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ISM Manifatturiero USA: inizio anno con il botto?
Il giorno 3 gennaio scopriremo il livello dell’ISM manifatturiero USA. E’ atteso a 58 ma attenzione, un nuvolone incombe e non possiamo ignorarlo.
Nel video TRENDS del weekend ho provato a tracciare alcune ipotesi di come sono impostati i vari quadri in ambito intermarket, sottolineando la criticità del momento storico in cui ci troviamo.
Lo so, siamo ancora nel 2018 ma ormai il passato è passato, dobbiamo voltare pagina, e proiettarci solo al futuro. Ma attenzione, il futuro è quantomai prossimo, visto che già fin da inizio anno saremo sommersi da una valanga di dati macroeconomici di estrema importanza. Eccovi un’agenda con un estratto SOLO dei dati macroeconomici considerati TOP a livello di importanza (ho tralasciato molti appuntamenti meno cruciali). E capirete che inizio 2019 sarà veramente col botto.
Come potete vedere, i vari indici PMI e ISM manifatturiero ci permetteranno di tastare il polso del mercato dopo un mese, quello di dicembre, estremamente negativo, soprattutto se paragonato alla stagionalità solita di questo mese. Quindi, tanto per cominciare OCCHIO alla giornata odierna, pregna di dati sopratutto in Eurozona (e occhio a quota 50 dei vari indici PMI).
Troverete nella slide una freccia di fianco all’ISM manifatturiero USA: come vedete è atteso in leggero ribasso a 58, da 59,3. Un ribasso che, vista la negatività del mercato, ci può stare.
Oggi però chattavo con l’amico Andrea che dall’Irlanda spesso mi illumina con interessanti messaggi. Mi ha parlato del crollo di un altro indicatore di fiducia, quello della FED di Richmond, un indicatore che però in passato era sempre andato di pari passo con l’ISM.
La cosa interessante sta nel fatto che l’indice della FED di Richmond esce qualche giorno in anticipo rispetto all’ISM. Ma se guardate questo grafico, capirete che sono due indici spesso “fotocopia”.
FED Richmond Manufacturing Conditions vs ISM Manufacturing USA
L’indicatore di Richmond è piombato sotto zero, era a 14, è piombato a -8. Il consensus lo dava, udite udite, a 16. Questo è quanto riporta TradingEconomics.
Fifth District manufacturing activity weakened in December, according to the latest survey from the Richmond Fed. The composite index dropped from 14 in November to −8 in December, weighed down by drops in the indexes for new orders and shipments. At −25, the shipments index was its lowest reading since April 2009. However, the third component, the index for employment, rose. Respondents indicated a deterioration in local business conditions, as this index fell to −25, its lowest reading on record, but most firms were optimistic that conditions would improve. (Source)
Dite che l’indice di Richmond è geograficamente limitato? Vero, avete ragione. Si tratta di un’analisi delle aree di District of Columbia, Maryland, North Carolina, South Carolina, Virginia. Ma i dati sono chiari. Un tonfo di ordini e spedizioni.
DOMANDA: ma l’ISM manifatturiero previsto, tiene conto di questo oppure no? Insomma, sembra che praticamente l’indicatore di Richmond stia vedendo una realtà che il mercato ancora non si aspetta e che forse toccherà con mano a gennaio.
Se cosi fosse, vedendo il comportamento storico del parallelismo tra i due indici, si rischierebbe addirittura la tenuta di area 50, livello più che fondamentale per economia, mercati e nervi degli investitori.
Ovviamente io non posso sapere cosa accadrà, e non posso anche negare che altri indicatori recentemente usciti (come il Chicago PMI) sono stati assolutamente difendibili.
Però credo sia importante mettervi all’erta su una sorpresa che (speriamo non sia) se confermata, ci farà cominciare il 2019 in modo quantomeno burrascoso.
STAY TUNED!
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E non dite che non ve l’avevo detto…