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La crisi economica e la fiducia: ma dove sono le riforme?
Non basta affidarsi all’ LTRO e al fondo Salva Stati. La politica deve abbandonare il lassismo e portare avanti quelle riforme necessarie per l’economia.
E’ quasi incredibile il fatto che ci si sorprenda quando i politici, gli economisti e comunque “quelli che contano”, tornino sul pianeta Terra e si rendano conto che la crisi economica è sempre lì, che ben poco è stato risolto e che i problemi sono stati solo spostati avanti nel tempo.
Riforme? Praticamente nessuna. Tutte strategie atte a tamponare un momento difficile cercando di dare fiducia, fiducia e ancora fiducia. Ma non mi sembra che con la fiducia si sia fatta la storia. Forse occorrono anche fatti concreti.
E questi fatti concreti sono appunto le riforme, che in Italia sono un punto dolente in quanto, siamo sinceri, mancano. Ma siamo un buona compagnia, non temete.
In Italia come altrove.
In questo week end, mi sono fermato un attimo a ragionare e mi sono reso conto che è successo un fatto molto importante in queste ultime settimane, che forse non abbiamo mai preso in considerazione ma che sta diventando determinante.
Come ben sapete, le banche centrali sono protagoniste da tempo con politiche monetarie espansive ed aggressive. Queste copiose iniezioni di liquidità hanno creato sui mercati quella bolla di fiducia che ha avuto effetti positivi sui listini. E tutto questo è arcinoto.
E poi il fondo Salva Stati, il mix di ESM e EFSF che porterà il cosiddetto firewall ad un impegno di 1.000 miliardi di Euro (di cui 200 già utilizzati). Buona parte di quei soldi saranno solo virtuali, essendo composti da garanzie, e quindi anche qui si tratta di “fiducia”. Ma buona parte saranno anche soldi reali, e non saranno pochi. Soldi che però verranno utlizzati in caso ddi “crisi liquidità” e quindi non con effetti strutturali. Leggetevi questo interessante articolo.
L’Italia quest’anno contribuirà al “capitale versato” del fondo di stabilità permanente Esm con una quota pari a 5,7 miliardi che sarà versata in due rate da 2,85 miliardi, pagate l’una in luglio e l’altra entro ottobre. Questi due importi saranno coperti con emissione di titoli di Stato a medio e lungo termine, con caratteristiche che saranno stabilite per decreto dal ministero dell’Economia. (Source)
Ma poi, nel concreto, cosa ha generato tutta questa fiducia? Questa fiducia a fatto creare anche a livello politico ed amministrativo un’atmosfera che definirei di lassismo.
Fintanto che ci si sentiva con l’acqua alla gola, con uno spread BTP Bund a 500pb, tutti in Europa temevano la fine del mondo.
E poi è arrivato Mario Draghi che con il suo LTRO ha dorgato i mercati, un vero Valium che ha tranquillizzato tutti. MA non ha risolto i problemi. Però chi doveva fare le riforme ha visto il rischio che scendeva. E allora, ha preferito “evitare” di prendersi la birga di apportare al sistema quei cambiamenti e quelle iniziative che sono invece FONDAMENTALI per la ripresa dell’economia e per dare un futuro non solo all’Italia ma all’Europa intera.
Qualche esempio? La riforma del lavoro (articolo 18) è stata modificata, limata e ritardata, cercando di accontentare un po’ tutti e perdendo di vista le ragioni fondamentali di tutto il progetto Salva Italia, che forse sta diventando tropo politicizzato.
O ancora la Spagna, che ha già detto chiaramente che del “fiscal compact” se ne frega e che non raggiungerà gli impegni presi.
La morale di tutto questo è molto semplice. Chi ci governa non ha capito che solo con l’ LTRO, la fiducia e le promesse (lo diciamo da ….sempre!) non si va da nessuna parte e, col tempo, le banche torneranno a dover confrontarsi coi soliti problemi, le economie non torneranno a crescere e la nostra competitività resterà arroccata ai minimi storici.
Ma erano questi i presupposti del governo Monti? Erano questi i progetti dell’Eurogruppo che dovevano riportare le economie dell’Eurozona ad una nuova fase di ripartenza?
Brutto dirlo, ma si sta nuovamente perdendo tempo. O se preferite, la BCE con Draghi potrebbe anche aver fatto la cosa giusta con questo sostegno ai mercati A CONDIZIONE però che poi fossero arrivate le riforme che oggi non si vedono. E se non si interviene subito, non solo sarà tutto come prima, ma sarà anzi ben peggio. Non scordiamocelo.
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DT
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A me sembra che non abbiate ancora capito il VERO di tutto questo bailamme , i governi, o meglio chi governa, sta’ prendendo tempo sperando in una ripresa mondiale guidata dai BRICs, non ci sara’, e non potendo aumentare a dismisura le entrate (dovrebbero fare 10 manovre da 50 miliardi) taglieranno…. tagliando il PIL si contrarra causando meno gettito e soppratutto starando le percentuali PIL/Debito, questo portera ad una implosione che terminera’ con una guerra….
tempi? 10 anni…… Solo la mia impressione…
mariothegreat@finanza:
…questo portera ad una implosione che terminera’ con una guerra….
tempi? 10 anni…… Solo la mia impressione…
Secondo me anche prima di 10 anni. Gli Usa si preparano come sempre a fare zorro stavolta in Iran (almeno così leggevo qualche giorno fà) portando le sue portaerei, l’inflazione in eurozoa ormai sta andando fuori controllo (+10% in due mesi su consumo elettrico in Italia, ASSURDO!), disoccupazione in aumento (9.3% a Febbraio)..
Insomma 10 anni no, son troppi. Secondo me cade tutto molto molto prima.
Poi con l’articolo 18 aumenteremo la guerra tra poveri, gente licenziata perchè troppo costosa e altre assunte con contratto a tempo determinato o precario e stipendi minimi. Evviva l’equità.
Difficile stabilirlo, abbiamo un paio di anni per salvare gli stati in difficolta con gli ultimi finanziamenti virtuali, forse un altro paio per vedere implodere i servizi e i PIL, la disgregazione dell’Europa… dai 5 anni in poi e’ tutto grasso che cola.
Chiaramente sempreche’ gli USA non partano con una guerra in Iran o che il mondo si moralizzi e i politici non facciano gli interessi della gente… quest’ultima ipotesi la piu’ improbabile…
Ferruzzi sosteneva che al debito bisognerebbe erigere un monumento. La maestosità dei politici nel distorcere i pensieri ha fatto si che del debito se n’è fatto un monumento.