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Unione Europea: il patto di stabilità non regge
Oggi sarà l’ennesima giornata cruciale per la Grecia e per la soluzione della sua crisi. Una situazione che come sappiamo è molto complessa, che difficilmente porterà la Grecia al default e che costringerà la Repubblica Ellenica a sacrifici abissali che comunque non saranno, da soli, sufficienti a risolvere la situazione.
La falsificazione dei dati greci non è che la punta dell’iceberg di una situazione molto complessa e problematica che potrebbe coinvolgere, in futuro , anche gli altri paesi PIGS.
Tra tante incertezze c’è una grande certezza. L’ Unione Europea è stata fatta con troppa fretta senza pensare bene a cosa poteva accadere se, un giorno, le cose non sarebbero più andate bene.
Lo stesso patto di stabilità, vera e propria croce anche per l’Italia, oggi non ha più ragione di esistere così come è stato creato.
Il motivo è molto semplice: è cambiato il mercato, è cambiata, l’economia e soprattutto sono cambiati i tassi di crescita del PIL e del debito pubblico.
Patto di stabilità: la griglia
In questa griglia potete vedere i dati macroeconomici dei vari paesi dell’area Euro. La griglia è stata estratta da un’analisi di John Mauldin, paladino dell’informazione indipendente ed eccellente analista economico.
In grigio potete vedere i punti chiave di questo benedetto patto di stabilità. Il primo parametro è il ratio debito pubblico/PIL. Ovvero la percentuale di debito pubblico rapportato al prodotto interno lordo. L’Unione Europea chiede un ratio pari al 60%. Ma chi può mantenerlo oggi, vista anche la politica di quantitative easing e di sostegno all’economia in crisi?
Secondo parametro. Ratio Deficit/PIL: l’Unione Europea chiede il 3%. La Grecia è fuori su entrambi e non ha i requisiti per rimanere nell’UE.
Oltre ai parametri descritti potete notare anche altri parametri e dati molti interessanti. Buttateci un occhio.
Grafico conclusivo
In questo grafico possiamo notare che l’unico paese che riesce a restare all’interno dei parametri di Maastricht è la Finlandia. Tutti gli altri hanno problemi col debito pubblico e la Grecia anche con il deficit/PIL.
Quindi la crisi Grecia deve essere assolutamente un’occasione per cercare di rimettere le cose a posto, ristudiando i parametri e cercando di dare un senso logico al progetto che, fino ad oggi, anche tenendo conto dei previsti ingressi di paesi dell’Est Europa, è sembrato più una sagra propagandistica che un serio progetto di aggregazione economica.
E’ una necessità. E l’Unione Europea non potrà non farlo. E se non lo farà allora l’Euro rischia seriamente di saltare.
STAY TUNED!
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