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WALL STREET: work in progress!
Come già segnalato in un post precedente sulla FED e sulla politica monetaria USA, la Federal Reserve si sta muovendo ed i mercati si muovono di conseguenza. Analisi del COT REPORT tratto dal CFTC di Chicago. [Guest post]
Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, cercando forse di ingannare l’attesa per l’esito delle ormai imminenti elezioni presidenziali Usa, molti commentatori ed analisti hanno cercato di scrutare quale futuro ci riserveranno i mercati finanziari internazionali e, come accade ormai da molti anni, in molti propendono per ipotesi correttive più o meno marcate sia per il settore obbligazionario che per il mercato azionario.
Io, essendo forse un inguaribile ottimista, al momento non condivido queste ipotesi marcatamente correttive. A mio avviso, infatti, l’analisi dello scenario intermarket, non avvalora, almeno a breve termine, le pessimistiche previsioni dei più. In particolare, evidenzio che il dollaro Usa, come accaduto in tutto il periodo post 2008, rimane ancora abbastanza tonico e forte. La forza della valuta americana compensa ed attenua le spinte deflattive tuttora presenti sul mercato delle commodities. I recenti rialzi registrati in tale settore, ed in particolare nel settore del crude oil, appaiono infatti dettati più dalla necessità di assicurare un certo equilibrio geopolitico, che non da un’accelerazione della crescita economica e da un riequilibrio della situazione domanda-offerta. Dall’economia reale non giungono pertanto spinte inflattive significative, anzi rimane, a mio avviso, ancora molto tangibile il pericolo opposto, di una recrudescenza del perverso fenomeno deflattivo. Nonostante ciò, da alcune settimane sul mercato obbligazionario si registra una rapida risalita dei rendimenti. I tassi sui bond decennali Usa sono infatti risaliti sino a quota 1,86 %, e quelli sul bond tedesco sono tornati nuovamente in territorio positivo, ossia a quota 0,16 %. Quest’ultimo fenomeno induce in tanti cattivi presagi circa il futuro dei mercati finanziari. Indagando sullo stesso si scopre però che il recente rialzo dei rendimenti obbligazionari non è affatto legato al ciclo economico attuale, ma, come attestano le risultanze del bilancio della FED, nonchè il seguente grafico, altro non è che l’effetto della vendita, per esigenze di liquidità, di ben 596 billion di dollari di titoli obbligazionari, acquistati negli scorsi anni, durante le varie fasi del QE, ad opera della stessa FED.
In pratica, molto sommessamente, è in corso ad opera della FED, una vera e propria manovra di politica monetaria restrittiva, che negli ultimi mesi ha alquanto ridotto la quantità di moneta ( in particolare dollari ) in circolazione. Ciò giustifica l’attuale corso rialzista del dollaro Usa, il concomitante storno del Gold, il rialzo dei rendimenti obbligazionari, nonché i recenti ed incerti andamenti dei mercati azionari Usa. Il grafico della Fed sulla quantità di moneta in circolazione, assomiglia, infatti, quasi come una goccia d’acqua, al grafico del nostro benchmark azionario mondiale, ossia all’S&P 500.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 39.269
Large Traders : + 48.009
Small Traders : – 8.740
Si riconferma pertanto la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa che, con brevi interruzioni, è in auge ormai da ben 6 mesi. Rispetto alla scorsa settimana, si sono comunque registrate variazioni ingenti nelle posizioni dei vari operatori, pari complessivamente a 22.065 contratti. In particolare, i Large Traders cominciano finalmente a prendere atto della sostanziale improduttività della loro solitaria posizione Net Long, cedono infatti ben 14.323 contratti long e contraggono la loro posizione Net Long al di sotto delle cinquantamila unità. Gli Small Traders, invece, confermano, anzi accrescono il loro scetticismo, cedono infatti altri 7.742 contratti long e consolidano la loro attuale e prudente posizione di copertura Net Short. I Commercial Traders, prendono atto della crescente sfiducia presente sul mercato e, onde evitare ingenti storni in prossimità delle elezioni presidenziali, provvedono ad acquistare l’intero lotto dei 22.065 contratti long, riducendo di conseguenza l’entità della loro posizione Net Short al di sotto delle quarantamila unità. Il persistere ormai da mesi dell’attuale configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, statisticamente ribassista, conferma a mio avviso, il carattere fortemente predittivo del Cot Report. Coloro che operano in tale mercato sono infatti gli operatori meglio informati circa gli andamenti dei mercati. Evidentemente gli stessi, a differenza dei più, conoscono da mesi le mosse di politica monetaria restrittiva condotte sommessamente dalla FED. Quest’ultima non ha infatti proceduto ad ulteriori rialzi dei tassi, ma ha comunque vigilato sulla situazione dell’economia Usa, ed ha cautamente cominciato ad invertire la politica monetaria fortemente espansiva adottata nell’immediato periodo post crisi 2008. La circostanza che la massima autorità monetaria mondiale si muova con grande accortezza e cautela, ci rassicura sul fatto che non ci saranno nuovamente crash improvvisi dei mercati. Nel breve termine, l’ordinata correzione in corso sui listini azionari Usa potrà probabilmente proseguire, ma il tutto avverrà ordinatamente e senza particolari scossoni. Nel lungo termine, invece, come sempre, sarà l’andamento dell’economia reale e la capacità delle imprese di produrre o meno utili a determinare il corso e la direzione dei mercati azionari Usa e mondiali.
Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora molto incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance annua positiva, pari al + 6,73 %. Soddisfacente performance, realizzata investendo solo sul listino di borsa italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 18,29 %. Conseguita, pertanto, in un contesto di mercato molto avverso, una sovra-performance del 25,02 %, ben superiore alle nostre attese, che ci fornisce altre probanti conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. Del tutto coerentemente con la mia view d’ordine generale, questa settimana riconfermo, ancora una volta, l’assetto del mio portafoglio, costituito dal 70 % di posizioni long, e dal 30 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long moderata, pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas