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DEBITO GLOBALE: e come lo gestiamo?
E’ giunta l’ora di tornare a parlare di un argomento che ha accompagnato questo blog nel corso degli anni. Siamo arrivati a 12.000 post scritti. Ve lo ripeto, 12.000, una quantità di informazioni indipendenti che ho pubblicato nel corso degli anni e che ha accompagnato la mia vita dal 2005.
Chi mi conosce, ricorda sicuramente i discorsi fatti sulla sostenibilità del debito. Poi è arrivato il Covid e la situazione è addirittura peggiorata ma grazie a tassi di interesse a livello ZERO (ZIRP) il problema non si poneva. Peccato che poi le cose sono cambiate, i tassi sono decollati e quindi… come siamo messi?
Ho trovato un grafico molto interessante che riassume in modo ideale la complessità della situazione. Prendiamo il debito aggregato dei principali paesi e rapportiamolo al tasso medio pagato sul debito.
Ecco, cari amici, qualcosa inizia a preoccuparmi.
Nel 2023, il debito globale ha raggiunto la cifra record di 300 trilioni di dollari, pari a circa il 350% del PIL globale. L’Italia, con un debito pubblico che supera il 150% del PIL, si trova in una posizione particolarmente critica. Ma è ancora sostenibile? Ragioniamo un attimo…
Bassi tassi d’interesse: Le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali hanno reso il debito più facile da contrarre, ma hanno anche alimentato la sua crescita incontrollata dello stesso. E poi molto debito contratto a ZERO ora deve essere rinnovato… ad un tasso drammaticamente superiore.
L’invecchiamento della popolazione: L’aumento del numero di pensionati e la diminuzione della forza lavoro riducono le entrate fiscali e aumentano la spesa pubblica per la previdenza sociale. Quindi chi pagherà il debito che non può che salire anche a causa dell’aumento del costo dello stesso?
Scarsa crescita economica: La crescita economica stagnante rende più difficile per i governi ripagare il debito. Ricordate? Rapporto Debito/PIL che per essere virtuoso deve per forza essere guidato da un PIL virtuoso. Altrimenti come si può fare? Rinegoziare? Chissà…
Intanto però oggi il rischio insolvenza secondo me è molto cresciuto ma il mercato non lo sconta minimamente. Guardate i titoli High Yield. Il premio al rischio è ai minimi. Ha senso in un mondo dove addirittura il premio al rischio è diventato quasi insignificante?
Una conseguenza ulteriore è l’impegno che i governi dovranno prendersi per cercare di “gestire” l’immane debito partendo da una gestione più oculata del deficit.
Quindi meno sostegno fiscale. Teniamone conto, cari amici e questo non potrà che essere un problema. E per un paese come l’Italia dove la coperta è cortissima, non possiamo certo sperare in miracoli. E quindi ipotizzare meno tasse lo vedo sempre più utopico.
E che si può fare? Riforme strutturali? Si certo, per aumentare la crescita economica e la produttività, i governi dovrebbero attuare riforme strutturali del mercato del lavoro e del sistema fiscale. Puntiamo ad un consolidamento del debito? I governi potrebbero cercare di ridurre il debito attraverso un processo di consolidamento, che include la ristrutturazione del debito e la vendita di asset pubblici.
Ma l’impatto sul mercato e sul sistema? Unica cosa “gratis” che potrebbe curare limitatamente il super debito è l’inflazione che può erodere il debito nel tempo. Ma deve essere un’inflazione moderata, 3-4% altrimenti si scatenano altri problemi. E ovviamente la crescita non deve essere troppo latitante.
Non posso dire dove andremo a parare, intanto però assumiamo consapevolezza del problema. E per l’Italia… come è che si chiamavano? CACs?
STAY TUNED!
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