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Crisi economica: alla ricerca del tempo perduto
Lo scenario è confermato dal FMI: contrazione economica e l’Italia è la peggio messa di tutte. E se poi guardiamo gli stipendi…
La crisi economica ormai ci accompagna da anni. Da quando, nel lontano 2007 ( e chi già mi conosceva allora lo può confermare) si era subodorata la crisi subprime e si era capito il meccanismo perverso in cui stavamo finendo, la valanga di liquidità ha creato una serie di bolle che poi sono sfociate in crisi che, in un modo o nell’altro, sono sempre state rattoppate ma mai seriamente curate, in quanto gli oneri erano troppo pesanti… Peccato che il “comprare tempo” non ha fatto che peggiorare ulteriormente la situazione ed oggi ci troviamo in una realtà quantomeno MOLTO complessa.
Ed è dal 2008 che i paesi praticamente sono caduti un una forma recessiva da cui, realmente, non si sono più tirati fuori. Il trend di crescita economica si è drammaticamente interrotto.
SINCE the financial crisis struck in 2008, the economic output of most of the rich world has stalled. By the end of the last quarter of 2011, GDP in the 34 countries of the OECD was 6.8% lower than it would have been had it continued at its 1995-2007 trend growth rate of 2.7% on average. In monetary terms, that’s $2,200 per person. According to the IMF’s latest economic growth forecasts for the years up to 2017, released on April 17th, it will take OECD countries another 2.7 years to reach its pre-crisis trend level of economic output. (Economist)
Il grafico sopra proposto, mette in luce il cosiddetto “Tempo perduto”. E l’Italia, prima di recuperare il gap perso, secondo i calcoli del FMI, dovrà ancora penare solo al bellezza di 15 anni.
Eccovela servita cari amici quella che io definivo CONTRAZIONE. Ve la ricordate? Ma stavolta non ve lo dice un blogger da quattro soldi ma il FMI. Ed è interessante notare che per esempio, la Corea del Sud oggi si trova in una condizione come se…non ci fosse mai stata crisi. Complice ovviamente un crescita interna notevole. E poi…noterete che in questa tabella mancano alcuni stati. Come per esempio sei paesi OCSE (Cile, Israele, Polonia, Slovacchia, Svizzera e Turchia).
Il motivo? Loro non solo NON hanno perso anni per colpa della crisi, ma ne hanno guadagnati. Il vero miracolo economico abita qui?
Stipendi: Italia tra il peggio in Europa
La situazione drammatica per l’Italia è poi confermata dallo scenario “stipendi”.
Italia sempre più in recessione. Il Belpaese resta in fondo alla classifica Ocse sui salari, scivolando dal 22esimo al 23esimo posto su 34 Paesi membri dell’organizzazione. (…)
Il salario netto medio di un single senza figli a carico – ha spiegato l’Ocse – in Italia nel 2011 è stato di 25.160 dollari, all’attuale tasso di cambio, inferiore alla media Ocse (27.111 dollari). La cifra è inferiore anche a quella della Spagna (27.741), dell’Irlanda (31.810) e di quella degli altri grandi Paesi Ue, come Francia (29.798 dollari), Germania (33.019) e Gran Bretagna (38.952). Il salario lordo è stato invece di 36.361 dollari, lievemente inferiore alla media Ocse (36.396).
Diventa difficile puntare sulla crescita quando si vive solo di tasse aumentate e di austerity…
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DT
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grazie, ma questo non lo consiglierei neanche al peggior nemico
Sono indegno di questo forum…scusate, vado a suicidarmi.
Ritornando al tuo post, certo che confermo che avevi previsto la crisi USA dei subprime con notevole anticipo…come pure ricordo che siamo stati fra i primi a denunciare le conseguenze della globalizzazione, siamo stati senz’altro i primi a dire che l’euro ci stava strozzando, che la Grecia non aveva alternative al default, etc, etc…….
Quindi non siamo un blog da quattro soldi, se riusciamo a leggere e anticipare la probabile evoluzione degli eventi anche prima di prezzolate istituzioni!!!!!!
Scusa ma perchè non replichi ad argomenti, riguardanti problemi reali e concreti, piuttosto che i soliti panegirici, noi l’avevamo previsto, l’avevamo detto, e quindi ?
ora bisogna passare ai fatti AIUATRE CHI E’ IN DIFFICOLTA’
OK
Il commento non è rivolto solamente a te ma a tutti, parlare è bello ( sport degli italiani numero uno ), passare all’azione è un’altra cosa.
se partecipi ad un blog non hai altri mezzi che “scrivere e trasmettere le tue opinioni”. Queste possono essere di due tipi: aggiungere commenti a fatti già accaduti o cercare di anticipare quali potrebbero essere le conseguenze di certi eventi.
Non credo che anche mettendo insieme tutte le voci dei vari blog, riusciremo a fare la “rivoluzione”, armarci di forconi e marciare su Roma….
Penso invece che sia preferibile suggerire possibili soluzioni o rimedi alle varie criticità e credo che, anche questo, lo abbiamo fatto più di una volta, tutti insieme, senza inutili vanaglorie, ma senz’altro con un pizzico di soddisfazione personale di essere partecipe a questo gruppo.
La butto lì così… visto che mi sto documentando.
Siamo appena entrati in guerra piena tra BCE e Bundesbank: non anticipo nulla visto che sto trovando fonti affidabili. Potrebbero esserci importanti e inaspettati sviluppi.
Ovviamente SE trovo il materiale cercato, seguirà post con scenario dettagliato… giusto perché vi manteniate in allenamento la vostra capacità di riflessione 😉
E’ arrivata l’ora degli eurobonds?
Attendo con impazienza il post, mi hai incuriosito parecchio 🙂
Credo che sia proprio il contrario… inizio a scrivere… ho trovato un po’ di materiale. Datemi qualche giorno… tanto non è un evento imminente. 😉
Il debito pubblico lo ridurrei subito, facendolo pagare a tutti i Fratelli Massoni d’Italia, che sono centinaia di migliaia, e che per 50 anni hanno affondato abbondantemente le mani nella torta e nella marmellata della spesa pubblica. Altro che andare a prendere i soldi dalle tasche dei poveri cittadini ignari ed onesti. MASSONERIA = FLAGELLO D’ITALIA.
Esatto. LA chiave è proprio lì. Da una parte la chiusura della Bundesbank. E dall’altra il resto dell’UE.
La tua idea potrebbe anche essere condivisa ma ovviamente non è realizzabile…
Non c’entra, ma…natural gas 12% in pochi giorni. Inversione di tendenza in arrivo? Rilevo perchè so che tu sei molto attento a questa materia prima.