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CRAZY MARKET: dalle stelle alle stalle ma occhio ai falsi segnali
Il rimbalzo dello SP500, accompagnato dal folle movimento del US Cboe Put Call Ratio, illustrano un mercato molto nervoso. Ma se guardiamo altri indicatori non passano i timori. E’ giunta l’ora di agire.
Inutile tornare sui soliti discorsi di come questo mercato sia cambiato, di come sia aumentata la volatilità e di come si stiano polverizzando, senza apparenti motivi certi, miliardi di Dollari di capitalizzazione.
Cerco solo di portare in evidenza alcuni aspetti, spesso estremi, che sfuggono all’occhio dell’investitore.
E perdonatemi se continuo a concentrare la mia attenzione sul benchmark azionario globale, lo SP500, tanto alla fine sappiamo tutti benissimo quanto sia fondamentale per le sorti delle dinamiche dei mercati finanziari.
Come ho anticipato in un rapido post ieri sera, Apple ha pensato bene di regalarci l’ennesima mattonata, in un mercato che nella sua negatività sembra quasi diventare autoavverante. Ecco perché bisogna sempre cercare di essere freddi e calcolatori, oltre che coerenti con le proprie strategie. I mercati sono spesso irrazionali o forse non lo sono, il problema sta nel fatto che lo sapremo solo tra molto tempo…
Intanto però mi ha incuriosito un ennesimo elemento.
In questi giorni avete avuto modo tutti di vedere (malgrado il momento festivo) il rimbalzo della borsa USA.
Guardate il grafico.
Grafico SP500
Grafico SP500 SPX made with Tradingview software
Un rimbalzo che sembra quasi sontuoso anche se poi alla fine…non se n’è acorto nessuno. Ma attenzione, dagli estremi si ripassa agli estremi.
Ricordate il Put Call Ratio? Eccovi la sua evoluzione.
US Cboe Put Call Ratio
In questo post vi parlavo di come fosse diventato estremo il “panico” che si leggeva in questo indice. E che quindi era un elemento che poteva essere anticipatore per un rimbalzo. Cosa che è avvenuta.
Ma attenzione, cosa è successo dopo è incredibile. Passati a 1,82 (pieno panico) a 0,72 (piena euforia) proprio in concomitanza con il rimbalzo che vi dicevo prima.
Non è un bel segnale, significa che il rimbalzo non ha capo né coda, o che forse il mercato ha perso completamente il lume della ragione. Forse ci aiuta un po’ di più quel solito indice che utilizzo spesso per tastare il polso al mercato azionario, ovvero quello delle obbligazioni corporate.
BBB corporate bond spread
E’ evidente che in tutto il globo si allargano gli spread, c’è maggiore percezione del rischio finanziario, c’è minore fiducia sulle imprese. Insomma, segnali non incoraggianti.
La percezione che inizio ad avere è che il sentiment tenda a logorarsi ulteriormente (occhio all’ISM, ricordate? CLICCATE QUI!) e che quindi i minimi visti a fine anno non siano la base della ripartenza.
A questo credo sia quantomai importante l’intervento della diplomazia, della politica, delle banche centrali per ricreare un clima meno ostile e più costruttivo. I mercati hanno bisogno di certezze, hanno bisogno di tranquillità. Oggi tutto questo non esiste più.
STAY TUNED!
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