Le nuove regole che cambieranno Euro e Unione Europea

Scritto il alle 10:47 da Danilo DT

24 marzo 2011. Segnatevi questa data.
Certo, vi starete chiedendo perché.

Il 24 marzo 2011 potrebbe essere il vero D-Day per l’Euro, per l’Unione Europea, per i paesi periferici e anche per l’Italia. Il 24 marzo ci sarà un Consiglio Europeo dove si cambieranno le regole del gioco. Per farla molto breve, verranno imposte tutte quelle condizioni necessarie per cambiare registro, per dare un futuro all’Euro e per salvare l’Unione Europea E le condizioni saranno dettate da chi comanda, ovvero la Germania.
Quali saranno queste condizioni? Leggendo qua è là, credo di essere riuscito a stilare l’elenco dei paletti che la dama teutonica detterà al mercato europeo.

1) Rivoluzione fiscale: è il passaggio più logico. La Germania chiederà maggior uniformità fiscale e sui periferici si chiederà la possibilità di vigilare fortemente su deficit, partite correnti, debito pubblico e quant’altro. In poche parole, l’Europa di serie A vigilerà, controllerà e per certi versi dominerà con costrizioni vincolanti l’Europa di serie B.
2) Bilancio: Verrà imposto il pareggio di bilancio. Ovviamente i problemi salteranno fuori per quei paesi, come l’Italia, dove il debito elevato diventa molto problematico con tassi in aumento, il che costringerà il Bel Paese a trovare in qualche modo dei soldi. Visto che ormai si è tagliato persino le spese della carta igienica a Montecitorio (certo, sto esagerando, di sprechi ce ne sono ancora moltissimi…) credo sia necessaria anche una stretta fiscale, da tempo attesa dal sottoscritto in quanto…secondo me non ci sono vie alternative. La parola austerity vi ricorda qualcosa?
3) Ristrutturazione del debito: paesi come Irlanda e soprattutto Grecia dovranno accettare misure drastiche e violente per rimettersi in sesto. E una di questa è la ristrutturazione del debito. E chi ristrutturerà, diventerà la Cenerentola d’Europa.

Proprio in merito a quest’ultima questione, ovvero il debito pubblico della Grecia, il FMI ha fatto due conti. Il ratio debito pubblico/Pil dovrebbe arrivare nel 2013 al 158% (attualmente stimato al 145%), Livelli indifendibili e insostenibili, senza poi dimenticare che sono il frutto di false comunicazioni date la mercato (la Grecia ha falsificato i dati). Recentemente il rendimento dei titoli ellenici sono tornati a scendere, i CDS sono seguiti a ruota, e addirittura nell’ultima settimana la BCE non ha più dovuto sostenere il mercato con acquisti di titoli periferici in quanto la fiducia del mercato ha autoalimentato il sostegno economico e psicologico degli Hellas Bonds. Ma per quanto tempo potremo ancora godere di questa idilliaca situazione, visto che moltissimo resta ancora da fare? Quanto resisterà ancora questo regime di calma apparente?

Difficile dare queste risposte, come è difficile ed arduo riuscire a gestire e a capire come faranno i paesi che rappresentano l’anello debole dell’UE ad accettare le regole imposte dalla Merkel il 24 marzo.

Intanto l’inflazione in Europa inizia a tuonare. Non sono previste prese di posizione (siamo ancora lontani dalla vera “zona pericolo”). Certo che un aumento dei tassi proprio ora sarebbe la mazzata che manca per falcidiare qualsiasi sogno di ripresa dell’agonizzante economia dei paesi periferici. E questo, per le dinamiche Euro, non può e non deve succedere.

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14 commenti Commenta
peter pank
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 11:04

Si è tagliata la carta igienica ???

Ieri a “Ballarò”, a parole, qualcosa di buono è stato detto… (trasmissione che non guardo mai).

Infatti, invece di parlare di patrimoniali varie e senza senso… basterebbe fare ciò che era stato detto in campagna elettorale…

Ossia, tagliare le provincie e tutti quei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti…

Infatti, l’ 80 % circa dei comuni ha meno di 5.000 abitanti… ci sono dei comuni che hanno addiritura 250 abitanti, hanno detto.

Questo è tagliare le spese seriamente… però nessuno ne parla più di tanto, chissà perchè ???

Fa più “scalpore” parlare di patrimoniale….:!:

Basterebbe così poco, invece… fiumi di parole, ospiti in Tv, ecc. Questi sono diventati degli Show Man.

Note:

Ma se i politici risolvessero i problemi ??? ..avrebbero meno appeal su cui impostare le loro “battaglie” elettorali…

In sostanza, più problemi ci sono, più “loro” ci vanno a nozze…

peter pank
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 11:18

In questo contesto, ci vogliamo aggiungere anche i “media” !?!? (soprattutto giornali, che sono dei partiti…).

Anch’ essi, con i problemi risolti, diciamo del 50 %, avrebbero meno “carne da mettere sul fuoco”…

mattia06
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 12:07

Qualche gestore importante da per scontato il fallimento della Grecia

s66
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 12:26

a me questa della stretta fiscale non convince ! A ME MI Sà CHE IN EUROPA SI FACCIA LA FINE DEI PAESI NORDAFRICANI CHE SONO IN TUMULTO ! L’ITALIA SI DEVE TIRARE FUORI DA QUESTA MONETA INUTILE è PROSSIMA AL FALLIMENTO ! MA IN QUESTO PAESE SI PENSA AL NUCLEARE è ALLE VONGOLE DI CERTI POLITICI TIPO CASINI ! QUESTI NELLA LORO VITA NON HANNO MAI LAVORATO ! è ADESSO SI AUTOCELEBRENO COME I SALVATORI DELLA PATRIA ? ALLORA NON SI VUOLE CAPIRE : SE NE DEVONO ANDARE A CASA TUTTI è SEICENTO COMPRESO QUELLI A VITA ! FUORI DALLE BALLE. è MEGLIO X LORO , IN QUANTO SE INCOMINCIANO I TUMULTI ? A QUALCUNO DI QUESTI SI POTREBBE PROSPETTARE L’IMPICCAGIONE ! X CUI STESSERO ATTENTI A CIO’ CHE FANNO, IL TEMPO DELLE MELE è FINITO ! 😐

mattacchiuz
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 12:31

s66@finanzaonline: a me questa della stretta fiscale non convince ! A ME MI Sà CHE IN EUROPA SI FACCIA LA FINE DEI PAESI NORDAFRICANI CHE SONO IN TUMULTO ! L’ITALIA SI DEVE TIRARE FUORI DA QUESTA MONETA INUTILE è PROSSIMA AL FALLIMENTO ! MA IN QUESTO PAESE SI PENSA AL NUCLEARE è ALLE VONGOLE DI CERTI POLITICI TIPO CASINI ! QUESTI NELLA LORO VITA NON HANNO MAI LAVORATO ! è ADESSO SI AUTOCELEBRENO COME I SALVATORI DELLA PATRIA ? ALLORA NON SI VUOLE CAPIRE : SE NE DEVONO ANDARE A CASA TUTTI è SEICENTO COMPRESO QUELLI A VITA ! FUORI DALLE BALLE. è MEGLIO X LORO , IN QUANTO SE INCOMINCIANO I TUMULTI ? A QUALCUNO DI QUESTI SI POTREBBE PROSPETTARE L’IMPICCAGIONE ! X CUI STESSERO ATTENTI A CIO’ CHE FANNO, IL TEMPO DELLE MELE è FINITO !   

:mrgreen: :mrgreen:

l.b.chase
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 18:51

Mi fanno ridere con questi annuncini faziosetti di 4° categoria… Prima fanno di tutto per drogare la fiducia nascondendo di tutto e di più sotto i tappeti, anche quelli che non hanno. Poi improvvisamente ogni tanto se ne vengono fuori dicendo che vogliono fare pulizia. Ma come se fino a oggi hai nascosto monnezza sotto i tappeti e hai detto ai mercati che andava tutto bene, adesso vuoi andare a sollevare i tappeti??? E cosa sperano di trovarci se non monnezza fermentata con percolato che spruzza da tutte le parti??? SONO PATETICI :mrgreen:

peter pank
Scritto il 2 Febbraio 2011 at 23:58

Ecco a Voi… il 72 % dei comuni Italiani con meno di 5.000 abitanti !!!

http://www.piccolicomuni.anci.it/sd_doc.cfm?doc=4

…cioè, 5828 Comuni, su un totale di 8102 !!! 👿

Non ho parole… e costoro, hanno il coraggio di vociferare eventuali “patrimoniali” ???

…a calci in culo !!! 👿

nervifrank
Scritto il 3 Febbraio 2011 at 08:50

peter pank@finanzaonline,

Caro Peter Pank, in caso si sciogliessero tutte le provincie non arriveremmo a risparmiare tutti quei 14 miliardi all’anno, ma solo 119 milioni di euro per i compensi degli amministratori.
Tu mi dirai che non è poco e io su questo ti dò ragione.
Ma abolire le provincie non è la panacea di tutti i mali finanziari della nostra nazione.
Dovresti comunque trasferire le loro funzioni e il loro personale ad altri enti tipo comuni e regioni.
E in caso di trasferimento alle regioni non sarei così sicuro che l’efficienza non crolli miseramente.

mattacchiuz
Scritto il 3 Febbraio 2011 at 09:22

ma non serve a nulla risparmiare!! 🙂
molto meglio i nostri sprechi ( certo non se finiscono tutti nelle mani dei soliti noti), molto meglio l’inefficienza italiana degli anni 70 e 80 e 90, molto meglio pagare salari alti a tutti con i soldi presi a prestito dallo stato che non invece far indebitare tutti come nei paesi anglosassoni! 🙂

peter pank
Scritto il 3 Febbraio 2011 at 10:15

Caro nervifrank,

Scusami, ma non è così, Vai a vedere bene le competenze e le spese delle provincie e vedi se non trovi una certa “rindondanza” con altri enti…

…poi dimmi tu. Tenendo presente che “bisogna” tagliare il superfluo a tutti i costi (non ci sono scuse).

Partirei dagli immobili e dalle relative spese di gestione….

poi dai i 3.023 consiglieri (119 milioni di cui parli tu)….

poi accorpamento di tutto il personale veroso altri enti (progressiva e sostanziale diminuzione di tutto il personale in essere) con risparmio verso alcune mansioni… (per esempio amministrativo).

Ci vogliamo mettere le consulenze esterne… qui si apre una voragine (chi più ne, più ne metta).

Poi, dove sta scritto che… folte delegazioni ai congressi e alle fiere, come ultimamente si è visto alla bit di milano, in cui c’erano più assessori siciliani del solito (e già erano tanti). pare che tutta la comitiva sia costata un milione di euro ???

… promozione turistica e sportiva dei loro territori per 550 milioni ??? …ancora !?

…sono allo studio altre 21 province ??? …non ho parole.

Io dico che si può tagliare almeno il 50 % secco dei 14 miliardi di euro di spesa.

Oltre a tutto ciò, se ci mettiamo anche la mega voragine dei 5828 Comuni con meno di 5.000 abitanti il gioco è fatto.

Per questi ultimi, metterei un’ ufficio con un’ impiegato ogni 1.000 abitanti per svolgere le classiche funzioni burocratiche di base, aumentando i servizi on line (teniamo presente che i giovani e non solo, oramai sono molto pratici con internet, quindi, molti servizi possono essere erogati on line).

Il risparmio su questi comuni sarebbe di proporzioni colossali…

Quindi, se andiamo a sommare il tutto, penso che vengano fuori decine di miliardi l’ anno, se non addirittura 100.

Tengo a precisare che il risparmio di tutto ciò, non sarebbe una tantum, ma con cadenza regolare annuale, vale a dire che nel giro di qualche anno, potremmo dimezzare il debito.

E’ chiaro che tali risparmi andrebbero reimpiegati, almeno per i primi anni, prevalentemente alle imprese che producono in Italia… oltre alla nascita di nuove imprese e formazione, con l’ incentivazione al lavoro “in proprio” dei giovani. Ci mettiamo anche potenziamento degli istituti tecnici e professionali indistriali e non.

nervifrank
Scritto il 3 Febbraio 2011 at 14:30

peter pank@finanzaonline,

Hai detto:

“Io dico che si può tagliare almeno il 50 % secco dei 14 miliardi di euro di spesa”

Magari il 50% è un pò ottimista, ma se ne può parlare.

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