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BANCHE ITALIANE ed EUROPEE: SI AFFOGA NEL BARILE (e non solo)!
Come mai la borsa italiana è la peggiore del 2016? Solo perché l’anno scorso è stata la migliore? In realtà bisogna dire le cose come stanno. Il FTSEMIB è un indice che, ahimè, ha perso moltissimo delle sue caratteristiche storiche. Oggi l’industria pesa ben poco mentre hanno un peso predominante le banche e le assicurazioni. Quindi è chiaro che se c’è crisi nel settore finanziario il nostro indice ne subisce le conseguente più di tutti gli altri.
Se poi aggiungiamo che molti problemi sono non solo sistemici ma anche indigeni (vedi la vicenda “bad bank” o ancora il “bail in”) capire che diventa facile prendere di mira il nostro listino, essendo quello che tra tutto è strutturalmente il più debole.
CISS – Composite Indicator of Systemic Stress
Guardate ad esempio questo grafico, che spero sia comprensibile.
Ho provato a mettere i vari CDS (Credit Default Swap) delle varie banche italiane a confronto l’uno con l’altro.
Come vedete, per tutte le banche c’è stato un evidente peggioramento del rischio.
Assieme ai vari CDS, trovate anche quella linea viola. Cosa rappresenta? È il FTSEMIB Banks, ovvero il sottoindice che racchiude appunto le banche quotate sul FTSEMIB. E per farvi vedere l’enorme correlazione ve lo propongo in scala inversa.
E’ veramente sorprendente notare quando in questo modo siano correlati i due argomenti.
Grafico Banche ITALIANE: CDS e FTSEMIB Banks Index
Ma attenzione, non dobbiamo pensare che le banche italiane sapranno “risorgere” da sole. C’è bisogno di un nuovo clima di fiducia sul settore. Ma questa fiducia, al momento, non è molto presente.
Prendiamo proprio le banche europee ad esempio e la grande crisi del petrolio.
Quando pesa sul settore europeo il crollo del barile?
Udite udite, ben 200 miliardi di USD. E le banche USA che esposizione hanno? Incredibile, “solo” 123 miliardi USD.
The European earnings season isn’t over yet — but already banks have given some disclosure about the size of their loans to the oil and gas industry: almost $200 billion. That’s more than the U.S. banks’ estimated $123 billion of outstanding loans and lending commitments to the industry, and a sign of how Europe’s lenders face risks far beyond their home turf as oil lingers near a historic low. The problem is that this may be the tip of the iceberg. Disclosure so far has been inconsistent — some firms provide net exposures and others gross. Others, like Deutsche Bank, haven’t given any precise numbers at all. The direct exposures only capture part of the picture though. Firms like HSBC and Standard Chartered, face a double helping of pain as the falling price of commodities rips through the economies of energy-exporting countries where they have ramped up lending in recent years.
(…) (BBG)
La cosa grave è che il quadro sopra descritto sembra essere solo parzialmente veritiero, come detto sopra. Inoltre, se il prezzo del petrolio dovesse mantenersi a questi prezzi per lungo tempo, molte banche NON sarebbero pronte a dover subire nuove perdite che per Dimon (JP Morgan) sarebbero pari ad ulteriori 1.5 miliardi di USD per SOLO l’istituto che lui dirige. Aggiungiamo a tutto questo una crescita economica asfittica e tutte le altre problematiche del momento.
Brutto dirlo ma ancora una volta, il prezzo del petrolio diventa elemento fondamentale per poter banche, mercati, borse, crescita, inflazione e banche centrali.
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…a proposito di banche europee…
ultimamente agli onori delle cronache sono finite Deusche Bank, commertz bank, le tre principali francesi, le italiane…
chissà perchè, di questa si parla solo raramente…
https://it.finance.yahoo.com/notizie/royal-bank-scotland-perde-2-mld-2015-ottavo-104229596.html
“Royal Bank of Scotland perde 2 mld in 2015, ottavo anno in rosso”
sarà che gli anglosassoni -specie gli Inglesi- son sempre stati maestri a nascondere [meglio] i propri scheletri nell’armadio???…
certo è che con il bail-in delle “4 banche” e con la saga della “bad bank” non abbiamo fatto altro che darci picconate nei piedi (naturalmente con l’aiuto mediatico dei nostri politici, media, etc)