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La crisi di Mr. Smith – II parte

Scritto il alle 14:24 da Danilo DT

Riprendo il discorso iniziato ieri, con il nostro fantomatico americano medio, che abbiamo chiamato Mr. Smith, in crisi per colpa di un sistema che fino ad ora gli ha permesso di consumare ed indebitarsi, ma che prossimamente condizionerà il suo tenore di vita e i suoi consumi. Per certi versi in questo articolo, voglio parlare invece della cosiddetta “visione alternativa” o se preferite, del rovescio della medaglia.

Possiamo fare a meno di Mr. Smith?

Proprio ieri scrivevo dell’importanza di Mr. Smith, non solo per l’economia americana, ma anche per l’economia globale. Gli americani sono i grandi “consumatori” e il loro indice di fiducia è uno dei più importanti elementi per poter vedere l’andamento dei consumi non solo in USA ma su scala globale. Quindi, dati alla mano, la crisi del nostro caro Mr. Smith, potrebbe essere letale per la crescita economica.

Mai vista un’economia così forte

Ora dirò il contrario di tutto rispetto a quanto detto prima, nel senso che per certi versi andrò a contraddirmi. Però è giusto, per poter discutere con chi lo vorrà, mettere tutte le carte in tavola. Allora ho cercato di sintetizzare in 10 punti cosa ci sarebbe da segnalare in chiave positiva.

I dieci punti per essere positivi sui mercati

1.  I buy back sono ripartiti alla grande
2. Sono entrati in azione i “bargain hunter” e gli “internal dealing” sono cresciuti a dismisura, sintomo che i dirigenti aziendali, acquistando valanghe di azioni delle aziende che amministrano, danno un segnale forte al mercato
3. La liquidità di molte aziende è elevata e le operazioni di M&A non sono ancora terminate
4. La crisi dei subprime ha rimesso un po’ di ordine sulla gestione del rischio, il che migliorerà la qualità del credito per i prossimi anni
5. Il mercato in generale ha riacquistato coscienza su cosa significa “rischiare”. La concezione di “rischio finanziario” era finita nel dimenticatoio. E molte operazioni di carry trade, che alla fine della fiera “drogavano e sporcavano” il mercato con denaro fittizio preso a prestito indebitandosi in valute cheap (JPY e CHF in primis) da investire poi in assets rischiosi che avevano una volatilità anormalmente bassa, sono e saranno chiuse e forse mai più aperte
6. Il petrolio è tornato a livelli più consoni. E molte altre commodities hanno subìto un ridimensionamento. Ottima notizia sia per le aziende che per l’inflazione.
7. I paesi emergenti non sono più emergenti. Tali paesi presentano un surplus di bilancia commerciale e, per sostenere la propria crescita, non devono più fare ricorso al debito estero. Nelle loro economie, i cambiamenti adottati hanno portato ad surplus di bilancia commerciale, a bilanci fiscali maggiormente equilibrati, alla detenzione di ampie riserve di valuta estera presso le banche centrali e ad un costante apprezzamento delle valute interne. Un ampio surplus di bilancio significa che le economie degli Emerging Markets prestano moneta al sistema finanziario globale, e non sono quindi debitrici nei confronti del sistema stesso. In questa situazione, risulta poco probabile che la crescita del PIL venga pesantemente colpita dall’attuale flessione dei mercati.
8. Le banche centrali hanno intenzione di intervenire sui mercati, oltre che con iniezioni di liquidità, anche con operazioni di politica monetaria di tipo più drastico, operando ovviamente sui tassi di interesse. E se l’inflazione lo permetterà non esiteranno a farlo
9. Sempre le banche centrali hanno dimostrato (BOJ, BCE e FED) un coordinamento che sottolinea sia l’avanzata globalizzazione del mercato e sia la volontà d’azione collegiale a difesa della crescita economica. Stessi obiettivi, stesse manovre.
10. I P/E, come ho scritto ieri nel post “Borse a rischio ma il P/E dice il contrario”, sono molto interessanti, forse come non mai su scala globale.

Temporale estivo o crisi?

Come vedete, ci sono molti elementi che ci fanno pensare che la fase negativa potrebbe anche rischiare di essere archiviata come un violento temporale estivo. E’ da giorni che dico che la chiave di tutto, oltre il solito rapporto che lega SP 500 e yen, sono i dati che usciranno nelle prossime settimane. E se il sistema supera positivamente questa crisi (attenzione, ripeto alla noia, è presto per dirlo…) senza grossi drammi ed eccessivi rallentamenti economici, il mercato tornerà più toro di prima, in quando sarà depurato da quegli elementi negativi che lo rendevano a volte poco credibile. Chi vivrà , vedrà.
Io personalmente mantengo in questo momento la mia posizione prudente, però non posso negare che già solo l’elenco sopra descritto, più diverse altre cose ho sicuramente ho dimenticato, ci lasciano ben più di una speranza che le cose possano andare per il meglio. Dobbiamo essere pronti, e con questo chiudo, a qualsiasi scenario. Questo inflazione, subprime, derivati, rallentamento e quant’altro permettendo. E, come sempre, l’importante sarà adeguarsi senza intestardirsi, nella coscienza che il mercato è troppo forte e non ci conviene mai fargli la guerra.
Io comunque, ci terrei a fare gli auguri a Mr. Smith. Se anche stavolta ce la fa, allora vuol dire che tornerà il sereno per un bel po’…

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