TRUMPONOMICS: illusioni, speranze, utili e nuovi record a Wall Street

Scritto il alle 14:17 da Danilo DT

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Il nuovo record di Wall Street non ci coglie di sorpresa. Anzi, proprio nei giorni scorsi abbiamo ribadito come la politica della Trumponomics potesse cambiare le carte in tavola, quantomeno a livello di sentiment.
Ovviamente la domanda da farsi è se questo rally è coerente e sopratutto solido e giustificabile, oppure se è il furto di aspettative che potrebbero essere ritrattate.
Trump, oggi, rappresenta la speranza di una politica fiscale ultraespansiva. Una manna dal cielo dopo il termine del QE marchiato FED. Poi il grande problema è che “tra dire e il fare, spesso ci passa di mezzo il mare” e tutto quanto promesso da Trump deve ancora essere filtrato dal Congresso e da mille altri fattori. Anche perchè a parole, sono tutti capaci a promettere più deficit e tagli alle imposte, e poi nella pratica. Intanto però JP Morgan dice che, se Trump saprà mantenere quanto detto, gli utili sullo SP500 saliranno di 15$ per azione.

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Una botta di vita per Wall Street che si è ritrovata non solo orfana del QE ma anche degli utili trimestrali stessi, visto che gli ultimi 5 e ripeto 5 trimestri si sono chiusi con utili in ribasso. E malgrado questo, la borsa USA ha sempre retto bene, dimostrando di avere uno spirito felino che va ben oltre alle fatidiche 7 vite.

SP500 e previsioni EPS. Ma se Trump disattende quanto detto…

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Ma sia ben chiaro. Wall Street si muove sulla fiducia, sulla speranza e anche sulla mancanza di alternative. La macchina del risparmi si ritrova a dover spostare soldi dal mercato obbligazionario (in vistosa difficoltà) e non avendo alternative valide, preferisce dare fiducia proprio all’equity marchiato USA. Sembra infatti che a seguito della vittoria di Trump, siano state smontate posizioni sul mercato obbligazionario pari a 27 miliardi di USD, che sono stati girati proprio al mercato azionario.
Follia? forse si.
Anche in vista di quanto detto prima. Vi sembra normale che con 5 trimestri di utili in ribasso, ci dobbiamo ritrovare oggi con uno SP500 ai massimi storici?
Invece è così, c’è poco da fare, prendere o lasciare. Certo è che se Trump non saprà soddisfare le pretese del mercato, la correzione potrebbe essere decisamente importante. Anche perchè poi, non stiamo vivendo in un mondo perfetto. Quali saranno gli effetti della Trumponomics sull’economia globale e sui paesi emergenti? Quali saranno gli squilibri che genererà e quali saranno le conseguenze? E poi, ci ritroviamo con elezioni in Germania, Francia e col referendum italiano. Tutto terminerà con un “lieto fine”?

Global Growth Barometer (By Yardeni.com)

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Impossibile dirlo ora. La borsa si muove sulle attese. Il grafico dello SP500 di lungo periodo è per certi versi inquietante ma per altri persin beneaugurante.
La rottura al rialzo di quota 161.8% di Fibonacci chiama una spinta fino a quota 2482 punti. Non adesso, non subito, ma a tendere. il tutto dopo un rally pari al +230% dal 2009 (circa il 17% all’anno di media).

SP500: grafico lungo termine

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Che succederà ora? Beh, visto che è un mercato puramente emozionale, mi aspetto che siano le stesse e mozioni a muovere il mercato. La FED prima, e poi la politica Trump dopo, più tutto quanto potrebbe accedere nelle prossime settimane. Certo è che un mercato obbligazionario così debole è giustificabile con un azionario così forte SOLO se si tratta di feroce reflazione.
Ma è (oppure sarà) veramente così?

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3 commenti Commenta
ob1KnoB
Scritto il 22 Novembre 2016 at 16:39

If….
Il vulnus quindi sarebbe la ‘voluntary disclosure’ con salsa barbecue. ..azzo! non ci posso credere. Una mezza triglionata o più che potrebbero rientrare in Usa con una tassazione ‘simbolica e una tantum’ (conosco qualcuno in Italia che già si ringaluzzisce) e che per buona parte finirebbe in buy back (JPM). Strano però che in un bilancio consolidato non GAAPS questi quattrini sono già nei conti delle corporate che per massimo sfregio non tengono conto della benchè minima tassazione su quei fondi. Già ora le società utilizzano più del free cash flow (consolidato) per i buy back…..mah! ci sarà qualcosa che mi sfugge.Lecito attendersi una corsa alle dichiarazioni più coglionesche in punto fiscalità (non credo che UK , Irlanda e Lux sprizzino di gioia). Nel frattempo da segnalare la quasi scomparsa del piano delle infrastrutture da un trilione.

incontrario
Scritto il 22 Novembre 2016 at 18:28

tutto ciò è ancora più paradossale, se si pensa che il neopresidente pare essere stato eletto grazie al malcontento della classe medio-bassa, quella che in teoria dovrebbe essere motore dei consumi, grazie alla sua numerosità

nimbro
Scritto il 23 Novembre 2016 at 10:24

Sempre perfetto danilo.

avrei bisogno di togliermi una curiosità: relativamente al mercato americano indice S&P 500, quanto era il rapporto p/u ai minimini del 2009?
Non riesco a capire , se il listino è cresciuto mediamente del17% annuo, di quanto sono cresciuti, fino ad oggi gli utili per ottenere il rapprto p/u attuali che ,se non sbaglio, è circa 25.
Grazie a chiunque può aiutarmi a risolvere il mio dilemma.

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