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Un'unica certezza
Ieri è stata un giornata dove abbiamo avuto al conferma che forse stavamo cercando. Il mercato in questo momento non sta prendendo in considerazione gli effetti della recente crisi scatenata dai “subprime” e poi seguita dallo scandalo dei derivati e della crisi di liquidità del sistema. Crisi che, ripeto, in altre situazioni e probabilmente in altri tempi, avrebbe messo in ginocchio le borse. Ma come dico spesso, è inutile piangersi addosso e continuare con discorsi contorti e complessi, che alla fine della fiera non portano da nessuna parte. Il mercato ha preso la sua strada.
Crescita economica: rallentamento controllato?
Come ho sostenuto fino ad ora, è probabilmente inutile cercare nei dati in uscita nelle scorse settimane il vero effetto dei subprime. La crisi immobiliare è come una malattia dal decorso lento ma tremendo, che si va a ripercuotere gravemente sui consumi delle singole persone. Quindi i dati che sono usciti fino ad ora (lo ripeto fino alla noia) non ci danno la fotografia del mercato reale, tenendo conto dell’effetto della crisi recente. I dati di questi giorni ci danno un’immagine di un rallentamento “controllato” che era ampiamente previsto già mesi fa. E quindi il rischio è che nei prossimi mesi il rallentamento si trasformi in frenata, se non in qualcosa di peggio.
La politica delle banche centrali
La mossa aggressiva di BB (Ben Bernanke) ha dato un impulso rialzista alle borse. Stesso impulso ha dato ieri lo stesso BB quando ha detto una cosa molto importante: l’inflazione negli USA è apparentemente sotto controllo. Ha praticamente messo le basi per un ulteriore taglio per il FOMC di fine mese. Un ulteriore -50bp? Vedremo. La mia paura comunque permane. Una politica monetaria troppo accomodante dà benefici immediati, dando fiducia e pompando al rialzo i mercati. Però facciamo attenzione. Certi errori (se sono errori) alla lunga si pagneranno con gli interessi. E non dimentichiamo che un’errata politica monetaria ha innescato quella famosa bolla che non dimenticheremo sicuramente, la bolla del 2000. Qui non possiamo parlare ancor di bolla, in quanto gli stessi P/E sono più che ragionevoli, anche se quelli prospettici, ovviamente, scontano comunque uno scenario positivo e non di forte frenata. In parole povere non scontano in pieno la crisi.
Materie prime sempre toniche
A conferma però di una fase di positività non troppo rallentata, vengono i dati sulle materie prime. Il CRB sale che è un piacere, e i principali fautori di questi rialzi sono sempre loro, i paesi emergenti, con i BRIC in prima linea. A conferma di ciò abbiamo visto qualche post fa il comportamento del Baltic Index. Non molla assolutamente il tiro. Segno che, malgrado la crisi, la domanda di materie prime è sostenuta e gli emergenti, seppur in rallentamento, tirano ancora la carriola. E meno male, altrimenti saremmo già in recessione da mesi… Ma basterà la forza e l’espansione esponenziale di tali economie per evitare la recessione e continuare una crescita economica globale tonica?
Lo S&P 500 continua a salire.
E così siamo arrivati alla fatidica terza seduta, quella che dovrebbe confermare la rottura rialzista dell’indice. Bene, a questo punto o si tratta di bull trap (cosa che continuo a temere) oppure effettivamente la strada rialzista è segnata. Il grafico parla apparentemente in modo chiaro.
Anche se siamo attaccati alla trendline – resistenza dinamica in modo troppo evidente… Io non ce la faccio proprio ad essere serenamente rialzista….
Un’unica certezza
A questo punto è giusto spiegare il perché del titolo del post. Io effettivamente continuo ad essere dubbioso. Però bisogna come sempre prendere il mercato così, come viene, ed è inutile intestardirsi più di tanto, andando contro ai trends e alle tendenze. Io direi che l’unica certezza che ho in questo momento è che avere grosse posizioni speculative in SHORT potrebbe essere controproducente.
Si, forse pagheranno col tempo, però io preferisco a questo punto la liquidità al derivato short. Anche perché, secondo me, c’è un qualcosa di artificioso in questa borsa . E ne è la prova la nuova riapertura del carry trade. Guardate il cross USD/JPY. E’ evidente…