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Crisi: atteso taglio tassi BCE e negli USA c’è chi scommette su un nuovo QE
Che la globalizzazione abbia dimostrato la sua efficacia proprio con la crisi economica, questo è un dato molto evidente. Il rallentamento economico infatti non è solo visibile in Europa. Anche i paesi emergenti si trovano in una situazione abbastanza complessa. Certo, il loro rallentamento non significa recessione ma crescita meno virtuosa, ma pur sempre crescita. Discorso invece paritetico all’Europa lo possiamo fare per quel paese che sembrava immune alla crisi, che sembrava curato con le generose iniezioni di liquidità ma che alla fine, ahimè, rischia una nuova recessione.
Che l’Europa è in difficoltà è cosa nota, tanto che ormai tutti gli operatori si aspettano nel prossimo Meeting BCE di questa settimana, un taglio del tasso REPO.
Una mossa forse psicologica ma che vuole dare un segnale al mercato: la voglia di continuare a sostenere con le armi a disposizione (che sono inferiori rispetto a quelle date in dotazione alla FED) un’ economia in forte contrazione, specialmente nei paesi del cosiddetto Club Med.
Quindi tasso Bce che dovrebbe finire in area 0.75%, per la prima volta sotto l’1%.
E dall’altra sponda dell’Oceano risponde la macroeconomia a stelle strisce con un dato sull’ISM manifatturiero che scende oltre le previsioni e….ahi ahi ahi…sfonda area 50 ..
The Institute for Supply Management said its index of national factory activity fell to 49.7 from 53.5 the month before, missing expectations of 52.0, according to a Reuters poll of economists, and below even the lowest forecast of 50.5. (Reuters)
Quindi 49.7, segnale decisamente negativo per gli USA. E la scommessa di tutti ora è capire se Obama si vorrà muovere in modo aggressivo con un terzo Quantitative Easing e con tutto quello che ne potrebbe derivare, sia per il debito pubblico, sia per i mercati e sia per la fiducia. Al momento il confronto con l’Europa è ancora chiaramente a favore degli USA ma la tendenza è indiscutibile. Non è possibile essere immuni a questa crisi.
STAY TUNED!
DT
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il taglio dei tassi non serve a un kazz ! anche xche le banche non abbasserebbero mai gli interessi passivi per loro nei confronti della clientela ! X CUI NON POMPATE SOLUZIONI CHE SOLO SOLO DELLE KAGATE !VEDASI IN AMERICA COSA HA PORTATO IL TASSO A ZERO ? PEZZENTERIA DIFFUSA ! MA CERTE SCEMENZE NON VOGLIONO PROPRIO MORIRE !
QUOTO AL 100% no ANZI AL 1000%
E’ solo aria fritta, fumo neglio occhi, ma si a molti l’aria fritta piace
Ism non manifatturiero usa a 49,7 CHE BRIVIDO alla faccia della ripresa, ma non lo dite a nessuno, potreste essere additati di gufismo.
Io noto che quando la barca si inclina nella direzione del ribasso, qui ci si affanna a spiegare il perchè di questa inclinazione e se potrà durare ancora, salvo quando poi l’inclinazione cambia all’improvviso verso il rialzo ecco che ci affanna estenuamente a giustificare il rialzo e possibile durata del suo trend, del tipo :
Crisi: atteso taglio tassi BCE e negli USA c’è chi scommette su un nuovo QE
Tanta aria fritta insomma, per non parlare dello scudo spaziale e dell’unione bancaria.
Qui il problema cari lettori è solo uno la crescita economica non c’è, tutte queste panzane messe in pista dagli euroburocratici e dagli amici a stelle e striscie servono solo a mettere in sicurezza gli interessi delle lobbie che ci sono dietro le banche e le varie multinazionali, libere di delocalizzare in tutto il mondo salvo poi non pagare le TASSE, un piccolo dettaglio.
già …. sottoscrivo, è aria fritta, ma domandina da 50 milioni ….. secondo voi, PERCHE’ ce la somministrano ? questo è il caso che più che capire l’oggetto sarebbe importante capire il perchè esso viene elargito.
Semplice per preservare il loro sistema dall’implosione
Si compra tempo, si riducono i cittadini degli stato più deboli e non sul lastrico, il tutto perchè se le banche non vengono messe in salvo porterebbe alla catastrofe, le banche sono il cardine dell’economia.
Una grandissima cazzata, le banche vanno nazionalizzate, ripulite del marcio che hanno in pancia e rimesse in condizioni di tornare a fare le banche, ma questo deve andare di pari passo con la ridefinizione delle regole alla base del WTO, basta delocalizzaione selvaggia.
Ma ai lobbisti siano essei bancari che delle multinazionali, in compagnia dei loro SERVI DELLA GLEBA I POLITICI pensano solo breve e sono convinti evidentemente che la disintegrazione della classe media nei paesi con economie mature per loro non apporterà danni importati, tutto nel nome del libero mercato, salvo poi chiedere aiuto a mamma stato quando sono alla canan del gas, o al congresso usa, dietro laute mazzette la non approvazione di leggi che danneggerebbero il loro sacro modello di business.
Bravo DT che hai pubblicato il secondo grafico, perché lo ritengo molto ma molto interessante.
Mi spiego.
Guardando lo storico, sia dell’ISM che della produzione industriale noterete uno spartiacque all’incirca ad inizio 2009 poco prima dell’inversione delle curve.
Prima di tale data l’Europa (linea gialla) seguiva a ruota gli USA (linea blu), quindi con un leggero ritardo (di qualche mese) nei momenti di inversione delle curve. Al massimo (ma raramente) era al pari come tempistica di inversione.
Dopo tale spartiacque è successo il contrario! Siamo noi che invertiamo prima come dati… e poi ci seguono a ruota gli USA (con un ritardo sempre più pronunciato in termini di mesi).
Eclatante poi l’andamento a partire da metà 2011.
Lancio alcune domande provocatorie, su cui vorrei farvi riflettere.
Che abbia ragione Obama sull’influenza della crisi europea sulla economia americana?
Fra poco ci scorderemo da dove è iniziata la crisi?
Tendiamo a sottovalutare fortemente la strategia economica e mediatica degli USA. Soprattutto i nostri eurocrati: ogni tanto mi chiedo se veramente se ne rendano conto oppure sono compiacenti. 🙄 🙄
Sarebbe bello sapere quanto della produzione industriale USA e quindi quanto del suo rallentamento dipende dall’area Euro. Esiste un qualche indicatore diaggregato della produzione industriale?