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FOCUS: Il mondo che verrà
Molto spesso mi capita anche di colloquiare tramite e-mail con qualche amico lettore di questioni più “personali”. Magari, a volte, si tratta solo di una piccola “buona parola” su una situazione che si è venuta a creare, e queste cose mi fanno immensamente piacere. Segno che la gente ha piacere di sentire il mio punto di vista. Anche se, devo ammetterlo, quasi sempre si tratta di argomenti difficili e potenzialmente preoccupanti.
Ad esempio, in molti mi fanno via email una domanda quasi banale, ma difficilissima: “come sarà il domani?”
Già…gran bella domanda…. Cosa ci riserva il domani? Ora come ora verrebbe quasi da dire… “E chi diavolo lo sa?”. Ma avrete già capito che, se so no qui a scrivere, è perché non mi voglio rifugiare codardamente dietro ad una risposta politica e generica.
Con questo non voglio dire che so con certezza come sarà il domani, ma almeno , diciamo così, mi sono fatto una mia idea personale. Pronto per essere bastonato e criticato da tutti voi !
Un mondo profondamente diverso.
Tante volte l’ho detto in passato. Prendete ad esempio questo vecchio post di un anno fa.
Si parlava del potenziale ribasso a cui si poteva andare incontro sui mercati azionari mondiali. E si diceva una frase più volte ripetuta anche in seguito.
“Il mondo non finirà.Però sarà un modo profondamente diverso.”
Quindi, tanto per cominciare, secondo me sbaglia chi crede che tutto tornerà come prima. Già solo l’atteggiamento spavaldo delle banche è destinato ad essere un vecchio ricordo.
In un modo o nell’altro, passato l’incubo del default globale del sistema finanziario, ora è giusto interrogarsi su quello che comporterà la cura utilizzata per il grande male economico del secolo, cura che, ahimè, avrà tanti tanti effetti collaterali.
Ma non dimentichiamo anche che, per certi versi, questa cura (oppure una diversa da quella effettuata….) era necessaria e che qualsiasi cura fosse stata fatta, avrebbe comunque generato problemi in un secondo tempo.
E’ la “legge della coperta corta”. Per forza di cose, l’enorme sforzo attuato dalla classe governante e dai governi centrali al fine di trovare delle soluzioni (più o meno discutibili…), generato per poter quantomeno limitare il più possibile l’impatto devastate della crisi, ha avuto delle controindicazioni e molte arriveranno col tempo.
Qui si potrebbe aprire l’ennesimo dibattito su cosa si poteva o non si poteva fare. Discorsi che voglio evitare sennò va a finire che scrivo un poema. Cerchiamo piuttosto di capire quali sono questi effetti collaterali. Ne parliamo molto spesso ma un po’ qua e un po’ là, in modo disordinato. E allora ho pensato di ricapitolare il tutto con questo post.
Gli effetti collaterali della cura
Quali sono quindi questi effetti collaterali?
1-In primis direi la forte crescita del debito pubblico
2-Poi come non parlare della potenziale ondata inflattiva che da molti è vista come drammatica e per altri invece è vista come non preoccupante
3-Infine, visto che sarà un mondo diverso, è inevitabile un peso specifico maggiore dei paesi emergenti.
Di tutto questo avremo parlato 1000 volte ma mai in modo ordinato Come avrete visto, non ho preso in considerazione tutti quegli elementi “ciclici”, ovvero legati al ciclo economico. Per esempio non parlo di disoccupazione, in quanto la disoccupazione è una situazione legata alla recessione e quindi ai cicli dell’economia. Preferisco focalizzare l’attenzione esclusivamente sugli scenari generati in modo diretto dalla gestione della crisi.
In effetti come scrivo sopra, verrebbe quasi da dire che stiamo andando incontro ad una crisi “diversa” nata per combattere la madre di tutte le crisi (così l’hanno definita). Una crisi nella crisi….
Bel pastrocchio….
Il debito è cresciuto a dismisura. Come liberarsi da questo fardello?
Noi italiani lo sappiamo bene. Il dedito pubblico inchioda la crescita economica. Ma proprio in questi ultimi mesi alcuni dei paesi che storicamente sono stati tra i più virtuosi come crescita economica, dovranno accontentarsi di tassi di crescita molto più bassi, proprio perché il fardello del debito pubblico inchioderà il tasso di crescita economica. Il disavanzo pubblico è atteso per l’area Euro al 6%. Livelli spaventosi e nemmeno lontanamente immaginati quando l’Euro è stato creato. (fonte: Prometeia).
Liquidità creata e…scomparsa
Questo debito è dovuto sia ad acquisti che le Banche Centrali come la Federal Riserve, alias la FED, o la BCE, o ancora la BOJ e la BOE hanno fatto per sostenere le banche in difficoltà, e stiamo parlando del quantitative easing, oppure un debito generato con la stampa di ingenti quantità di carta moneta e comunque di sovvenzioni indirizzate al sostegno dei rami più fortemente colpiti dalla crisi. E non solo il sostegno legato alle banche , ma anche la nazionalizzazione di aziende, salvataggi vari e quant’altro.
Ma ragioniamo un attimo.
Si è creata liquidità per tappare dei buchi formatisi grazie alla spavalda gestione della leva e del rischio finanziario. Quindi buchi formati con la leva finanziaria e con i derivati del credito. Denaro virtuale contro denaro reale. Quindi,s e tanto mi dà tanto, la massa monetaria dovrebbe essere cresciuta enormemente. E così infatti è. Però l’inflazione al momento non esiste, anzi…. Si è in deflazione… Bella questa storia…. Deflazione anziché inflazione. Come è possibile?
Tutti in difesa
Il denaro generato è finito nei bilanci delle banche, e lì resta per evitare che le falle tornino ad aprirsi. In effetti, per fare le cose per bene, questo denaro le banche avrebbero dovuto “girarlo” al mercato, finanziando imprese e privati. Cosa che invece non è assolutamente avvenuta, a causa di quel fenomeno che di chiama “credit crunch”. La banche non prestano denaro perché hanno paura di perderlo…E allora eccoci all’assurdo. Siamo pizzicati tra due scenari assolutamente opposti. Che fine faremo? Inflazione o deflazione?
Le potenzialità inflattive, una volta ripartita seriamente la ripresa, sono senza dubbio notevoli, ma fino a quando non abbiamo chiara la risoluzione di tutti i problemi generati, difficilmente l’inflazione diventerà galoppante. E a quel punto ci sarà quello che darà l’ennesima mazzata all’economia. Le Banche Centrali saranno obbligate ad alzare i tassi per drenare liquidità, e non di poco, moltissimo. Immaginate gli effetti sulla crescita economica…
Braccio di ferro infinito
Quindi sarà un’eterna sfida tra crescita, inflazione, massa monetaria e quant’altro. Quando mai ne verremo fuori? Bella domanda. A questo non so proprio rispondervi, o per lo meno, non ho assolutamente le idee chiare in merito: proprio perché la situazione è talmente confusa e relativa che diventa veramente difficile poter capire cosa avverrà allora.
Quindi accontentiamoci di fare un passo alla volta, pian pianino, senza diventare matti. Anche perché il futuro, ne sono certo, non sarà privo di sorprese.
BRIC e Paesi Emergenti sempre più protagonisti.
Ma a questo punto è giusto, per chiudere il cerchio, fare anche un accenno ai paesi emergenti ed al BRIC. Sono i paesi che meno saranno interessati dagli effetti collaterali delle cure effettuate per sanare la crisi e quindi saranno paesi emergenti e BRIC le aree che cresceranno di più in futuro, proprio a scapito delle cosiddette “economie core”: Nord America, USA in primis, e Europa. Però al momento il decoupling sembra ancora difficile, almeno nell’economia reale, in quanto i paesi emergenti e il BRIC sono ancora troppo dipendenti dalle vecchie economie.
Se però si guardano i mercati finanziari, si nota che …qualcosa sta già cambiando. E’ una questione di Alpha e di Beta , e le nuove economie, oggi, stano dimostrando una forza relativa notevole.
Quindi, magari non subito, ma presto, il pallino dell’economia tenderà sempre più ad Oriente.
Ecco, in estrema sintesi, quello che potrebbe accadere.
Ma come sempre, è solo il mio discutibilissimo e opinabilissimo parere.
E in questo modo, spero di aver risposto a tutti coloro che volevano avere una mia view su quello che potrebbe accadere in futuro.
STAY TUNED!