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TASSO ZERO E TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA’

Scritto il alle 10:16 da Danilo DT

trappola-liquidita.jpgTrappola della liquidità? Ebbene si, ora c’è anche questo rischio.
Certo che quanto sta succedendo a livello di rendimenti ha del clamoroso, soprattutto se proviamo a guardarci indietro. Ormai il “tasso zero” è una realtà. E tutto questo, compresa una politica monetaria “obbligata” ad essere aggressiva per via della crisi, ci porta spesso a pensare all’”incubo Giappone”. Per farla breve, il rischio di ritrovarci con un appiattimento della crescita economica per anni potrebbe concretizzarsi. D’altronde l’utilizzo del modello di Friedman da parte di Bernanke ci fa pensare ad uno scenario che, oggi, potrebbe portare effetti benefici per una più rapida soluzione della crisi (soluzione che, non dimentichiamolo, è ancora molto lontana) ma che per forza di cose produrrà nel tempo degli effetti collaterali che il mercato oggi sottovaluta (visto che ci sono gravissime impellenze) ma che col tempo salteranno fuori.

euribor tasso repo 3 mesi 25-02-2009

Clicca per ingrandire (fonte Bloomberg)

Andando sul concreto, eccovi il solito aggiornamento della curva dei tassi Euribor paragonati alla curva del tasso Repo, il banale tasso BCE che ha sostituito tempo fa il famoso “Tasso di sconto” (con cui spesso viene ancora correntemente confuso). Come potete vedere, è più che evidente una situazione “anomala”. Il tasso Euribor (sia quello a 1 che a 3 mesi) è ormai stabilmente sotto il tasso BCE, mentre il tasso Euribor a 12 mesi è praticamente allo stesso livello. Come potete vedere, in passato il tasso Euribor è sempre stato superiore al tasso BCE. Che diavolo sta succedendo?

Torna la fiducia tra le banche?

La prima ipotesi è che finalmente, grazie anche alle garanzie statali, le banche hanno nuovamente fiducia l’una dell’altra e quindi tornano a scambiarsi denaro con facilità. Sarà vero?
Beh, qualcosa di vero c’è di sicuro. E lo dicono i numeri. La BCE si è vista (per fortuna) scendere i depositi e quindi il denaro è tornato alle banche, anche se non tutto.
O forse la vera causa è un mercato che, per colpa di una recessione violenta e di un’inflazione sempre più bassa si sta portando verso quello scenario denominato “trappola della liquidità”?

Cos’è la trappola della liquidità?

«È possibile portare un cammello all’abbeveratoio, ma non lo si può costringere a bere»


La trappola della liquidità è una situazione, definita da J.M. Keynes , che si verifica quando, in corrispondenza di un tasso d’interesse molto basso, la domanda di moneta per fini speculativi diventa illimitata poiché i risparmiatori si aspettano un aumento del saggio d’interesse e quindi preferiscono detenere moneta in forma liquida piuttosto che investirla. Un basso livello del tasso d’interesse costituisce pur sempre uno dei maggiori incentivi agli investimenti privati. Ma è anche vero che tassi bassi significano anche denaro che non circola, assenza di inflazione e quindi di ripresa economica.
Certo è che, arrivati ad un certo punto, quando i tassi non possono più essere tagliati, dovranno usare nuovi strumenti per cercare di dare ossigeno alla crescita economica. E’ un po’ come se si finissero i proiettili e si fosse costretti ad usare altre armi non convenzionali o comunque meno tradizionali.
Certo è che “trappola di liquidità” è spesso associata ad Inflazione, in quanto, come dicevo prima , significa eccesso di liquidità nel sistema. Ma oggi non è assolutamente così. L’inflazione al momento continua a scendere.

Un importante riferimento storico

Ma allora perché fa tanto paura? Guardiamoci indietro. Durante la Grande Depressione del ’29, in America, il tasso di interesse nominale raggiunse la parità e la temibile trappola della liquidità, ovvero costo del denaro a zero senza effetti sulla ripresa economica, scattò inesorabile. Lo stesso accadde nel Giappone della Grande Deflazione negli anni novanta. Gli Stati Uniti di oggi sembrano correre lo stesso rischio: i tassi sono stati abbassati dalla Federal Reserve a una banda di oscillazione compresa tra 0 e 0,25 per cento. E le banche cosa fanno? Le banche, in un simile contesto, preferiscono decisamente la liquidità e finiscono per non fare circolare il denaro all’interno del sistema economico. Che va in asfissia. Attualmente gli istituti di credito europei detengono presso la Bce circa 300 miliardi di depositi nonostante la bassa remunerazione.

Cosa fare ora?

Beh, la politica monetaria della BCE ma soprattutto della FED si sta avvicinando al tasso zero. Una volta esaurito i proiettili dei tagli dei tassi, dovranno, come dicevo, stimolare l’economia con altri elementi. In primis lo stimolo fiscale.
Ed è quello che sta cercando di fare Obama negli USA.
Ed è quello che faranno anche gli altri stati. Ma ormai, secondo me, la trappola è tra noi e sarà dura debellarla… Un’ulteriore tegola su un sistema finanziario che faticherà il giusto a rimettersi in sesto.
E che con queste nuove problematiche, allungherà senza dubbio i tempi della ripresa economica.

STAY TUNED!

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