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Dall’era Dot-Com ai ‘Magnifici 7’: concentrazione del mercato in azione
La ricerca di comportamenti estremi del mercato si conferma una strategia sempre valida, fornendo preziosi indizi sui cambiamenti di tendenza in tutte le classi di attività.
Il numero di società che sovraperformano l’indice S&P 500, come è noto e come ho ampiamente discusso su queste pagine, ha raggiunto il livello più basso dal 1990, evidenziando una concentrazione senza precedenti. Secondo dati di Goldman Sachs, solo il 28% delle azioni dell’S&P 500 ha superato l’indice nel 2023, il dato più basso degli ultimi 40 anni.
Mentre i mercati rialzisti sono spesso guidati da una tendenza rialzista di tutto il mercato con eventuali rotazioni settoriali, ma sempre in un contesto di distribuzione della performance, l’attuale riduzione del numero di titoli performanti aumenta la fragilità del rally. Questa situazione è particolarmente accentuata dalla arcinota forza dei “Magnificent 7” (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Nvidia, Meta e Tesla), che hanno una ponderazione combinata di circa il 29% nell’S&P 500, secondo dati di S&P Dow Jones Indices.
Una situazione simile l’abbiamo vissuta tanti anni fa, e risale alla bolla delle dot-com. Tuttavia, l’attuale ristrettezza del mercato è ancora più pronunciata. Durante la bolla di Internet, le prime 10 azioni dell’S&P 500 rappresentavano il 27% dell’indice al picco nel marzo 2000, mentre oggi i “Magnificent 7” da soli superano quella percentuale.
Questa estrema concentrazione aumenta i rischi potenziali in caso di un ribilanciamento dei leader di mercato, un fenomeno che storicamente si verifica verso la fine dei mercati rialzisti. Bank of America ha evidenziato che i “Magnificent 7” hanno guidato oltre l’80% dei rendimenti totali dell’S&P 500 nel 2023, una concentrazione mai vista prima. Rischio che ovviamente esplode in un contesto correttivo del settore tech che, ovviamente, non è ordinato dal dottore e quindi potrebbe anche mai arrivare.
Ma non solo una correzione del tech può essere un elemento pericoloso. Come è noto abbiamo altri potenziali catalizzatori di volatilità che includono:
1. Tensioni geopolitiche
2. Politiche monetarie
3. Elezioni USA 2024
4. Sfide economiche globali (con recessioni e rallentamenti economici vari)
Nonostante queste sfide, la volatilità prevista potrebbe generare opportunità significative per gli investitori attenti e pragmatici. Strategie di diversificazione, gestione del rischio e un approccio flessibile agli investimenti saranno cruciali per navigare questo ambiente di mercato complesso.
Quindi occhio alla qualità, a chi è rimasto indietro, a chi non ha bilanci solidi, a chi promette e non mantiene e a chi inizia a subire l’effetto dell’aumento dei tassi di interesse che oggi, vero, stanno per scendere ma i cui effetti non sono mai immediati.
STAY TUNED!
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