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Un bel cul de sac. Come trovare la via di uscita?

Scritto il alle 14:59 da lampo

Banche centrali allo sbaraglio…
Ne abbiamo parlato molto in questi giorni e anche in via “privata” con alcuni lettori.
Tra questi, ho ricevuto un’email del sempre “illuminato” (di nome e di fatto…) Lampo, il quale mi gira via email una sua elucubrazione che merita di essere preso in considerazione.
Una serie di ragionamenti che vi giro in modo “integrale”.

In questi giorni stavo pensando alle manovre delle banche centrali e mi dicevo che qualcosa non torna.
Oggi (giorno 19/09/2012 ndr)  con la mossa della Bank of Japan ho preso coscienza di cosa si trattava: stavolta non c’è stata concertazione come pensavo… anzi tutt’altro, ognuna ha agito in difesa della propria economia e dei propri interessi. Provo a spiegarmi, anche se è un ragionamento un po’ complesso.

1. Mossa della BCE. Sono pronti ad acquisti di titoli sovrani… ovviamente però in cambio del rispetto di condizioni stringenti (in accordo con quanto previsto nell’ESM). La messa in pratica era subordinata alla decisione della corte costituzionale tedesca… che per fortuna è stata positiva, con il limite dei 190 miliardi che ti ho già spiegato. Bene… tutto risolto allora?
Per niente… perché adesso la Spagna non vuole chiedere aiuti perché non vuole rispettare le condizioni stringenti che le verranno imposte… e contemporaneamente la BCE non può intervenire finché l’ESM non parte, fissando a sua volta condizioni stringenti alla Spagna per l’utilizzo dei suoi fondi. Cioè fin quanto la Spagna non chiede gli aiuti!
In pratica ci ritroviamo con il cane che si morde la coda… e più ingessati di prima. Gli spread sono scesi solo perché i mercati non hanno capito ancora questo meccanismo… e hanno pensato solo alla tranquillità del potenziale intervento della BCE. Infatti la Spagna non ne vuole sapere di chiedere aiuti anche perché una delle condizioni da rispettare sarà sicuramente una svalutazione del costo del lavoro… che, non potendo svalutare la moneta (essendo in europa), equivale a fare manovre simili a quelle greche, cioè svalutare lo stipendio dei lavoratori, generando come conseguenza ulteriore recessione, oltre a giocarsi il mandato elettorale con tutte le conseguenze di instabilità politica derivanti.
Ricordo che la Spagna soffre già da parecchio di un tasso di disoccupazione tra i più alti d’Europa… secondo solo alla Grecia che l’ha sorpassata a causa proprio di tali politiche. Per cui c’è il rischio che con l’adozione di tali decisioni… si rischi di nuovo il sorpasso sulla Grecia a livello di disoccupazione, con ovvi rischi di tenuta sociale, visto che gli Spagnoli non sono i Greci…e ci sono molti movimenti secessionistici… che non vedono l’ora di un po’ di disordine per cogliere l’occasione di affermare la loro idea. Poi la disoccupazione oltre certi livelli diventa ingestibile in termini di bilanci pubblici e socialmente, oltre a rischiare di diventare in parte cronica (per la perdita di competenze, l’avvicinarsi all’età pensionistica di molti disoccupati… e l’aumento di giovani che non hanno mai lavorato dopo il ciclo di studi e quindi non sono appetibili dal mercato del lavoro).

2. La FED con il QE3 ha aggravato ulteriormente la situazione sopra descritta, perché ha permesso di fatto la svalutazione del dollaro rispetto all’euro (aumentato di circa un 7% nell’ultimo mese), rendendo ancora meno competitivo il costo del lavoro europeo e di conseguenza anche quello spagnolo… che così devono svalutare ulteriormente il costo del lavoro per compensare tale rialzo… (che probabilmente con la mossa della Bank of Japan continuerà verso 1,4 se i mercati azionari tengono (notare il se… lo capirai dopo);

3. La Bank of Japan è finalmente corsa anche lei hai ripari per svalutare lo Yen (che sapevamo, visto che era un po’ che mi aspettavo tale manovra, visto che lo Yen era troppo forte per la sua economia…) varando un piano di acquisti dei propri titoli di stato di 127 miliardi di dollari, che dimostra quanto qualche e-mail fa ti dicevo… cioé anche i giapponesi, con l’enorme debito che hanno, iniziano ad avere difficoltà a piazzare sul mercato i propri titoli… se non con una valutazione della propria moneta rispetto alle altre come premio offerto agli investitori… ecco perché adesso intervengono drasticamente, sia per svalutare e sia per contemporaneamente garantire l’emissione di nuovi titoli a costo basso oltre al roll-over di quelli vecchi.

Capisci adesso perché non si tratta di mosse coordinate… e in tutto questo frangente l’unica banca centrale che si trova nei guai è di nuovo la BCE, perché pur dicendo di fare acquisti illimitati (e quindi  permettimi stampare denaro) in realtà non può farlo perché nessuno si fa avanti ad accettare le condizioni… per cui anche se si è mossa per prima… si trova improvvisamente ultima nell’attuazione della propria politica espansiva… mentre la FED e la BOJ (ma anche quella Cinese.. e quella inglese) hanno già in attuazione le loro politiche di svalutazione.

Quindi l’Europa è di nuovo nei guai… senza neanche rendersene conto… e lo sarà sempre più finché l’euro si rafforza sulle altre monete. L’unica speranza in questo caso è una caduta dei mercati azionari europei… che ovviamente si ripercuoterebbe sul cambio invertendo la rotta. Ma come ben sai questo causerebbe ulteriori problemi alle banche che si troverebbero di nuovo sottocapitalizzate…

In sintesi più Spagna (e Italia) ritardano nel chiedere gli aiuti… e più diventa probabile un imminente ritorno all’aumento degli spread (solo che stavolta non si fermerebbe, almeno fino alla disgregazione dell’eurozona). Se lo chiedono, comunque i dati economici conseguenti alle ulteriori politiche di austerity da attuare… porterebbero lontani gli investitori da questi Paesi.

Un bel cul de sac.

Quindi in ottica di medio-lungo termine fare molta attenzione… perché quanto avverrà con la Spagna nelle prossime settimane potrebbe essere una vera bomba… che si ripercuoterebbe immediatamente sul gigante: noi. Specie se non riusciamo a mantenere duraturo l’attuale avanzo primario, al lordo degli interessi sul debito, costato lacrime e sangue. Speriamo che i nostri eurocrati lo capiscano e si muovano in fretta per questa benedetta unione bancaria e fiscale…

Dovresti capire che da questa situazione di debito insostenibile (visto che diventa sempre più difficile ripagare solo gli interessi del debito) se ne esce con l’inflazione. Però abbiamo un problema: per avere inflazione la massa monetaria (M1 in particolare) deve circolare… Invece sta succedendo proprio il contrario: aumenta esponenzialmente (a causa delle politiche espansive…) ma è sempre più lenta nel circolare (a causa del fatto che viene immediatamente recepita dalle banche per sistemare i conti oppure va nei mercati finanziari senza passare per l’economia reale… dove appunto si dovrebbe generare l’inflazione).
Se vedi questo grafico (relativo agli USA) capisci quanto dico: la linea verde è la velocità di circolazione, la linea bianca la massa monetaria M1 e l’altra la borsa americana.. L’unica inflazione generata è quella provocata dal rialzo delle materie prime… per cui è indotta e crea stagflazione (che è ancora peggio!) (io qui vi pubblico il grafico della velocità di circolaizone della moneta per l’Eurozona…che non è certo meglio! NDR)

Ci stiamo avvicinando veramente al capolinea dal punto di vista del modello economico (basato sulle idee liberiste di Milton Friedman)… e non darmi sempre del pessimista! Ogni tanto penso che un bel ritorno al gold standard… per quanti problemi innescherebbe, sarebbe la panacea… oltre a permettere più tranquillità, soprattutto sui mercati.

Direi che questa analisi sintetizza molti punti già descritti in passati post. Ma come uscire da questa situazione di impasse?

STAY TUNED!

DT

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22 commenti Commenta
candlestick
Scritto il 21 Settembre 2012 at 15:16

esatto, mancava solo la conferma del Gloom Boom Doom… eccola!

http://it.ibtimes.com/articles/36028/20120918/marc-faber-intervista-fed-qe3.htm

lampo
Scritto il 21 Settembre 2012 at 15:39

Troppo buono DT… non merito tutta questa attenzione.
Chi dovrebbero essere attenti sono i politici che spesso non si rendono conto dei meccanismi a catena innescati dalle loro “non decisioni”.
Oggi l’economia è diventata talmente complessa,che anche non decidere equivale ad aver preso una decisione. Solo che in questo caso viene presa dagli eventi conseguenti alla mancata iniziativa.
Tanto vale quindi deciderSi… almeno si è consapevoli del proprio destino.
lo vedremo a breve con la Spagna…. dove tra i politici esistono molti “struzzi”.

candlestick
Scritto il 21 Settembre 2012 at 15:39

ben illustrata qui la prossima cascata dei mercati… con l’SP 500 ai massimi, euro che sta rimbalzando prima della caduta verso quota 1:1 col dollaro.. ARE YOU READY?

http://leapfuture.blogspot.it/ ❗ 🙄 ❗

lampo
Scritto il 21 Settembre 2012 at 16:32

Secondo me una soluzione sarebbe maggiore trasparenza della reale situazione bancaria.
Ovvio che ci vorrebbe un organismo internazionale temporaneo superpartes che vada ad approfondire la vera situazione delle banche , magari senza fornire numeri, ma solo un indicatore (per esempio da 1 a 10).
Contemporaneamente gestire le situazioni con maggior difficoltà con una bella moratoria sul debito. Infine decidersi nella divisione per legge (a livello internazionale) sulla separazione fra divisione investimenti e retail delle banche (soprattutto d’affari).
Infine tutti gli eventuali salvataggi dovute ad eccessive esposizioni a livello di investimenti (leggasi soprattutto derivati), devono essere scaricate sugli investitori stessi, cioè su chi si e’ assunto il rischio, e non sulla collettività (l’attuale socializzazione delle perdite) attuale e delle future generazioni.
Ovvio che questo develeraging dovrà essere graduale… in modo che la sua influenza sull’economia “reale” sia molto limitata

Ho semplificato molto… mi scuso con gli operatori del settore.

andmoney
Scritto il 21 Settembre 2012 at 16:56

Assurdo… contesti il “sistema liberista basato su friedman”… e in una crisi come questa spingi verso un sistema ancora più rigido come il gold standard?

Da profano eh!:

Non sarà che il problema risiede nel buco nero delle banche che intercettano ogni tentativo di manovra espansiva anticiclica?
E se la chiave fosse quella di restituire capacità di spesa a chi può spendere sul lungo termine senza pensare alla chiusura annuale…

andmoney
Scritto il 21 Settembre 2012 at 17:04

Sbaglierò io, ma a me sembra che tra il sistema “liberista fredmaniano” della fed e il sistema “liberista austriaco” della bce ci possa essere spazio per riscoprire “l’innominabile” che tra l’altro ha perfettamente descritto questa fase economica con la “trappola della liquidità”.

Ah già, bisogna preservare l’indipendenza della banca centrale… come se la separazione italiana del 1981 abbia cambiato qualcosa.

lampo
Scritto il 21 Settembre 2012 at 18:09

andmoney@finanzaonline,

Non spingo verso il sistema del Gold standard. E evidente, come accennato, che ha i suoi limiti, ma aveva anche il pregio di non permettere l’indebitamento a cui siamo arrivati oggi.
forse è venuto il momento di fare una bella conferenza internazionale e di dire all opinione pubblica che il caso di effettuare una transizione verso un modello economico sostenibile.

lampo
Scritto il 21 Settembre 2012 at 18:14

inoltre anche archiviare il concetto di PIL, per come lo intendiamo oggi. infatti che senso ha parlare ancora di crescita del pil quando nella maggior parte dei paesi avanzati avremo una crescita di rimbalzo alla recessione degli anni precedenti!

dr. procton
Scritto il 21 Settembre 2012 at 19:49

l’articolo è molto lucido e sintetizza pienamente la situazione attuale. Un ulteriore problema per i banchieri è l’iiminenza delle elezioni politiche in Italia e la successiva elezione del presidente della repubblica, ccol M5S che potrebbe in teoria “arrivare uno” e prendere il premio di maggioranza.
Ma non dimentichiamo che col QE1 gran parte della liquidità della FED attivò anche in Europa, quindi c’è da aspettarsi minori tensioni sul mercato obbligazionario, quindi magari Monti ce la fa a dire che ha risolto tutto. Di sicuro se non si riprende la sovranita monetaria (uscendo dall’Euro) e non si nazionalizzano le banche obbligandole a concedere credito anzichè speculare in derivati, non si va da nessuna parte, per lo meno in Italia. Comunque sia nel 2013 ne vedremo delle belle.. si fa per dire.

perplessa
Scritto il 21 Settembre 2012 at 20:37

Anche Zapatero aveva ricevuto una lettera come Berlusconi dalla BCE, e pare che si sia dimesso per non eseguire. Qua il testo della lettera
http://www.vozpopuli.com/nacional/7025-las-exigencias-del-bce-a-zapatero-son-casi-identicas-a-las-que-recibio-italia
Ma Rajoy che l’ha presa in carico, ha “fatto tutti i compiti”?Non è che si parli molto di questa faccenda, nei ns quotidiani, per verificare. Se non li ha fatti, per chiedere gli aiuti, li dovrà fare, la speculazione martellerà finchè la Spagna non cede, magari con il finale di un governo tecnico anche in Spagna.

lucianom
Scritto il 21 Settembre 2012 at 21:01

candlestick@finanza,

Speriamo il rapporto ritorni 1:1 io sono pronto, ma credo che la battaglia sarà lunga.Tutti in questi frangenti vogliono svalutarela propria moneta.Chi sarà il più forte?

perplessa
Scritto il 21 Settembre 2012 at 21:21

perplessa@finanza,

perplessa@finanza,

non avevo inteso, hanno pubblicato il testo della lettrera all’italia, ma il testo di quella zapatero dov’è?
http://www.elmundo.es/elmundo/2012/03/12/economia/1331548808.html

shanti
Scritto il 21 Settembre 2012 at 22:05

Permettetemelo:
Lampo (il nome)
Di Genio (il cognome)
A parte gli scherzi devvero complimenti, così come al DT.

lampo
Scritto il 22 Settembre 2012 at 00:08

perplessa@finanza,

E’ vero… anche se fra poco scoprirai chi è stato più “professionale” e “coerente” fra i due.

Ricordo solo che il FMI, che adesso è tornato in Grecia, ha già affermato che è stato messo in opera solo poco più del 20% di quanto di quanto era stato preventivato come programma nel 2011 (per ricevere gli aiuti, i soldi, ed evitare il fallimento):
http://www.linkiesta.it/grecia-crisi-bce-linkiesta

Spiegami perché la Spagna o l’Italia o qualunque altro Paese in difficoltà, sarebbe incentivato a fare di più… se il primo caso “pilota” non l’ha fatto.

Scusa il cinismo… ma preferisco rimanere con i piedi per terra.

Altro fatto: la Spagna sta subendo in qeust’ultimo anno una fuoriuscita di capitali impressionante rispetto al suo PIL, al punto da creare un nuovo record, rispetto al precedente (l’Indonesia e la crisi asiatica).
http://www.bloomberg.com/news/2012-09-17/spanish-banks-bleeding-cash-cloud-bailout-debate-euro-credit.html
http://www.businessweek.com/articles/2012-09-05/the-money-drain-in-spain

E questi vogliono ancora gli aiuti incondizionati… e a sua volta le varie regioni spagnole chiedono altrettanti aiuti incondizionari al governo centrale…
Ma ci rendiamo conto?
Poi ci vengono a dire che le banche spagnole hanno bisogno di solo 40 miliardi di aiuti…
http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201209210739228586

Scusa lo sfogo… ma ho preso il tuo intervento come spunto.

Tempo fa (qualche mese credo) in un commento avevo fatto una stima di 300 miliardi.
Purtroppo, dai miei ultimi conti, credo di essere stato troppo ottimista.
Sicuramente sbaglio io essendo uomo della strada e non un illustre economista.

andmoney
Scritto il 22 Settembre 2012 at 11:35

lampo,

Innanzitutto mi scuso per il tono aggressivo che ho usato; cerco di lasciare alcuni spunti per riflettere.

Anch’io sono contro la tassa occulta dell’inflazione ed anch’io ritengo che una quota di patrimonio debba essere detenuta in asset reali come i preziosi. Infine anch’io credo che l’oro debba ritornare ad avere un ruolo nel sistema monetario ma non nei termini in cui ne parlate nel blog ed in generale su internet.
Il punto è che se da una parte inizia a formarsi una critica al modello liberista (con le sue varianti) a cui si tende da decenni, dall’altra parte la critica si basa sempre su teorie fondate sui principi del liberismo; la teoria della moneta scarsa fa parte della cultura liberista e il vincolo dell’oro per prevenire l’indebitamento si rifà sempre a questa cultura.

Il problema, secondo me, è che vengono trattati temi macroeconomici e “macrosociali” come la moneta e il debito pubblico, seguendo dogmi di economia aziendale e non di economia politica.
La prima evidentissima pecca, sta nel trattare il debito pubblico come se fosse un debito privato; e questo credo sia avvenuto mercatisticamente fin dal 1971 (la fine di bretton woods, un sistema nato già malato) quando si è iniziato a parlare (cito l’Italia dell’81 perchè è più semplice) di rendere indipendente la banca centrale dal governo perchè così ci avrebbe pensato il mercato a mettere un freno ai governi spendaccioni (certo gli stipendifici sono ovviamente un male e non è la stampa indiscriminata che crea benessere reale, ma non è tagliandosi il pene che si risolvono i problemi coniugali).

Per idee diverse sul sistema monetario futuro (e per capire gli errori del passato) butta un occhio a questo blog:
http://goofynomics.blogspot.it/2012/09/liquidita-o-compensazione-quale-bretton.html

La gestione della moneta e del debito pubblico vengono sempre trattati come se una nazione fosse un azienda privata che deve fare utili e non come una comunità di persone che non possono semplicemente chiudere o trasferirsi.

lampo
Scritto il 22 Settembre 2012 at 12:23

andmoney@finanzaonline,

Guarda che non ti devi assolutamente scusare (non mi pareva affatto aggressivo il tono, ma semplicemente rafforzativo della tua opinione)… visto che il padrone di casa ci permette di discutere di questi importanti temi, offrendo spunti per capire come funziona (o forse come non funziona) questo complesso mondo economico.

Sì, debbo riconoscere che personalmente mi spaventa molto l’inflazione… e la tassa occulta che dovremo pagare. Non è arrivato ancora il momento però.

Per quanto riguarda il debito pubblico trattato come debito privato sono pienamente concorde e basta andare a riguardarsi le affermazioni dei nostri politici ed economisti che affermano sempre che l’Italia non ha problemi… visto che ha un enorme quantità di risparmi privati (francamente li vedo sempre più ridotti… visto che se ne stanno già impadronendo, non potendo creare ancora debito pubblico come nel passato)

Ultimamente, tempo permettendo, mi sto cimentando a scrivere un post sull’internazionalizzazione del RMB e mi sto rendendo conto di quanta difficoltà sta avendo la Cina in tale processo, indipendentemente dagli obiettivi programmatici e dai successi che dice di vantare in tale campo (soprattutto quelli futuri).

Siamo in piena guerra economica, soprattutto valutaria (e le mosse delle varie banche centrali lo dimostrano) e non c’è nessun accenno ad una tregua e a voler istituire una bella conferenza internazionale per discutere seriamente dei problemi e tentare di risolverli (ognuno perdendo ovviamente parte dei propri privilegi e soprattutto potere).

No… si aspetta il primo collasso… per attribuirgli la colpa dei successivi! Assurdo!

E a noi non ci resta che continuare a pagare gli errori di altri (e l’accentramento di moneta)… e vedere sempre più arduo il nostro futuro (soprattutto se non sappiamo accontentarci e vivere più umilmente…).

andmoney
Scritto il 24 Settembre 2012 at 10:50

Non fossilizzarti però sul dogma: aumento massa monetaria = aumento prezzi al consumo

Considera anche la novità moderna: la moneta elettronica permette controlli e limiti alla spesa privata (certo è illiberale, ma è un eventualità da non scartare in caso di “guerra”)

Comunque:
http://www.economist.com/blogs/freeexchange/2008/06/central_bank_independence_unde

http://www.ft.com/intl/cms/s/0/136ca1fa-99da-11e1-aa6d-00144feabdc0.html#axzz27N4MlL2N

gonzalo
Scritto il 24 Settembre 2012 at 13:03

Salve a tutti, a prescindere se sia giusto o sbagliato il Gold Standard, ci stiamo comunque ritornando nei fatti e ce lo presenteranno come dato di fatto.

Basta vedere gli acquisti ingenti che ne stanno facendo le grandi potenze mondiali

fdonni
Scritto il 25 Settembre 2012 at 10:15

Post interessantissimo. In particolare mi ha colpito questo passaggio:

“a causa del fatto che viene immediatamente recepita dalle banche per sistemare i conti oppure va nei mercati finanziari senza passare per l’economia reale… dove appunto si dovrebbe generare l’inflazione”

Sono passati un po’ di anni da quando andavo a scuola, ma se non ricordo male il famoso New Deal attuato da Roosvelt fece leva su imponenti lavori pubblici per costruire nuove opere. In quel modo i soldi finivano all’economia reale…. non si potrebbe rifare anche adesso?

perplessa
Scritto il 26 Settembre 2012 at 01:12

E’ vero… anche se fra poco scoprirai chi è stato più “professionale” e “coerente” fra i due.

ma cosa c’era scritto nella lettera indirizzata a Zapatero?il testo completo non l’ho trovato da nessuna parte, a parte i commenti che ho letto in qua e in là. vorrei rendermi conto delle pressioni che potrebbero essere esercitate, per capire quello che potrà succedere. non credo che la speculazione sia opera solo della finanza anglosassone. per quanto riguarda l’Italia mancano la maggioranza dei decreti attuativi.tutto il can can sulla regione Lazio, poi a catena le altre, è un segnale che fra poco si muoverà qualcosa su questo fronte.anche il monitoraggio delle spese regionali e locali stava nel diktat della bce,e non si è fatto un gran che. e qua l’appoggio dei cittadini c’è.

lampo
Scritto il 26 Settembre 2012 at 08:02

perplessa@finanza,

Pare che il contenuto sia del tutto simile a quella ricevuta dall’Italia.
http://economia.elpais.com/economia/2011/12/07/actualidad/1323246781_850215.html
http://politica.elpais.com/politica/2011/08/24/actualidad/1314215381_757935.html

Adesso dovresti capire chi è stato più coerente e professionale?

perplessa
Scritto il 26 Settembre 2012 at 23:07

lampo,

avevo già letto vari commenti sui quotidiani spagnoli, in merito alla riforma del lavoro per imporre i minijobs, ma ribadisco, poteva esserci scritto qualcos’altro, che non è noto, e sul quale Rajoy non vuole cedere.mi sono messa in testa questa idea qua, magari è sbagliata. sta lettera non si trova da nessuna parte. cmq adesso abbiamo il problema della secessione della Catalunia, e questo è un altro film, che apre altri scenari potenzialmente destablizzanti.

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