centrale e con i quali i cittadini grazie ad internet ci possono interagire con lo Smartphone o con il PC di casa, sia per impartire i pagamenti che per controllare il saldo.

 

In un sistema di questo tipo:

a) Il cittadino ha un conto corrente direttamente nella banca centrale, quindi con costi di gestione pari a zero

b) Il cittadino, quando effettua un pagamento verso un connazionale o verso un qualunque fornitore di beni e servizi nazionale, non sposta denaro tra banche ma effettua semplicemente un “giroconto” all’interno della banca centrale, il che avviene a costo zero ed istantaneamente.

c) il sistema funziona in qualsiasi orario del giorno e della notte e 365 giorni all’anno

d) Il sistema funziona anche quando il cittadino è all’estero, con qualsiasi cifra, indipendentemente da dove si trova il destinatario;

e) La banca centrale ha sempre il controllo in tempo reale della propria valuta, anche se è detenuta da soggetti esteri (ad esempio banche o aziende).

La cosa sembra semplice e simpatica, ma comporta degli stravolgimenti a dir poco planetari. In primo luogo non sono più necessari intermediari per fare un pagamento, quindi fine delle banche commerciali, delle carte di credito e di altri strumenti di intermediazione dei pagamenti all’interno di una stessa nazione.

In secondo luogo il cittadino può pagare chiunque, anche se si trova all’estero, purché abbia anche lui un conto nella stessa banca centrale.

 

Facciamo un paio di esempi

Abbiamo detto che la Cina sta adottando questo modello, quindi prendiamo l’esempio di un cittadino cinese e dei cambiamenti che comporterà questo sistema nella sua vita.

a) il cittadino cinese che userà lo Yuan Digitale, non avrà più bisogno, per fare i pagamenti, di nessuna banca commerciale; userà direttamente il cellulare per accedere ai propri “contanti” digitali e pagare qualunque cosa. Se non deve accendere un mutuo o un prestito non deve aprire nessun conto corrente presso banche commerciali. Non avrà da sostenere costi di gestione del conto né costi per le transazioni. Non serve più carta di credito o altri strumenti di pagamento.

b) l’azienda cinese che importa, ad esempio petrolio, potrebbe convincere il fornitore estero ad aprire un conto corrente nella banca centrale cinese ed accettare direttamente Yuan. Il fornitore di petrolio, a sua volta, potrebbe usare gli Yuan digitali per acquistare beni o servizi dalla Cina, il tutto senza passare attraverso decine di conti bancari e soprattutto… senza passare per il dollaro!

Questo sistema, a differenza degli attuali bonifici internazionali, funzionerebbe in modo istantaneo, con commissioni pari a zero e sarebbe garantito dalla stessa banca centrale. Inoltre i capitali si muoverebbero sfuggendo totalmente ai controlli di tutti gli altri paesi.

Con tutti questi vantaggi potremmo vedere, in un arco di tempo relativamente breve, l’uso  dello Yuan digitale anche da parte di aziende e banche dei paesi che commerciano con la Cina, tanto da innescare una rete di scambi internazionali basata in larga parte sulla valuta cinese, molto di più di quanto avviene oggi. Alcune economie più deboli potrebbero addirittura veder sparire le proprie valute a favore dello Yuan, cambiamento che sarebbe innescato prima di tutto dalle aziende che si occupano di commercio internazionale.

In poche parole, chi intraprenderà per primo questa strada potrà affermare a livello mondiale la propria posizione e sostituirsi rapidamente al dollaro come valuta di riserva, anche se dovrà pagare il dazio del ridimensionamento del proprio sistema bancario.

E’ una rivoluzione che richiede scelte coraggiose, ma il premio che spetta al primo  arrivato è il più ricco che si sia mai visto nello scacchiere internazionale. Anzi, oserei dire nella storia dell’umanità. E mentre i paesi occidentali dormono, la Cina è già partita.

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1 commento Commenta
bat
Scritto il 23 Giugno 2020 at 18:59

Articolo interessante e proiettato verso un probabile futuro.
Però mi chiedo: le “banche commerciali”, se ancora ne esistono con SOLO questa denominazione (forse le BCC, forse…), alla fine andrebbero a scomparire. Ma ad esempio i mutui (o i finanziamenti), come potrebbero essere gestiti? Io chiedo un mutuo alla BCE e loro, in base ad alcuni criteri oggettivi, me lo concedono? Mi sembra un po’ superficiale…
Allora ipotizziamo che le banche commerciali rimangano solo per mutui, finanziamenti, ecc., ma quali soldi potrebbero prestare se nessuno più li versa nelle loro filiali?
Potrebbero forniglierli la BCE, ma allora diventerebbero tutte filiali di un’unica BC…
Hai ragione, sarebbe un cambiamento epocale.

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