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Currency War 2.0

Scritto il alle 10:40 da Danilo DT

G-20: Guerra valutaria seconda parte: si arriverà al protezionismo?

Svalutazione competitiva, ma quando mai?

Questo è ciò che il nostro amico Ben Bernanke sta continuando a comunicare ai mercati. Il quantitative easing II non è da vedere come un elemento della guerra valutaria, la currency war che potrebbe avere effetti devastanti, bensì è una manovra di politica monetaria indirizzata esclusivamente a stimolare la crescita economica USA nel suo interno, senza cercare spasmodicamente la svalutazione competitiva.
Certo, caro Bernanke, tu e il tuo compagno di merende Obama dovete raccontarci la “Storia del Lupo “ perché non potete fare diversamente. Tanto ormai il mondo ha capito.
E così, pian pianino si arriva ad un altro appuntamento clou, che rischia, tanto per cambiare, di essere l’ennesima buffonata dove i 20 soggetti dei cosiddetti “grandi” si trovano per farsi grosse pacche sulle spalle con tanti bei propositi che poi ci portano “nowhere”.
Nuovo G-20. Questa volta nella rampante Seul nei giorni 11-12 novembre.

Molti lo vedono come il nuovo crocevia, il nuovo Plaza o magari la nuova Bretton Woods.
Intanto però, inutile raccontarcela, la guerra valutaria continua. I fatti parlano da soli e mi domando come qualcuno possa continuare a negare.:

1) USA: le FED lascia i tassi invariati e genera il QE II potenzialmente da 900 miliardi in otto mesi.

2) Giappone: visto il comportamento di Helicopter Bernanke, partono anche loro coni progetti di svalutazione competitiva…ops…no… con la manovra di sostegno economico straordinario. Tutto dipenderà dal trend del cross tra USD e JPY.

3) Corea: Seul fa lo stesso. Però qui la situazione è addirittura più complessa in quanto non solo conta il cross tra Won e USD, ma anche la situazione inflattiva. Infatti la rivalutazione monetaria attira capitali dall’estero generando inflazione. Un pericolo per la crescita economica sana della Corea.

4) Gran Bretagna: emula Bernanke ma con un piano meno generoso. 200 miliardi di sterline… Ops…ma lo sapete che a livello volumetrico è comunque circa la metà di quello USA? Mica poco! Ulteriore pressione su Euro ed emergenti, in un’operazione che sembra combinata dai due vecchi paesi cugini storici.

5) Paesi emergenti: per evitare il rischio inflazione e surriscaldamento per colpa dell’eccessivo ingresso di nuovi capitali si prendono misure cautelative che possono essere sintetizzate con una parola (tanto alla fine sono esattamente così): PROTEZIONISMO. Che si effettua partendo dal semplice acquisto di Dollari USA per evitare un’eccessiva rivalutazione delle valute, fino ad un classico dazio sulle importazioni.

6) Cina: il terzo azionista del FMI rivaluta progressivamente come da accordi e non accetta compromessi. Il motivo è semplice: sa che è in posizione di forza, sa che in molti, in passato, hanno approfittato di loro ed ora è giunto il momento di chiedere il conto. E lo possono fare in quanto sono loro ad avere in mano i fili che comandano i burattini dell’economia.

7) E l’Euro? Qui si ride. Trichet non fa nulla. Anzi, causa corsa della Germania, ci sarebbe potenzialmente lo spazio per un assurdo rialzo dei tassi. Ma la rivalutazione comportata dalla guerra valutaria funge da manovra restrittiva e quindi…va bene così. Peccato però che SOLO la Germania (il miglior paese e la miglior economia del momento nei paesi core) va a ritmi spediti, mentre l’Europa boccheggia. Tutto questo mi sembra tremendamente iniquo. Incredibile a dirsi ma, in fondo, se ci pensiamo bene, la BCE è ben contenta della guerra valutaria che si è venuta a creare. Senza far nulla, ha gli stessi effetti di un rialzo dei tassi. Favoloso Trichet nei suoi commenti: “Non ho motivo per pensare che gli USA stiano facendo una politica che mira ad un dollaro USA più debole”. Ma certo Jean Claude! Dici così perché ti sta bene!

 

Il G-20: collaborazione o guerra aperta?

La settimana prossima quindi ci sarà il G-20, ma sarà importante proprio perché ci si ritroverà con un Brasile molto irritato dalla politica monetaria Usa, con una Cina che verrà accusata di non voler rivalutare e che inizia ad essere stufa delle solite accusa, con un Giappone che si dirà nuovamente disponibile alla svalutazione. Il tutto perché? Perché la FED vuole COMANDARE TUTTO LEI, vuole dirigere e dominare come ha sempre fatto. Ma questo, al mercato non sta più bene. E proprio in un momento dove sarebbe necessaria una vera e nuova collaborazione valutaria, si rischia lo scontro di petto. Tutti hanno le loro buone ragioni, e anche per questo trovare punti d’intesa concreti si fa sempre più difficile. Gli USA sono alla frutta. Devono in qualsiasi modo fare scendere il tasso di disoccupazione. La Cina ha preso coscienza della sua potenza e fa i suoi interessi, ed è a caccia delle migliori occasioni di investimento (non per ultimo, il Portogallo, che rischia di venir salvato proprio dai cinesi!!!) che non devono per forza essere i Treasury Bond USA. Ma sono anche materie prime e titoli di Brasile o Germania. E qui si rompe il giochino che per anni teneva in piedi la baracca.

Dollaro USA e Yuan legati dal cambio (semi)fisso. Io New York accetto uno Yuan sottovalutato, però tu Pechino in cambio ti compri i miei titoli governativi, finanziando il deficit di bilancio.

Oggi non è più così. Addirittura parte dei titoli che prima si comprava la Cina, oggi se li compra la Gran Bretagna (ma tu guarda… i vecchi cugini inglesi…) e per assurdo, la Cina ha iniziato addirittura a vendere asset che riteneva non interessanti, mentre continua ad essere in acquisto OVUNQUE su tutto quello che può generare valore: equity, bonds, partecipazioni strategiche.
E…inutile dirlo…questo nuovo spavaldo atteggiamento agli USA non sta bene. Ma che si può fare? Washington potrebbe pensare di attaccare militarmente Pechino… O meglio, cinquant’anni fa si poteva anche ipotizzare una soluzione del genere. Oggi non è così, per fortuna. La guerra si fa in altri modi, e probabilmente sarà guerra economica aperta. Che nascerà dalle polveri della guerra valutaria, seconda puntata, proprio come il quantitative easing.

STAY TUNED!

DT

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Grafici e dati elaborati da Intermarket&more sulla database Bloomberg

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14 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 9 Novembre 2010 at 10:56

D’accordissimo… e siamo ancora nella prima fase….. ci saranno senz’altro ulteriori sviluppi….
Guarda, in piccolo (e poi non troppo in piccolo, se pensiamo ai prodotti consumer e militari che dipendono dalle terre rare), come la Cina ne abbia ridotto la produzione e dove siano schizzati i prezzi.

daino
Scritto il 9 Novembre 2010 at 11:51

Siccome lo stanno dicendo tutti mi permetto d dirlo anch’io: Bernanke è o stupido o corrotto o incompetente o tutti e tre. Quando andate a fare benzina sapete chi ringraziare: il petrolio continua a stare sui massimi anche con un eurusd un ripiegamento (in un paio di giorni abbiamo avuto un rincaro, per noi italiani, di circa il 2%). Stessa cosa per il rame che a i prezzi di quando l’economia cresceva a pieno regime. Non parliamo dei prodotti agricoli. E perchè salgono i prezzi?Perchè c’è più domanda?No, perchè quella faccia di pinolo ha detto di farlo.
Cmq ritengo interessante acquistare dollari prima del g20 e liquidare la posizione nel caso in cui si superi il massimo di 1,42.

ps: i giapponesi sono veramente degli sfigati

Lukas
Scritto il 9 Novembre 2010 at 11:57

(ANSA) – ROMA, 9 NOV – L’autorita’ valutaria cinese (Safe) ha deciso un giro di vite sugli afflussi di capitali esteri, che e’ una risposta alla decisione della Fed di comprare altri 600 miliardi di titoli di Stato utilizzando denaro fresco. La Safe introdurra’ quote per l’utilizzo di debito estero a breve termine da parte degli istituti finanziari, oltre a rafforzare il controllo sul rimpatrio dei fondi di societa’ cinesi quotate all’estero e investimenti offshore.

09 Nov 11:50

mattacchiuz
Scritto il 9 Novembre 2010 at 12:18

sembra di assistere alla saga di guerre stellari, invece è solo guerre tra poveri, futuri poveri, non ancora poveri, già poveri, e poveri da un pezzo…

hironibiki
Scritto il 9 Novembre 2010 at 13:03

Io aggiungo una news.. Tempo fà mia moglie è andata a fare un corso per Intesa S.Paolo, e indovinate cosa gli ha detto il coordinatore delle filiali della Lombardia (quindi non un pesce piccolo).. Che questa ragazzi (rivolto ai presenti al corso) non è una crisi, la crisi è un periodo ti transizione che poi passa. Qui siamo davanti ad un cambiamento epocale e che se le cose dovessero peggiorare dovete aspettarvi anche la cassaintegrazione.
Ora mi rivolgo a voi.. RAGAZZI la cassaintegrazione ipotizzata per le banche sarebbe ASSURDO!!!! Se fosse vero che arriveranno a questo punto; beh lasciatemelo dire… gli italiani sono proprio dei caproni!!! Quando si sveglieranno? Ci meritiamo veramente una classe dirigente/politica così.
Che tristezza. Meno male che qui abbiamo l’opportunità di essere REALMENTE informati su cosa sta succedendo.
Grazie per tutte le notizie che leggo sempre con molto interesse 😀

Scritto il 9 Novembre 2010 at 14:38

🙂

lucianom
Scritto il 9 Novembre 2010 at 14:44

Il dollaro ha preso un virus…..

amensa
Scritto il 9 Novembre 2010 at 15:22

due particolari…. l’oro è schizzato oltre 1400 $/oncia ed in euro ancora di più (1300€/kg), e gli USA, con la cina si troveranno anche a fare i conti con le multinazionali che hanno delocalizzato là e sono mica poi tanto contente che si blocchino le importazioni dalla Cina…. è che ormai “tutto si tiene” e come tocchi una carta ne risente l’intero castello !!!

gaolin
Scritto il 9 Novembre 2010 at 17:09

Questa disamina di DT fa una fotografia della situazione globale del tutto condivisibile. Ci aggiungo alcune mie convinzioni personali.
Tutto ciò è frutto della dissennata politica degli USA che, soggiogati dagli interessi delle oligarchie finanziarie, hanno dimenticato che è la creazione di ricchezza vera, ovvero di beni più o meno tangibili, che fa forte una nazione nel lungo termine, non i valori artificiosi creati dalla finanza.
I governanti cinesi ciò lo sanno bene e lo riaffermano sempre. Al contrario degli americani i cinesi, lavorando sodo ma veramente sodo e, utilizzando il peg con il dollaro, procedono con determinazione nel perseguimento di questa politica. I fatti stanno dando loro ragione. Di questo si stanno accorgendo piano piano tutti, anche i pontificatori d’altri tempi, che ci erudivano sulle meravigliose opportunità offerte all’occidente dalla globalizzazione dell’economia a 360°.
Ora la Cina si ritrova con un apparto produttivo impressionante, in grado fra non molto di produrre quasi tutto per tutti, se ciò fosse possibile. Chi non ci crede vada a farsi un giro per le fabbriche di qualcuno delle migliaia di distretti industriali di dimensioni ciclopiche sparsi in tutta (quasi) la Cina.
L’occidente invece, con USA in primis e a parte qualche nazione che sta meglio di altre, si trova ad assistere allo smantellamento di siti produttivi, alla perdita del suo know-how, cioè al suo declino che rischia di diventare irreversibile.
Per cominciare a invertire la rotta bisognerebbe rendersi conto che, a parte certi numeri fuorvianti, è la Cina ormai il N° 1 e agire di conseguenza.
La situazione strana è che i cinesi fanno di tutto, a parole, per spiegare che non è così. Anche al prossimo G20 cercheranno con i loro sorrisi di convincere gli altri che esso non sarà il preludio del G1 + G19 = G20.
Gli USA, convinti invece di essere ancora loro i N°1, procedono con folle perseveranza a credere di aumentare la loro ricchezza stampando carta, invece di cominciare a tirare su le maniche, magari piantando qualche patata. Si fa per dire ma rende l’idea.
Gli europei ben divisi e impegnati in miniguerre economiche fra loro, risultano sempre più dei modesti attori, coinvolti in un dramma di cui per il momento non percepiscono la trama.

vichingo
Scritto il 9 Novembre 2010 at 17:54

Parlando di Cina, una volta, quando ero ragazzo, si sentiva canticchiare: ” e se la Cina ci dà il cannone, rivoluzione, rivoluzione”. Mi sembra che quello spirito sia stato tradito con l’esaltazione del turbo capitalismo, che niente ha a che vedere con l’auspicato benessere di tutti i cittadini che dovrebbero avere ciò di cui hanno bisogno, come recita un postulato della dottrina comunista che resta ancora un’utopia, a causa della disonestà del genere umano. Stiamo sempre più assistendo ad una mistificazione degli ideali per i quali molti in passato hanno sacrificato la loro vita per assicurare ai posteri un mondo migliore. Come disse il grande papa Karol Wojtyla, dopo il crollo dei regimi comunisti, il mondo capitalista è ingiusto perché mette al primo posto il profitto anziché la promozione del genere umano. Spesso l’amore per il pros

vichingo
Scritto il 9 Novembre 2010 at 17:56

Mi è partito il commento incompleto, togliete pure le ultime parole.

amensa
Scritto il 9 Novembre 2010 at 18:05

gaolin@finanza,

ciò che hai scritto lo sottoscrivo interamente, ed aggiungo una considerazione.
abbiamo vissuto, noi mondo occidentale, una illusione degna di un miraggio e mi esprimo con una metafora.
una mela la pago 0,1€ al contadino che pianta l’albero, lo cura e la raccoglie.
poi i “servizi” la pesano la scelgono, la lucidano, la incartano, la trasportano al grossista e da questi al dettagliante che la vende a 1€.
a chi ha prodotto è andato 0,1 e il consumatore paga 1.
questo ha creato l’illusione che la fonte della ricchezza fossero i servizi, dimenticando che senza la mela tutto il resto non esiste.
addirittura, poi, visto che fare il contadino era faticoso, l’abbiamo “delocalizzato”……. dimenticando che QUELLA era la vera fonte di ricchezza.

paolo41
Scritto il 9 Novembre 2010 at 20:07

Oggi a Sky Economia Guidalberto Guidi, ex-vice di Confindustria e persona di tutto rispetto, di fronte a un giornalista di Repubblica che pensava solo a “cambiare governo” e ad un esponente di Fli di cui non ricordo il nome, che azzeccagarbugliava con i numeri della finanziaria, ha molto semplicemente spiegato che il nostro paese è praticamente deindustrializzato e ha dato scarse probabilità ad una ripresa dell’economia nazionale e dei posti di lavoro.
Detto in altre parole, siamo alla frutta….. senza allusioni alla mela di Amensa.

Scritto il 9 Novembre 2010 at 20:35

gaolin@finanza,

Ciao Gaolin!

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