DEBITO PUBBLICO: in mani estere per il 36.5%. Ma è un bene o un male?

Scritto il alle 15:15 da Danilo DT

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Ormai il nostro debito è tornato quasi totalmente nelle tasche degli italiani.

Se nel 2006 gli stranieri detenevano circa il 51.4% del nostro debito pubblico, oggi solo il 35.6% dei BTP è in mani estere.
Il dato di oggi stupisce non poco e ci fa vedere una “rinazionalizzazione” del nostro debito pubblico MOLTO veloce.
A testimoniare tutto cià è la stessa Banca d’Italia che in questo report ha fatto due conti. L’Italia ha la percentuale più bassa di debito pubblico detenuto da non residenti di tutti i paesi della zona euro.
Occorre a questo punto fare un paio di ragionamenti.

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La Germania ha il 62.4% del suo debito detenuto da stranieri. La Francia il 62.9%. La Spagna, non certo il paese più solido e sicuro del mondo, è comunque al 43.4%.
L’Italia come detto è al 35.6%.
Cosa significa?

Bassa fiducia dall’estero per un quadro tecnicamente insostenibile nel lungo periodo? Scarse prospettive di performance per il medio periodo? Rapporto rischio /rendimento non interessante?

Oppure è da vedere positivamente perché mette al riparo il nostro debito dalla speculazione straniere?

Se devo essere sincero, sono convinto che se si vuole speculare sui nostri BTP ci sono dei favolosi derivati che possono fare danni immani anche senza detenere i titoli. Quindi pensare che il possedere la maggioranza del nostro debito non mi tranquillizza affatto.

Inoltre il detenere la “quasi” totalità del debito pubblico significa anche una cosa: se si decidessero delle soluzioni MOLTO scomode farebbero MENO danni sulle istituzioni estere. E sarebbe perfetto visto il nuovo stile di gestione in Unione Europea.
Infatti si vuol far largo ricorso al bail in. In altri termini ognuno salvi se stesso.
E in caso di haircut verrebbe fatta una sorta di compensazione. Il debito ha finanziato la crescita ed i risparmi degli italiani per decenni (qualcuno ha dubbi sulla scarsa qualità della nostra crescita economica?).
Un taglio netto del valore nominale potrebbe avere conseguenze gravissime ma “qualcuno” (voci estere?) verrebbe a dire che si è fatta una sorta di “compensazione”.
Certo, il mio ragionamento è estremamente aggressivo e criticabile. Forse anche troppo pessimistico e utopistico. Ma permettetemi questi miei pensieri a voce alta. E queste decisioni della Commissione Europea non possono che far aumentare ulteriormente le mie preoccupazioni sull’insostenibilità della situazione.

ROMA (Reuters) – La Commissione europea chiederà all’Italia una ulteriore riduzione del deficit strutturale per il 2015, sancendo che la manovra non fa abbastanza per rispettare del tutto le regole di bilancio comunitarie.

Lo riferisce una fonte europea aggiungendo che Bruxelles non esclude di inviare al governo anche una relazione in cui contesta la possibile violazione della regola sulla riduzione del debito prevista dal Fiscal compact.

La decisione a questo riguardo non è stata ancora presa. L’invio di tale relazione rappresenterebbe il primo passaggio verso la possibile apertura, in una successiva fase, di una procedura per debito eccessivo contro l’Italia.

Auguri Italia….

Chiudo con questa improtante INFOGRAFICA. Rappresenta le scadenze del nostro debito. L’anno prossimo sarà MOLTO importante e assolutamente fondamentale.  Riuscirà Mario Draghi a mantenere compressi i tassi di interesse evitando al nostro paese il dover rinnovare i bonds a tassi ben superiori?

Lo scadenziere del debito pubblico italiano

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STAY TUNED!

Danilo DT

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18 commenti Commenta
bob lazar
Scritto il 17 Novembre 2014 at 15:40

per errore hai invertito il titolo…solo il 35 in mani straniere ciao

    Scritto il 17 Novembre 2014 at 16:46

    Chiedo scusa a tutti. Cambiato il titolo (anche se poi nel testo del post si capiva)…
    Capita…

kry
Scritto il 17 Novembre 2014 at 17:30

Siamo meno esposti alle tempeste. Germania e francia stan pagando i giornalisti svizzeri per far votare no al referendum ….. se vince il SI ci sarà da ridere.

kry
Scritto il 17 Novembre 2014 at 17:37

” Riuscirà Mario Draghi a mantenere compressi i tassi di interesse evitando al nostro paese il dover rinnovare i bonds a tassi ben superiori? ” °°°°° Ma scusa stamane non era tuo amico e allora domandaglielo …. ohhh hai paura che ti risponda di si e che è la francia che lo preoccupa giusto giusto un pelino.

kry
Scritto il 17 Novembre 2014 at 17:41

Ma che razza di amico è uno che non ti da delle anteprime ….. https://it.finance.yahoo.com/notizie/fine-draghi-disse-si-potrebbero-163600712.html Ciao Danilo il pirlotto continua a colpire.

lampo
Scritto il 17 Novembre 2014 at 21:38

DT ti è sfuggito un particolare: mentre tutti tentano di allungare la scadenza media del loro debito pubblico, approfittando delle “parole” di Draghi, noi dal 2010 abbiamo abbassato la durata media da 7 anni a poco più di 6 (6,24 a ottobre).
Nel frattempo il debito pubblico è aumentato… ed è diventato sempre più “italiano”. Grazie anche a quanto hanno acquistato le banche grazie ai vari LTRO.
Chissà come mai…

Sarebbe interessante tra i detentori esteri quanto della % estera sia in mano a Sicav e quanto effettivamente ad investitori esteri.

In ogni caso non preoccupiamoci ancora… visto che presto la BCE partirà ad acquistare titoli di stato… USA. Attualmente sono gli unici che può acquistare senza violare il mandato!
Chissà… per mantenere basso lo spread… quasi quasi potrebbe anche acquistare bund: così sicuramente Weidmann non avrà niente da obiettare!

lampo
Scritto il 17 Novembre 2014 at 22:13

lampo:
… per mantenere basso lo spread… quasi quasi potrebbe anche acquistare bund…

Meglio chiarire: a prima vista se la BCE acquista bund, uno è portato a pensare che lo spread con i periferici aumenta.

In realtà se il bund (già tiratissimo) può aumentare di rendimento perché, essendoci sempre meno richiesta ai rendimenti irrisori attuali, diventa più probabile che la speculazione sempre in cerca di rendimenti, riprenda in Europa aumentando lo spread con i periferici, specialmente quelli con il più alto debito ed in recessione (non faccio nomi…).

Quindi monitorerei nei prossimi mesi l’andamento delle aste del bund.
Perché se la richiesta di bund inizia a scarseggiare (come già successo alcune volte), ecco che la BCE, non avendo altri mezzi (e non potendo la Bundesbank continuare a sostituirsi al mercato), è costretta ad intervenire acquistandoli per evitare la ripercussione dell’aumento dello spread sui periferici a causa di tale speculazione, rendendo le ultime azioni monetarie varate con tanta fatica (decisionale).

Ciò sarà ancora più importante quando (e se) gli USA aumenteranno i tassi, oppure lo farà qualcuno più vicino, tipo UK.

Insomma nel corso del 2015 la BCE avrà veramente un bel da fare… visto anche l’esito giapponese odierno.

Per tale motivo ritengo che negli USA rimanderanno il più possibile l’aumento dei tassi… anche se poi non è la soluzione migliore (in quanto dopo saranno costretti ad aumentarli di brutto, rischiando di dover gestire altre problematiche).

In sostanza le banche centrali, più passa il tempo, e più si muovono su un terreno fragile e, per certi versi, inesplorato.

    Scritto il 17 Novembre 2014 at 23:07

    La BCE rischia di essere l’ago della bilancia che governerà gli equilibri economici dei prossimi mesi…

kry
Scritto il 17 Novembre 2014 at 22:35

lampo,

Non comprendo cosa spingerà la fed ad aumentare i tassi. La ripresa economica che non ci sarà e che se ci sarà è grazie all’aumento del debito statale e degli studenti. Con un dollaro già ai massimi del periodo aumentano i tassi ? E i debiti gemelli come si comporteranno, per non parlare dei problemi che il petrolio sotto gli 80 darà allo shale e al pil. Da quello che vedo per me rischiano di andare i recessione almeno tecnica , poi con le loro balle superspaziali sono capaci di scrivere che il pil è tornato positivo con un + 0,1%.

lampo
Scritto il 17 Novembre 2014 at 23:01

kry@finanza,

Gli USA saranno costretti ad aumentare i tassi per varie ragioni (elenco le più importanti):
– bene o male (a seconda dei punti di vista) l’economia USA indubbiamente è in ripresa (anche consistente direi visto che nel 2015 si parla di stime del +4,4%!)): un’economia in espansione genera quasi sempre inflazione a causa dell’aumento dei prezzi;
– l’azione della politica espansiva si è conclusa (quindi inizia la fase di contrazione, anche se lenta per la lunga scadenza media USA) per cui non ci sarà più la sua pressione deflattiva sugli interessi (dei titoli di stato… per quello la BCE dovrà comprarli prima o poi);
– è primario interesse della stessa FED che i prezzi aumentino, per varie ragioni tra cui l’apparente aumento di ricchezza immobiliare da impegnare per richiesta di credito e quindi per consumi per far continuare la crescita;
– deve svalutare il debito pubblico, quindi meglio farlo con dollari “inflazionati”: gli altri sistemi per farlo sono l’aumento delle tasse e la riduzione della spesa pubblica. Come vedi sono entrambi sistemi che minano la ripresa!
– infine non dimentichiamoci che le aziende americane hanno una marea di cassa accumulata (nei bilanci) che è lì in attesa di essere impiegata (non solo per buyback, come succede attualmente). Per invogliarle (leggi costringerle) l’unica maniera è aumentare l’inflazione (che agisce come sappiamo come una specie di tassazione sulla liquidità). Soprattutto questa sarà la liquidità che può generare rapidamente inflazione (probabilmente anche in Europa visto che si tratta di multinazionali).
– a causa dei motivi precedenti le materie prime non potranno continuare a scendere (a meno di un vero e proprio crollo dell’economia cinese ed europea), ma per la loro richiesta aumenteranno… generando a sua volta una aumento dei prezzi.

lampo
Scritto il 17 Novembre 2014 at 23:10

Altre motivazioni minori:
– il calo della disoccupazione (sì, lo so che sono calati anche gli occupati) renderà più difficile la ricerca a buon mercato di lavoratori, generando una spirale inflattiva sugli stipendi (anche per i motivi citati precedentemente). Ciò sarà ancora più evidente quando (e se) in Europa ci sarà ripresa… visto che oramai il lavoro è globalizzato;
– la rivalutazione del dollaro ed il crollo del petrolio (anche a causa dello shale gas) stanno ritardando l’aumento dell’inflazione. Però ricordiamo che molte aziende che operano nello shale gas sono a rischio fallimento per indebitamento… (per cui è necessario che aumentino i prezzi per evitarlo) e l’abbassamento del prezzo della benzina incide molto sui bilanci familiari che vedono materializzare maggiore liquidità da spendere… generando a sua volta ripresa ed inflazione

lampo
Scritto il 17 Novembre 2014 at 23:17

Quindi ritornando al post è evidente che prima o poi la BCE sarà COSTRETTA a comprare titoli di stato americani, soprattutto a lunga scadenza. Altrimenti come vuoi che gli USA riescano a svalutare il debito, evitando lo scoppio improvviso della bolla obbligazionaria e mandando per aria i periferici europei e tutta l’Europa (BCE compresa!).
E’ tutto collegato… non dimentichiamolo mai: nel ’29 non era così (o quasi).

Le banche centrali non possono permettersi di perdere la loro credibilità… altrimenti il ’29 sarà niente a confronto… e sapere cosa fare dei propri investimenti… sarà il male minore!

lampo
Scritto il 17 Novembre 2014 at 23:27

In sintesi la BCE nei prossimi mesi/annui dovrà:
– aiutare gli USA a deflazionare il proprio debito pubblico comprando titoli di stato USA a lunga scadenza (probabilmente anche il Giappone);
– evitare che l’aumento dell’inflazione in USA si ripercuota anche in Europa generando speculazione sullo spread, acquistando quindi bund e aiutando le banche europee (LTRO, ecc.);
– svalutare l’euro rispetto al dollaro, ma non troppo violentemente da bloccare la ripresa USA;
– ridurre le differenze di crescita economica tra periferia e principali Paesi europei (sta già avvenendo con la semplice svalutazione, come si vede dal dato sulla bilancia commerciale italiana pubblicato oggi);
INFINE:
– aumentare la durata media dei titoli di stato europei… per il passaggio di testimone quando la ripresa USA sarà stremata…

Scritto il 17 Novembre 2014 at 23:52

Ottima analisi Lampo.

Vedremo come andrà a finire anche se , secondo me , si tergiverserà ancora un po’…

kry
Scritto il 18 Novembre 2014 at 08:53

lampo,

Grazie Lampo per la tua risposta ottimamente articolata. Mi congratulo per il tuo ottimismo nonostante i primi tre punti della sintesi per la bce siano di un equilibrismo da monitorare attentamente e soprattutto per la stima del 4,4% che secondo me verrà puntualmente rivista al ribasso come almeno avviene per quasi tutti i paesì da almeno 6 mesi. Come dice Danilo vedremo come andrà a finire. Ciao.

lampo
Scritto il 18 Novembre 2014 at 14:27

kry@finanza:

… soprattutto per la stima del 4,4% che secondo me verrà puntualmente rivista al ribasso come almeno avviene per quasi tutti i paesì da almeno 6 mesi.

Ricordo che negli USA negli anni scorsi si è ridotta la spesa governativa… per cui tieni conto anche di questo fattore, visto che il prossimo anno si potranno permettere di spendere in più.
Infine ci sono i repubblicani… che spinte della lobbies che stanno dietro… devono fare “l’intervento” in medio oriente…
Per cui probabilmente andremo OLTRE!

paolo41
Scritto il 18 Novembre 2014 at 14:46

lampo,

perfetto !!!! conplimenti

pecunia
Scritto il 19 Novembre 2014 at 17:22

sì! davvero complimenti.

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