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La FED alzerà i tassi entro la fine del 2015. O forse anche no.

Scritto il alle 09:28 da Danilo DT

The corner stone of The New York Federal Reserve Bank is seen in New York's financial district

La telenovela del 2015 in ambito FED sta tenendo in apprensione i vari operatori.
In passato abbiamo ampiamente parlato delle prospettive del Tasso FED, del tasso inflazione e del rischio di ritrovarsi tra qualche mese con il primo rialzo di tassi.
Oggi il tasso FED si trova in un trading range compreso tra lo 0% (ZIRP) e lo 0.25%. Uno scenario che per certi versi accomuna moltissime banche centrali nel mondo. Quasi tutte. E in questo percorso di ribassi di tassi repentini è proprio la FED quella che ormai si trova in uno stadio più maturo, ovvero ha cominciato questo percorso da più tempo.

Ora ci troviamo, per la FED, al cosiddetto “turning point”, ovvero dopo una fase dove il QE si è fermato e poi si è avuto un bel po’ di “pazienza”, si inizia a valutare la possibilità di un rialzo dei tassi di interesse. Magari all’inizio movimenti simbolici ma che devono essere effettuati.
La FED non vuole fare l’errore di ritrovarsi con una situazione che poi gli scappa di mano. Vogliono agire in anticipo, visto che gli effetti di un eventuale rialzo non sono immediati.

Intanto buttate un occhio alla curva Future del tasso FED e la sua evoluzione.

Curva tasso FED

tasso-fed-future-yield-2015

Come vedete la fase di “impennata” della curva si è progressivamente spostata, segno che il fatidico rialzo è stato spostato in avanti. Il motivo è legato anche al forte ribasso del petrolio e la violenta rivalutazione del Dollaro USA che ha avuto effetto drenante (quasi come un rialzo dei tassi).
I tempi sono maturi? Beh, io continuo a non esserne così certo anche perché, ricordatevelo bene, i tassi bassi creano nel mercato delle dinamiche, o se preferite dei “diritti acquisiti” che una volta elvato possono essere molto traumatici.
Lo ricorda bene proprio ieri Vito Lops sul Sole.

Del resto, perché è scoppiata l’ultima crisi finanziaria globale nel 2007? I derivati subprime venduti dalle banche Usa in tutto il mondo sono collassati dopo che la Federal Reserve ha iniziato ad alzare i tassi di interesse. L’ex governatore Alan Greenspan viene ancora accusato di questo quando gira il mondo nel suo nuovo ruolo di conferenziere. (…) La bolla è scoppiata quando lo stesso Greenspan, preoccupato per un surriscaldamento dell’economia e di un’impennata dell’inflazione, ha rialzato i tassi velocemente portandoli dall’1% del 2004 al 5,5% del 2006. A quel punto il castello dei mutui a tassi variabili subprime e dei derivati annessi ci ha messo un paio d’anni per crollare del tutto, culminando nel settembre del 2008 con il fallimento di Lehman Brothers. (Source)

Domanda: qualcuno si sta chiedendo se un aumento dei tassi USA non possa magari creare grosse difficoltà magari ai nuovi subprime, tipo per esempio i cosiddetti “student loans” o debito studentesco?

Ovvio, non c’è solo quello, c’è anche molto altro, questo non è che un tassello. Intanto però, guardate lo stato dell’arte di Inflazione core, ex food & Energy e tasso FED.

Tasso FED e tasso inflazione (all items ed ex food & energy)

CPI-FED-FUNDS.jpg

Il quadro inflattivo, togliendo la componente Energy, è pari ad un 1.70%, vicino al target 2%. La curva forward 5yr5yr è superiore all’area 2%. Questo quadro è sufficiente per portare la FED ad alzare i tassi a breve? Il grafico dei tassi FED prima illustrato suggerisce un primo aumento a settembre. Ma questo sulla carta. E in pratica? In pratica mi sembra di capire che la FED si sta spaccando.

Inflazione e curva forward 5yr5yr (USA e Eurozona)

US-EU-FORWARD-INFLATION-RATE-5YR5YR.jpg

La curva forward 5yr5yr non preoccupa. Molto diverso il discorso per quell’1.70%. E anche se non lo si dice, nella FED arrivano le spaccature. Chi ovviamente teme che la situazione possa scappare di mano (falchi) e già vedono un ritardo nel processo di aumento tassi. E chi invece (colombe) non ha fretta.

Ma la maggior parte dei commenti dei membri del FOMC di questi ultimi giorni parlano di un rialzo che sta fra giugno e dicembre. Quindi la media sta esattamente dove il mercato si aspetta il rialzo, a settembre.

Fischer: “E’ corretto pensare che il primo rialzo arriverà entro la fine del 2015”

Evans: “Non abbiamo fretta. Monitoriamo la crescita e l’inflazione che ha un target del 2%” 

Lockhart: – Penso che il primo rialzo dei tassi sia molto probabile quest’anno. 

Ok ragazzi, tutto chiaro. Ma siamo coscienti che un rialzo dei tassi, nella storia, non ha proprio portato fortuna? Oppure si preferisce un raffreddamento anche più intenso dell’economia al fine di raffreddare l’inflazione e quindi giustificare un ulteriore allungamento dei tempi, evitando quindi shock di sostenibilità del debito a seguito dell’aumento dei tassi?

Io questa ultima ipotesi non la escluderei così categoricamente. Il sistema sopravvive grazie ad equilibri e dinamiche che, se intaccate, possono cambiare seriamente lo scenario, rendendolo anche incontrollabile.

La FED potrebbe quindi “accettare” un Dollaro più forte, il petrolio dovrebbe nel breve restare abbastanza tranquillo (anche se poi conterà moltissimo l’inflazione core). E se in tutto questo scenario rallenta l’economia, l’inflazione non diventa più un problema. Ma a quel punto la macchina economica USA che fine farà? E il mondo come reagirà?

Beh, cari amici. Tutti gli scenari con evidenti forzature hanno dei “rovesci della medaglia”, no? Quindi, non diamo nulla per scontato. Oggi il mercato sconta il rialzo a settembre. MA da qui ad allora di acqua sotto i ponti ne deve passare ancora molta. E di certo porterà la FED alla sua scelta più ponderata ed attenta. E se il rialzo dei tassi arriverà, significa che non ne potevano fare a meno. Brutta cosa.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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10 commenti Commenta
kry
Scritto il 27 Marzo 2015 at 09:55

Il titolo poteva anche essere: La FED varerà il QE4 entro la fine del 2015. O forse anche no. Certo che hanno un bel dilemma, se si alza il costo del petrolio e con il dollaro ai livelli attuali mezzo mondo va in recessione se il petrolio non si rivaluta perdono migliaia di posti di lavoro 300/500MLD di bond sono a rischio e – 1/2% di Pil. A vederla così mi vien da dire che quasi quasi stiam meglio noi.

Scritto il 27 Marzo 2015 at 09:59

Difficile un QE4 ora.
Piuttosto probabile invece un “nulla di fatto”:
Più tardi ricaro la dose con un post che spiega meglio alcune dinamiche…

lorepi
Scritto il 27 Marzo 2015 at 10:33

Caro Dream, alle persone piace guardare chi “governa” queste grandi istituzioni finanziarie come “teoricamente preparate”. Il problema è che queste persone non sono imprenditori; a scuola hanno imparato “studia, prendi bei voti che qualcuno ti darà lo stipendio”. Questo crea nelle persone (purtroppo nella maggioranza della popolazione in genere) una sorta di “faccio qualsiasi cosa tanto qualcuno mi deve COMUNQUE qualcosa”. Io li chiamo burocrati che non hanno la più pallida idea delle conseguenze delle loro azioni o magari vorrebbero cambiare il sistema ma non possono perché vengono pagati dal sistema stesso. E’ così anche per la politica gestita da burocrati che vivono convinti che qualcuno debba loro qualcosa perché lavorano (indipendentemente dai risultati). Per gli imprenditori è diverso, sanno che qualcuno darà loro qualcosa solo se avranno le palle di fare e soprattutto se conseguiranno risultati. Non voglio fare moralismi ma il sistema non regge più un tale atteggiamento, nella finanza, nella politica come nell’ atteggiamento di molti dipendenti ed autonomi. Anche se sono del 1978 ho sempre letto tanto della storia economica e politica del passato e c’è un comune denominatore: dopo un po’ il sistema si rompe e tutti i nodi vengono al pettine. E’ sempre stato così e lo sarà anche nel prossimo futuro. La crisi iniziata nel 2007, per come la vedo io, si compone di diverse fasi e la prossima sarà devastante perché colpirà direttamente i cittadini tramite difficoltà enormi per gli Stati (oltre che per le banche). Cambia qualcosa se la FED rialza prima o dopo i tassi? Per me no, non esiste antidoto…si farà boom e (sperando che non evolva in situazioni ben peggiori come è successo nel passato) dopo si ripartirà; nuovo boom economico ed il ciclo continuerà. Non so Dream di che anno sei ma se ben ci pensi chi è nato dal 45 in poi è sempre vissuto in un crescendo del benessere, dell’ aspettativa di vita, etc. Chi è nato nel 1920 questo non lo può dire perché ha visto brutte cose. Le stesse brutte cose che tutti, negli ultimi 1000 anni, hanno visto almeno una volta per ciclo di vita. Se la matematica non è un’ opinione presto accadrà di nuovo.
Fatta questa premessa molto allegra io ho imparato a guardare anche l’ altra parte della medaglia: se si studia oggi, si ha un po’ di soldini da investire bene, si ha voglia di creare un business guardando a come potrebbe evolvere il futuro….per questi ci saranno grandi opportunità di diventare molto ricchi. Quando crolla la borsa si guadagna alla grande, quando crolla il valore degli immobili si comprano a due lire e si possono poi mettere a reddito sapendo che gli stessi, aspettando con pazienza, aumenteranno di valore….quando la gente ha fame i prezzi dei generi di prima necessità aumentano e si può guadagnare anche su questi.
Cosa farà la FED? Onestamente non mi interessa. Guardo i grafici ben consapevole che quel rialzo di SP500 dai minimi di Marzo 2009 presto si trasformerà in un crollo di pari entità e mi preparo a guadagnare.

pecunia
Scritto il 27 Marzo 2015 at 11:39

belli e utili questi grafici “parlanti”. Grazie DT

….ed al salone del risparmio % Bocconi, avete sentito la sottolineatura di Lombardo circa l’uso smisurato dello Stato (italico) della tassazione sui risparmi degli Italiani. Mente dovrebbe essere invece rispettato il sacrosanto principio per cui uno/a risparmia: la vecchiaia, gli imprevisti, la famiglia in senso lato.
Sbaglio? 🙂

ironblade79
Scritto il 27 Marzo 2015 at 11:44

Ciao DT…. certo che per te i tassi devono essere un ossessione…

Il mondo “occidentale” ormai è “giapponesizzato”. Le obbligazioni le sottoscriveranno solo le banche centrali e ai privati rimangono le azioni e i derivati.

Purtroppo portare i tassi a zero, è una via di non ritorno.

Ciao

Scritto il 27 Marzo 2015 at 12:12

lorepi,

Ognuno deve utilizzare cosa conosce meglio e ciò che gli dà profitto. A me sinceramente può stare bene tutto, sia da chi usa l’analisi tecnica , sia chi usa solo la fondamentale (io mi considero un “ibrido”) e sia anche chi utilizza le tecniche più strane (Bradley, Gann, ecc ecc).
Tutto va bene, basta portare utili, no?

ironblade79@finanzaonline,

L’ossessione NON sono i tassi ma la politica monetaria. Il motivo? Perchè è lei che ha condizionato tutto, che ha creato la spaccatura decisiva tra finanza ed economia reale, generando un gap che prima o poi dovrà rientrare.
E visto che siamo seduti su un campo minato, cerco solo di fare attenzione all’elemento che innescherà la prima miccia. Tutto qui.

🙂

paolo41
Scritto il 27 Marzo 2015 at 12:53

personalmente sono più interessato a controllare se il nostro sistema bancario sta aumentando il volume dei crediti e, ove possibile, quanto va all’industria quanto ai mutui immobiliare e quanto al privato. Sono dati che ci dicono se il QE di Draghi funziona o meno.

ironblade79
Scritto il 27 Marzo 2015 at 13:07

Danilo DT,

Esatto! E’ un punto di non ritorno ma per me possiamo andare avanti decenni con questi tassi e non credo che si possano essere “peggio” di così.

Se e quando si romperà non lo so. Per me nel mondo di oggi è impossibile che si rompa. Greenspan è stato un matto ad abbassare i tassi la prima volta e purtroppo pagheremo a caro prezzo questo ma non da qui a breve.

ciao
🙂

lorepi
Scritto il 27 Marzo 2015 at 15:28

Ecco un burocrate che si rende conto di cosa sta per accadere e carca di farlo capire agli altri. Purtroppo il burocrate in questione è pagato dallo stesso sistema che luoi vorrebbe cambiare…..quindi non riuscirà nel suo intento. Il sistema cambierà solo implodendo e ripartendo da zero. E speriamo senza strascichi (cosa sempre accaduta nel passato) di grave povertà/violenza diffusa/terrorismo. http://www.wallstreetitalia.com/article/1808242/weidmann-debito-euro-in-zona-pericolo-basta-aiuti-ad-atene.aspx

lorepi
Scritto il 27 Marzo 2015 at 15:31

Danilo DT,

Utili ma anche posti di lavoro e possibilmente cercare di aiutare le persone. Se io vedo qualcosa all’ orizzonte che mi preoccupa cercherò di fare di tutto (perchè no, anche un business) perchè possa rendere la vita più facile a chi non vede quel qualcosa.

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