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GIAPPONESIZZAZIONE in UE: un déjà vu per le banche italiane ed europee?

Scritto il alle 11:45 da Danilo DT

Il termine “Giapponesizzazione” non suonerà di certo nuovo ai lettori di IntermarketAndMore. Lo uso da tempo, proprio per descrivere il rischio a cui andiamo incontro, ovvero uno scenario già visto con il Giappone.
Ovvio, il mio ragionamento è inerente ai soli tassi di interesse.
QUI troverete i miei post sull’argomento.
L’ultimo post in cui ho parlato di Giapponesizzazione è stato scritto a marzo. Un articolo che mi consiglio di leggere perché contiene molti spunti interessanti che poi si sono avverati.

Ripeto, evitiamo il parallelismo con il Giappone. Ma proviamo a pensare a quello che secondo me deve essere il VERO parallelismo. Ragioniamo sull’andamento delle banche giapponesi in borsa e proviamo ad immaginare se tale percorso possa essere seguito anche dalle banche italiane ed europee.
Ecco, questo è l’andamento delle banche giapponesi.

Visto che c’è una forte correlazione tra le banche e i tassi di interesse, visto che dall’andamento di questi ultimi dipende la redditività degli istituti di credito, forse qualche domanda dovremmo cominciare a porcela, malgrado una apparente brillantissima redditività delle stesse banche. Che molto probabilmente non è sostenibile nel lungo periodo.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

2 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 26 Marzo 2019 at 12:59

Le banche guadagnano sullo spread, la vedo dura lì. Come alternativa rincarano ogni servizio cioè spremono la clientela. Quanto a lungo ? Ci sono banche italiane (nessun nome) i cui costi sono tali che converrebbe avere i propri soldini alle poste svizzere e pagare il 2 per mille di patrimoniale. Senza crescita le banche crepano e si portano dietro i loro clienti, certo si sentono idee brillanti e originali, facciamo intervenire lo stato, confondendo crescita reale (quella che serve) con quella nominale che ti uccide anche se alla fine dell’anno hai più soldi che all’inizio (ma meno pane e formaggio). Intendiamoci i costi delle banche sono un capestro in tanti paesi, dagli USA all’oriente ma almeno sembra che là vi sia ancora un barlume di crescita reale con la conseguente vaga possibilità di mantenere potere di acquisto.

Scritto il 26 Marzo 2019 at 22:57

Già, ben detto…

> BREVE STORIA TRISTE <Gara tra #DM e #EM ormai impari.Fatevene una ragione.Fine della storia.#EmergingMarkets #OldEconomy pic.twitter.com/duibrZP9Zc— (((Danilo DT))) (@intermarketblog) March 26, 2019

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