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BAROMETRO INFLAZIONE: il giorno del giudizio

Scritto il alle 10:41 da Danilo DT

Ultimamente scrivo di meno anche perché non voglio risultare ripetitivo. Se avete notato, non ci sono state grandi novità e quindi meglio seguire sul bordo del fiume lo scorrere dei mercati e cercare di capire cosa sta accadendo.
Ma oggi e domani qualcosa potrebbe accadere.

Infatti proprio oggi avremo a che fare con alcuni dati macroeconomici molto importanti, in primis il PIL USA, i soliti dati sulla disoccupazione e poi massima allerta un certo dato sul tasso inflazione in arrivo domani pomeriggio.

PCE Core: il barometro della FED

Nel mondo della finanza, dove numeri e grafici regnano sovrani, alcuni indicatori assumono un ruolo da protagonisti, capaci di influenzare mercati e decisioni con il loro potere predittivo. Tra questi, il PCE Core si erge come un vero e proprio barometro dell’inflazione americana, muovendo i fili dell’economia e tenendo con il fiato sospeso investitori e trader.

Cos’è il PCE Core?

Per i meno avvezzi, il PCE Core, acronimo di Personal Consumption Expenditures Core Price Index, rappresenta l’indice dei prezzi per le spese per consumi personali, ma con un’importante precisazione: esclude le due componenti più volatili, i prezzi energetici e quelli alimentari. In parole semplici, immagina un paniere di beni e servizi che gli americani acquistano quotidianamente, togliendo la pasta e la benzina, che come ben sappiamo, subiscono forti fluttuazioni.

Perché è così importante?

La sua importanza risiede nel fatto che la Federal Reserve, la banca centrale americana guidata da Jerome Powell, lo considera come l’indicatore chiave per valutare l’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti. Più il PCE Core cresce, più l’inflazione aumenta, e questo dato influenza direttamente le decisioni della Fed sui tassi di interesse.

Cosa ci aspetta nel prossimo futuro?

Venerdì 31 maggio alle 14.30 italiane, conosceremo i dati PCE Core e Headline di aprile. Gli analisti prevedono un rallentamento del PCE Core, ma pur sempre su livelli alti. Questo potrebbe indurre la Fed a mantenere una linea dura sui tassi di interesse, allontanando la speranza di un taglio nel 2024.

Oltre ai numeri, l’importanza del quadro generale

Il PCE Core, pur fondamentale, non è l’unico fattore che guida la Fed. Reddito personale, spese per consumi e altri indicatori macroeconomici concorrono a delineare il quadro generale. Un eventuale deterioramento di queste variabili potrebbe spingere la Fed verso una politica monetaria più accomodante, nonostante un PCE Core ancora vivace.

Ma se il PCE Core è troppo sostenuto…

Il problema sorge ovviamente se il PCE core è molto tonico, perché la FED potrebbe anche sorprendere, ovvero decidere di frenare la politica monetaria nei prossimi mesi. Se guardiamo i Future, a 6 mesi il mercato è diviso su cosa farà la FED e non esclude ASSOLUTAMENTE l’ipotesi che i tassi di interesse vengano lasciati invariati.

Un mancato taglio dei tassi da parte della Fed potrebbe frenare la crescita economica nel breve termine, in quanto i prestiti diventerebbero più costosi per le imprese e i consumatori. Tuttavia, questo potrebbe anche contribuire a ridurre l’inflazione, se la Fed ritiene che sia ancora troppo elevata. Il punto di equilibrio tra crescita e inflazione sarà fondamentale per determinare l’andamento dell’economia nel corso del 2024.

In un contesto di tassi invariati, gli investitori dovranno riconsiderare le proprie strategie di asset allocation. Le azioni potrebbero risultare meno attraenti, mentre le obbligazioni potrebbero beneficiare di una maggiore stabilità dei rendimenti. Tuttavia, è importante ricordare che la diversificazione rimane la chiave per mitigare il rischio in qualsiasi scenario di mercato.

Un 2024 senza tagli dei tassi da parte della Fed rappresenterebbe un cambiamento significativo rispetto alle aspettative attuali del mercato. Le conseguenze di questo scenario sarebbero complesse e di ampia portata, influenzando mercati azionari, rendimenti obbligazionari, crescita economica e inflazione.

Gli investitori dovranno essere attenti ai segnali economici e alle comunicazioni della Fed per navigare in questo nuovo panorama e adattare le proprie strategie di conseguenza. L’importante è diversificare e non dare per assodato nulla. Perché i mercati ci hanno abituato a grandi sorpresi.

Danilo DT

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