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Spread BTP Bund a livelli di luglio 2011. Ma manca la ripresa economica

Scritto il alle 09:30 da Danilo DT

Continuano a correre i BTP. La BCE però denuncia la mancanza di crescita economica. La politica monetaria ha fatto la sua parte. Ora tocca ai governi dei singoli stati.

Il rally dei BTP in questo contesto di RISK ON ha contribuito in modo determinante ad un restringimento dello spread Bund BTP a livelli che non si vedevano da oltre 18 mesi. Sulla scadenza a 10 anni siamo tornati a quota 250bp circa, e per essere precisi 257bp. E sulla parte più breve, a 2 anni siamo arrivati a 123bp.
Come avete letto in passato il mio target sullo spread BTP Bund era area 200 bp (10yr). Ci stiamo arrivando anche abbastanza velocemente. O forse troppo velocemente.

Lo “scudo anti spread” di Draghi sicuramente sta avendo effetti psicologici enormi, il mercato è molto più sicuro e, come già detto, il rischio di €urocrash è stato debellato. Solo che il mercato, che si muove su estremi, oggi sta sottovalutando i rischi.
Vero, la BCE ha confermato ieri che verranno assicurate ulteriori misure straordinarie per tutelare l’Eurozona. Già si è ipotizzato un possibile taglio dei tassi (oggi allo 0.75%) ma il tutto è stato rimandato. Rimandato in quanto oggi il sentiment è positivo (e quindi non siamo in emergenza psicologica) però la crescita economica continua ad essere (come ben sappiamo) decisamente debole in quanto, come dice Draghi, “sull’attività economica continuano a pesare le persistenti incertezze e le correzioni di bilancio in atto nei settori finanziari e non finanziari”.
Bisogna intervenire con interventi strutturali soprattutto per “correggere” i forti disequilibri nella stessa Eurozona.

Spread BTp Bund: il grafico totale

Clicca per ingrandire!

Tutto bello e facile a dirsi ma poi…in pratica la situazione è molto più complessa!
E anche in ambito di misure di politica monetaria a cosa può servire un ulteriore taglio dei tassi se non a dare un segnale di “sostegno” psicologico?
In realtà il “cavallo non beve” (riferito all’economia) e gli stimoli monetari non sono più sufficienti. Bisogna intervenire a livello STRUTTURALE, con detassazioni e stimoli vari.
Tante belle parole che proprio in questi giorni i nostri politici continuano , a livello di propaganda, a propinarci abbondantemente.
Ma tra il dire ed il fare…. E su queste cose la BCE non può fare NULLA, se non un po’ di parole. La BCE non può intervenire sulla politica economica di ogni singolo stato. Deve lasciare il tutto in mano ai governi nazionali.ù

Ma bisogna fare attenzione. Gli USA, drogati all’ennesima potenza dalla FED, stanno crescendo e ritornando ad essere dominanti, la Cina è ripartita, anche il Giappone ha ripreso vigore. Mentre l’Europa boccheggia. Bassa occupazione, invecchiamento della popolazione, grossi squilibri interni, grossi problemi di welfare, importanti scadenze elettorali.

Intanto però le borse europee corrono. E prima tra tutte quella Italiana che è sicuramente sottovalutata ma non è certo esente da rischi sistemici.
Ma finche il sentiment è questo…lasciamola andare!

STAY TUNED!

DT

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16 commenti Commenta
Gigi
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 11:58

Beh, che dire?
Vedo che chi ha sempre raccontato che il calo dello spread era tutto merito di Monti, ora scrive “…Lo scudo anti spread di Draghi…”: mi sembra che finalmente si dicono le cose come stanno.
E che dire di chi ha utilizzato lo spread per mesi a fini politici ed a danno degli italiani?
Una sola parola: VERGOGNA!

Scritto il 11 Gennaio 2013 at 12:03

Però porta pazienza, ora siamo sinceri.
Sicuramente MOnti ha dato credibilità al paese calmando le acque. Pura psicologia.
Poi è intervenuto Draghi con OMT+ESM. Che sempre di Psicologia si tratta ma di matrice differente (visto che l’OMT al momento è solo sulla carta).
Quindi diamo a cesare quello che è di cesare.
Lo spread è sceso anche grazie all’austerity e all’avanzo di bilancio. Poi sugli effetti di questa politica sull’economia non parlo in questa sede, però sullo spread ha avtu odi certo effetto. E poi l’intervento di Draghi ha fatto la differenza mettendo in sicurezza il debito dell’Eurozona. E non mi pare di aver detto diversamente in passato….
E se hai leto il post, è scritto molto chiaro. La BCE ha fatto il suo dovere, all’interno del suo recinto e forse anche qualcosa di più, visto che la Bundesbak si è anche abbastanza irritata. Poi però la parola passa ai nostri politicanti. Che siano i Monti, i Berlusconi o i Bersani poco importa. Bisogna agire. Punto. Credo che il colore o la fazione politica sia quantomai relativa oggi. Di parole se ne fanno troppe. Occorrono i fatti ed una forte volontà di cambiare le cose, e limitare tutti quei privilegi che fino ad oggi hanno annegato l’Italia.

Gigi
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 14:56

Ok, siamo sinceri.
Lo spread é andato su e poi giù in tutta Europa, soprattutto in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia, ma per alcune settimane é cresciuto anche in Francia. Basta guardare i numeri.
Come si può pensare che Monti abbia potuto influire sullo spread spagnolo o portoghese? Forse che il nostro avanzo di bilancio entra anche nel bilancio di Spagna e Portogallo? E andiamo!
Mi dirai: se l’Italia peggiora allora crescono i timori anche sugli altri Paesi periferici dell’Eurozona. Già, ma allora come si spiega l’aumento dello spread anche della Francia? E dell’Inghilterra?
Dai DT, finché ti faceva comodo dare tutte le colpe a Berlusconi hai colto al volo l’occasione; ora non sai più come spiegarlo!
P.S. Dopo la scorsa estate (in piena era Monti) lo spread italiano era ancora sopra i 500 b.p. !!!

kry
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 16:18

Il rapporto della Commissione europea sulla sostenibilità del debito dei Paesi d el l ’Unione fa giustizia di molti luoghi comuni, offrendoci un quadro inaspettato del nostro Paese. Contrariamente a quanto ci era stato raccontato, l’Italia non è mai stata veramente in pericolo fallimento. Dal 2009 e ancor di più nel 2010 e 2011 l’Italia si è tenuta ben al disotto del valore critico di pericolo, mentre la Gran Bretagna era nettamente al di sopra nel 2009, e la Spagna lo è stata nel 2009 e nel 2012.
Nel 2009 erano a rischio ben quattordici Paesi dell’Unione e nel 2010 sei Paesi, che superavano la soglia di 0,4 dell’i n di c a to r e di sostenibilità elaborato dalla Commissione. Quanto alle previsioni, nel breve temine sarebbero a rischio solo Spagna e Cipro, mentre gli altri paesi, compresa l’Italia, non lo sono.

paolo41
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 17:23

ci dimentichiamo che fino al momento in cui il duo Merkozy non intervenne nella crisi Greca, proponendo l’intervento dei “privati” (vedasi banche) non c’erano problemi di spread, etc. In tale occasione la finanza mondiale cominciò a perdere fiducia nella gestione politica dell’EU e nella gestione della Bce di Trichet; il mondo angloamericano cominciò a soffiare sul fuoco, le mai troppo furbe banche tedesche con Deutsche BanK in testa e quelle americane guidate da Goldman consigliarono la loro clientela di abbandonare i titoli Piigs….
Sono tutte cose note, già discusse in questo blog ed è inutile, a mio avviso, cercare colpevoli e non colpevoli e rimuginarci sopra. Il merito di aver rimesso il sistema sulla strada giusta è tutto di Draghi e, a questo punto, occorre riconoscere alla Merkel di averlo assecondato contro i pareri contrari della Bundesbank. Tutto il resto è filosofia, ma siamo solo all’inizio della strada da percorrere, perchè o arriviamo ad avere una Bce che sia veramente banca all’ultima istanza per tutti i paesi europei o il probema continuerà ad essere irrisolto.
L’Italia deve spingere in tal senso, battere i pugni sul tavolo come abbiamo scritto in questo blog (e che Monti ha verbalmente declinato con il suo insuperabile aplomb) e se non si ottengono risultati è arrivato il momento di prendere in seria considerazione l’uscita dall’euro.
Monti non ha alcun merito, anzi ha la responsabilità di aver messo in coma il paese, pensando che l’economia accademica avesse qualche attinenza con l’economia reale e con il mondo industriale in senso lato. Niente di più sbagliato…. e per completare il suo intervento, sceso in politica, si sta rimangiando quanto ha fatto (sarebbe meglio dire “disfatto”) nel periodo del suo governo.
Ma altrettanto responsabili sono quei partiti che l’hanno sostenuto passivamente senza colpo ferire e che ora farebbero, chi per una cosa chi per l’altra, molto volentieri marcia indietro.
Anche questo per dimostrare che anche dalle prossime elezioni è molto probabile che continueremo ad essere in balia di politici incompetenti, capaci solo di alimentare risse e scontri verbali… ma di fatti pochi.

Gigi
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 17:31

paolo41,

Sottoscrivo tutto.
E aggiungo che, se non ci sbarazziamo di questo sistema di disinformazione mediatica delinquenziale, continueranno a tenerci in pugno facendoci credere ogni volta che gli asini volano!
Solo Grillo sembra averlo capito! Tardi, ma meglio che mai.

kry
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 17:41

AGGIUNGO——–Il Presidente Monti ci dice che, nel novembre 2011, nei giorni dell’insediamento del Governo “tecnico”, l’Italia era a rischio di fallimento e che si rischiava di non poter pagare i dipendenti pubblici. Ci dice anche che l’aumento del debito pubblico nel corso del 2012 è imputabile agli aiuti forniti dal nostro Paese a Grecia e Portogallo. Come è possibile tenere insieme queste due affermazioni? E’ ragionevole pensare che uno Stato a rischio di fallimento si adoperi per aumentare questo rischio (o accetti di farlo) per destinare proprie risorse al salvataggio di altri Stati?

Per quanto è possibile sapere, la prima affermazione è tutta da dimostrare, e fin qui non dimostrata da fonti ufficiali: su fonte Ragioneria Generale dello Stato, al 2011, il bilancio dello Stato italiano presentava un consistente avanzo primario, presumibilmente di importo tale da scongiurare l’eventualità di non poter sostenere le spese correnti della pubblica amministrazione. Su queste basi, si può affermare – in attesa di smentita – che lo “stato di emergenza” (premessa delle politiche di austerità messe in atto, con la massima accelerazione, dal Governo “tecnico”) non sussisteva e, dunque, che le politiche realizzate lo scorso anno rispondevano a obiettivi diversi da quello dichiarato (evitare il rischio di default). ——IL RESTO http://temi.repubblica.it/micromega-online/monti-la-tecnica-della-falsificazione/

lampo
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 17:56

Permettetemi, visto che la memoria degli italiani è sempre corta ( 🙄 ), di tirare fuori qualche sassolino dalle scarpe.

1) Monti.
Credo che molti si siano ormai dimenticati che subito dopo l’insediamento alla nobile (in senso politico) carica di Presidente del Consiglio, mentre il Ministro del Lavoro si adoperava a spiegare che c’era bisogno di una manovra pensionistica (anche perché non c’erano soldi) e la spiegava ai mass-media (con tanto di lacrimuccia), c’era qualcun altro che firmava un provvedimento con cui venivano rimborsati ad una nota banca d’affari americana, circa 3,4 miliardi di dollari:
http://www.bloomberg.com/news/2012-03-16/italy-said-to-pay-morgan-stanley-3-4-billion-to-exit-derivative.html

2) Draghi.
Il secondo canale televisivo tedesco (ZDF) pochi giorni fa ha lanciato un servizio di 5 minuti sul conflitto di interessi di Mario Draghi, spiegando le varie relazioni:
il video originale è qui (in tedesco):
http://www.youtube.com/watch?v=sBHGj0wRrmE

continua…

lampo
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 18:05

… continuazione

Lo stesso video sottotitolato (in italiano) è in fondo a questa pagina:
http://www.movisol.org/12news238.htm

Come notate riguarda il solito argomento: la diatriba sulla sua “colpa” implicita o esplicita sullo swap greco per farla entrare in Europa…
Peccato che pochi giornalisti si sono presi la briga di andarsi a leggere qualche pubblicazione scritta da Draghi stesso.
In particolare nel suo libro (scritto assieme ad altri due autori tra cui Giavazzi) intitolato ” Transparency, Risk Management and International Financial Fragility” capitolo 6 “Managin Risk to reduce financial fragility” da pag 37 in poi spiega proprio come usare i contratti di swap (ovviamente su mercati non regolamentati OTC) per risolvere tali problematiche…
Il libro è stato pubblicato nel 2003, un anno dopo l’entrata in vigore dell’euro.

Molti obietteranno subito che la pubblicazione è successiva al fatto della Grecia.

Ebbene, in questo caso purtroppo l’obiezione non è accolta, visto che in realtà il libro è semplicemente la pubblicazione cartacea di uno studio compiuto negli anni precedenti dagli autori, preparato per la quarta conferenza sull’economia mondiale tenutasi a Ginevra il 20 maggio 2002 (come riportato nella prefazione del link seguente). Infatti è reperibile integralmente qui:
http://www.nber.org/papers/w9806

Notare che nella stessa prefazione (seconda pag. dall”inizio non numerata) è evidenziata la carica in Goldman Sachs di Draghi (vice chairman)

In particolare cito la frase emblematica sull’utilizzo degli swap (fine pag. 55).

“The idea of using swaps to diversify risk has been around for a long time. What is
different today, and allows swaps to be used in significant size and at low cost in practice, is
the convenience of an existing legal infrastructure.”

Concludo quindi che forse la situazione è ben diversa da quella che appare… solo che pochi hanno la voglia di documentarsi e ancora meno di ascoltare certe visioni.

Meglio fare finta che tutto vada bene… e che le persone che sono in certi posti seguono diligentemente le loro responsabilità istituzionali.

Anche perché se tutto fosse tranquillo e superato non mi spiego perché l’Italia è in assoluto la prima posizione a livello mondiale in cui hanno scommesso (si sono protetti) con i CDS come risulta dagli ultimi dati dell’ISDA.

lampo
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 18:12

Il problema è sempre il solito: la montagnahe di derivati che bisogna far finta di valorizzare, visto che dall’ultimo report della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), l’istituzione mondiale che si occupa del loro conteggio, siamo a già 10 volte il PIL, anche se molti contratti si annullano fra loro, visto che scommettono (per semplificare) in maniera opposta.

La soluzione sarebbe molto semplice: ridimensionare il ruolo delle banche d’affari di grosse dimensioni… in particolare suddividerle in più divisioni il cui operato (grado di rischio) dovrebbe essere controllato esternamente…
Ma oramai la politica non ha più il potere per farlo, visto che molte persone che hanno un confllitto di interesse con tali banche “siedono” in molti posti delicati e di notevole rilievo.

lampo
Scritto il 11 Gennaio 2013 at 18:13

Per DT… ovviamente se tale commento ti crea “qualche problema” ti autorizzo a cancellarlo. 😉

Volevo solo far capire a che livelli oramai siamo…

paolo41
Scritto il 12 Gennaio 2013 at 10:53

lampo,

ho letto un paio di volte le tue considerazioni, tutte valide, ma non riesco a trovare una connessione immediata con il post di Dream.
Tu stai dicendo che c’è al di sopra di qualsiasi conclusione di breve un mondo finanziario marcio, più o meno massonico o comunque legato alle grosse banche e a Goldman in particolare, che hanno il potere di muovere le pedine come piace a loro e comunque sempre a loro convenienza.
Escluderei da questo”disegno” la questione degli swap che è stata una mania particolarmente sviluppatasi negli anni 90, dove sono stati coinvolti nazioni, governi di vario colore, regioni e comuni, senza trascurare anche aziende importanti e meno importanti, dove una banda di allocchi improvvisatisi strateghi economici si sono fatti circuire dalle nuove mode finanziarie (come se le banche fossero lì a regalare denaro). Voglio dire non era solo la Goldman ad operare in tal senso; mi ci sono trovato io, come consulente, a battagliare con una importante banca italiana che voleva convincere (fra l’altro con l’arroganza tipica di un giovane laureato appena assunto dalla banca e già…professore) un’azienda mia cliente che operava su parecchi mercati esteri ad utilizzare uno swap sui cambi.
Pensa a quanti casi relativi agli swap sono stati portati in tribunale e molte banche hanno perso la causa.
Quanto al fatto che, in questo momento ci siano più CDS sull’Italia potrebbe anche essere un segnale positivo nel senso che gli investitori più importanti hanno ricominciato a comprare i titoli italiani e, naturalmente, si coprono. Sarebbe interessante sapere qual’è il prezzo di copertura che penso sarà, comunque, certamente inferiore a quello di qualche mese fa.
Se interpreto correttamente le osservazioni di Dream, sta dicendo che, attenzione, siamo in un periodo di “bonaccia”, sembra che le varie problematiche finanziarie e aggiungerei geopolitiche stiano, almeno sul breve, sgonfiandosi favorendo il Risk On.
Probabilmente è vero e poi mi domando, chi è che in questo momento ha interesse a scombussolare le acque e farci ritornare in un mare tempestoso?
Ma attenzione, ci avverte Dream, prudenza perchè sappiamo che non è tutto rose e fiori e c’è sempre il mariuolo dietro l’angolo.

gainhunter
Scritto il 12 Gennaio 2013 at 11:30

Mario Draghi il 26 Luglio 2012 ha innescato il rialzo sia sull’azionario sia sui titoli di stato, con le sole parole di intimidazione contro la speculazione ribassista. Un bel regalo alle banche e alla finanza, senza dubbio (il secondo dopo i 2 LTRO, ma questo a costo zero). Volontariamente o coincidentalmente è stato un bel regalo anche agli stati, e avrebbe potuto essere un bel regalo anche ai cittadini se non fosse intervenuto Mario Monti… Ma le alternative all’OMT+ESM quali erano? Il default (non necessario), l’uscita disordinata dall’euro (magari guidata dagli stessi uomini in pieno conflitto di interesse), il collasso globale della finanza basata sul nulla (che con tutta probabilità avrebbe pesato in larga parte sulla popolazione)?
Mario Monti invece ha avuto un’occasione unica negli ultimi 20 anni, ha avuto una larga maggioranza ai suoi piedi, pronta a votare qualsiasi cosa pur di non cadere nell’ipotetico e mai dimostrato baratro; bene, l’ha usata non contro corruzione e sprechi ma per attuare il piano dei suoi mandanti ovvero il trasferimento di ricchezza dal cittadino allo stato (dopo quello dallo stato alla finanza). E nascondendosi dietro la maschera della lotta all’evasione ha fatto vero e proprio terrorismo fiscale per portare recessione, far chiudere le aziende e creare disoccupazione (ovvero svalutazione del lavoro). Così facendo ha creato le condizioni per far sì che l’Italia sia obbligata a chiedere l’intervento dell’ESM e si sottoponga alle condizioni di ulteriore austerity e svalutazione del lavoro che le verranno richieste al momento.
E’ da lì che è nata parte degli squilibri in Europa, ed è lì che si vuole arrivare. Nel rapporto della commissione europea che la grande qualità del giornalismo italiano 🙄 ha fatto conoscere all’opinione pubblica solo per 2 righe sull’IMU c’è un capitolo intero (il 5) dedicato al costo del lavoro e alle retribuzioni. Secondo me è un tassello importante per capire quanto è avvenuto e sta avvenendo.
Per questo è fondamentale evitare in qualsiasi modo l’intervento dell’ESM, bisogna cercare di sfruttarne il più possibile il solo effetto psicologico.

gainhunter
Scritto il 12 Gennaio 2013 at 11:45

paolo41: Quanto al fatto che, in questo momento ci siano più CDS sull’Italia potrebbe anche essere un segnale positivo nel senso che gli investitori più importanti hanno ricominciato a comprare i titoli italiani e, naturalmente, si coprono. Sarebbe interessante sapere qual’è il prezzo di copertura che penso sarà, comunque, certamente inferiore a quello di qualche mese fa.

Mi fa piacere che non sono l’unico a farsi la stessa domanda. D’altra parte, nell’estate 2011 l’affidabilità dei cds come strumento di copertura era stato messo in dubbio, e probabilmente è stata questa la causa scatenante della tempesta sul mercato del debito.
Dopo che i chiarimenti dell’ISDA ne hanno ristabilito l’utilità come strumento di copertura penso che sia normale un aumento delle quantità in circolazione man mano che aumentano le quantità di titoli di stato detenuti.

Una domanda agli esperti di cds: so che vengono comprati per proteggersi dal default del debito e anche per speculare sull’aumento dei rischi di fallimento. Ma possono essere usati anche per comprare debito a leva?

lampo
Scritto il 12 Gennaio 2013 at 12:17

paolo41,

La connessione è che pare che attualmente stia prevalendo nelle solite banche d’affari la volontà di ridurre il più possibile la leva sulle posizione aperte… in maniera da far risultare l’esposizione a leva delle banche americane più bassa di quella europea.

Inoltre mentre fino a qualche mese fa il Regno Unito era intenzionato ad “uscire” dall’eurozona (vi ricordate la dichiarazione del governatore della banca centrale inglese: i problemi della Grecia e di altri Paesi a rischio rappresentano “la più grave e immediata minaccia” per le banche britanniche), adesso Obama sta spingendo il suo fedele alleato a mediare il più possibile con l’Europa, anzi ad avere addirittura un ruolo di primo piano, se possibile.

Per quanto riguarda gli swap non voglio assolutamente affermare che siano uno strumento pericoloso ed inutile, che crea soltanto problemi (come del resto anche i CDS come ho scritto in più post). Come tutte le cose dipende dall’uso che se ne fa, soprattutto poi dalla consapevolezza di cosa si ha firmato e del grado di rischio che si è assunti. Consapevolezza che dai vari casi di cronaca pare ce ne sia veramente poca, almeno da parte del sottoscrittore.

Permettemi di supporre che la Grecia quando ha firmato tale contratto, conosceva ben poco le conseguenze che avrebbe comportato negli anni seguenti a livello di bilancio (poi ci hanno messo del loro continuando a spendere finanziandosi con il debito pubblico, in maniera molto simile a noi 🙄 ).

Si tratta secondo me di un azzardo non di poco conto, visto che dopo può influire in maniera non indifferente sulle politiche economiche e fiscali di un paese… e quindi sulla qualità futura della vita di intere generazioni…

In sintesi anche se può apparire uno scenario completamente tranquillo, soprattutto in Italia… non si è ancora colta l’occasione del caso Greco (giusto per citarne uno) per fare chiarezza sia a livello legislativo sia a livello di attività di controllo sull’azzardo degli strumenti derivati sottoscritti dalle varie istituzioni nazionali a protezione del proprio debito e sulle implicazioni che possono avere a livello di bilancio nel lungo periodo.

Per dirla in maniera figurata… l’unica scelta fatta è stata di posticipare il timer sulle bombe ad orologeria installate, metterne di nuove… in attesa del futuro.

Aspettiamo…

gainhunter
Scritto il 12 Gennaio 2013 at 12:30

lampo,

Aspettiamo anche che la stessa bomba esploda sui Landern

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