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FED: come capire se e quando la Yellen alzerà i tassi di interesse
Il video di TRENDS ha riscosso un certo successo, e lo si è notato soprattutto dalle diverse email che ho ricevuto con cui molti di voi mi hanno anche ringraziato per l’informazione indipendente che provo a fornirvi e anche per le analisi che tento di pubblicare.
Vi ricordo che questo blog ha comunque sempre bisogno del vostro sostegno, necessario per continuare quest’avventura che, con questi chiari di luna, non è certo facilissima.
Ma torniamo ai mercati.
Nel video TRENDS vi ho parlato quindi delle reazioni intermarket che si sono avute dopo il discorso per certi versi deludenti, ma assolutamente previsto dal sottoscritto, in cui Janet Yellen non ha detto nulla di nuovo.
Il solito “bla bla bla” senza dare obiettivi e target temporali. Addirittura ha creato ulteriore incertezza su quello che potrebbe fare la FED nei prossimi mesi nonché anni.
In molti di voi però mi hanno posto una domanda. Come capire come e se la FED deciderà di alzare i tassi di interesse?
La fotografia intermarket è chiara, il mercato ha preso delle strade ma, come ho ribadito, tutto dipenderà poi da quello che avverrà nei prossimi mesi, soprattutto in ambito macroeconomico.
E a quel punto la FED deciderà sul da farsi. Intanto non si potrà dire che il mercato non era stato preparato…
Quindi:
a) Per il lungo periodo, Janet Yellen ha lasciato intendere una cosa che ribadiamo da mesi su questo che conta come il due di picche ma che qualche volta è anche fonte di testate giornalistiche importanti (aperta e chiusa parentesi…): il rallentamento economico globale è evidente, come è evidente la frenata dell’efficacia della politica monetaria espansiva. Il che rappresenta un forte rischio per i mercati finanziari. Grazie Janet, non ce n’eravamo per nulla accorti…
b) Per il breve periodo: saranno i dati macroeconomici a far fare delle scelte alla FED. Per molti invece la vicinanza con le elezioni presidenziali porteranno il FOMC a “spostare in avanti” la data della stretta. Io non credo sia questa la dinamica principale. E non dimenticate mai una cosa: quanto stiamo vivendo non ha eguali nella storia e quindi qualsiasi paragone col passato non è corretto. Per una volta possiamo dire “questa volta è diverso”, ma con un aggiunta: è diverso ma non sappiamo dove andremo a parare. Ma questa è un’altra storia.
Restiamo a curarci del breve periodo, che poi è quello che deve essere monitorato con attenzione. E massima allerta proprio su alcuni dati in uscita questa settimana.
1) PCE Price Index (lunedi): Questo indice misura l’inflazione e sarà un dato chiave della Fed. Occhio soprattutto alle reazioni di questo indice a seguito della rivalutazione del petrolio. Non si escludono sorprese importanti. Ovviamente un dato maggiore delle attese spingerà per un rialzo dei tassi
2) Occupazione ADP (mercoledi): libro paga non settore agricolo, fondamentale per la FED al fine di decidere per un eventuale rialzo dei tassi.
3) Non Farm Payrolls (venerdi): e questo dato potrebbe chiudere il cerchio. Chiaramente un dato molto forte, se poi supportato dagli elementi prima descritti; porterà ad un aumento dei tassi di interesse.
Ovviamente non posso regalare certezze matematiche, ma se la logica della FED continua ad essere mantenuta (e fino ad adesso è stato così), allora vedrete che questo post vi avrà anticipato degli importanti avvenimenti di politica monetaria USA.
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