RAPPORTO TRA DEBITO NAZIONALE E PIL USA: ANCORA IN AUMENTO

Scritto il alle 11:40 da Danilo DT

rapporto debito pil catastrofe usaGià in passato abbiamo parlato del sistema finanziario americano e dell’immane fardello di debito che colpisce la nazione USA a seguito della ben nota crisi economica che di certo non si può sanare solamente con la tecnica del taglio dei tassi di interesse decisa dalla FED. Ricorderete inoltre il post sugli ingenti costi che tutto il sistema USA deve sostenere per salvare non solo il ramo finanziario. Il post in oggetto è il seguente e merita sicuramente di essere letto. I numeri sono da capogiro.In questi giorni ho ricevuto un’email di un gentile lettore che, giustamente in fase confusionale così mi ha scritto:

“Egr. Dott. Dream, Lei parla sempre di sistema USA iperindebitato. Però, andando a vedere i dati ufficiali, Lei dice delle inesattezze. E non sono io a dirlo. Provi a vedere il sito della FED e vedrà che il vero rapporto debito/PIL è solo del 41% e non del 62% come invece da lei citato nel post “Salvataggio o distruzione”. ….”

Questa email è stata quanto mai gradita, innanzitutto perché mi dà la possibilità di continuare un discorso che era “zoppo “, inoltre perchè posso illustrare anche altri dati che ci portano a delle importanti valutazioni molto importanti.

Premessa: I dati del post sono corretti. Purtroppo (lo dico per il sistema USA) i dati sono corretti. Però il lettore ha fatto un po’ di confusione. Infatti il 62% non è il rapporto debito/Pil USA, bensì il rapporto fra la cifra messa a disposizione per il salvataggio del sistema e il Prodotto Interno Lordo USA:Da qui si evince subito una cosa: in realtà il rapporto debito /PIL è enormemente maggiore di un semplice 62%.Approfondiremo rapidamente questo aspetto. E capirete una volta di più il perché di certe paure sul dollaro USA.

A quanto ammonta il rapporto debito/PIL USA?

Tanto per cominciare facciamo due conti. E a darmi una mano ci pensa il nostrano Sole 24 Ore. E’ necessario però fare una premessa. I dati presenti sul sito della FED non sono corretti. Con questo non voglio dire che la FED abbia scritto un falso e tanto meno che io sono meglio della FED, bensì che i dati sono incompleti. Infatti sul sito la FED prende in considerazione solo i titoli governativi che appartengono al pubblico, senza tener conto ad esempio delle ultime voci di spesa inerenti alla crisi finanziaria ed i titoli in possesso dei fondi pensioni.Ma il fardello in realtà è mooolto più grande.Gli ultimi dati che abbiamo a disposizione già ci fotografano una situazione veramente pesante.I dati che la stessa FED ha fornito in altri frangenti, parliamo del terzo trimestre, ci portano ad un rapporto debito PIL pauroso. L’indebitamento della macchina economica USA è pari a circa 52.000 miliardi di dollari.

52.000.000.000.000 $ (!!??!?!) 

Ora, se tanto mi dà tanto , il PIL USA dovrebbe aggirarsi sui 14.000 di dollari. Quindi, facendo un banale calcolo, il rapporto debito / PIL USA è pari al… 371% !!!E noi ci preoccupiamo del sistema Italia… Certo, noi non siamo gli USA ma, nel nostro piccolo abbiamo un rapporto debito PIL (per carità, sempre catastrofico…) pari a circa il 292%. Ma non siamo ai livelli americani. Con un di più.

 

 

La storia non è finita

 

Vista la crisi e la recessione, il credit crunch e quant’altro, possiamo dire che il credito privato è in rallentamento. Però… quello pubblico sta crescendo a dismisura. Come ho già detto altre volte, io penso che la spesa necessaria per sostenere il sistema non sia assolutamente terminata. Quindi, è normale ritrovarsi con un drammatico aumento (ulteriore) del rapporto debito/PIL.

 

Il bello …verrà più avanti con “l’inflazione buona”

 

Tutti a questo punto si pongono una domanda. E allora, che diavolo succede allo stato USA? Ne uscirà vivo? Per rispondere a questa domanda occorre riprendere un post scritto qualche giorno fa, dove si parlava di un elicottero. Quello di Bernanke. Tutto per evitare il “mostro” della deflazione.Quindi il buon Ben, di evidente e chiara matrice Friedmaniana, farà l’unica cosa possibile. Stampare, stampare, stampare… Ma non giornali, bensì dollari. Anche perché l’obiettivo è quello non solo di sanare la crisi di liquidità, ma anche quello di creare un’inflazione “buona” , o se preferite sotto controllo, che accompagni la crescita economica e risollevi la situazione,Inoltre questa “inflazione buona” contribuirà lei stessa a far scendere il valore del debito pubblico (che ovviamente non si adegua all’inflazione rimane statico).

La considerazione finale è ovvia

 

Cosa può portare tutto questo? E’ praticamente matematico. Non posso non aspettarmi una forte svalutazione del dollaro USA ed un ulteriore abbassamento della curva dei tassi a lunga. Di questo però, ne parlerò in modo approfondito più avanti.Ovviamente… faccio gli auguri all’aministrazione Obama che dovrà cercare di controllare quest’inflazione buona e non farla “galoppare”. Cosa che però ritengo realmente impossibile.

 

Mi faccio solo una domanda.

Che comportamento terranno i grandi possessori di bonds governativi in Dollari USA?Un esempio lampante. La Cina è il primo cliente degli USA come detentore di T Bonds. Che cosa farà se si ritrova con un dollaro in caduta libera? Basterà un patto di ferro con la nazione Stelle Strisce oppure daranno il colpo di grazia al biglietto verde?

Lo scopriremo solo vivendo. Intanto vi ho dato un messaggio chiaro.Invito chi la pensa diversamente di commentare apertamente. Io non riesco proprio ad immaginarmi un dollaro con una tendenza diversa da quella sopra descritta….

 

ALLEGATO IMPORTANTE:

 

Vorrei, a correzione del post scritto, allegare il commento di alex, un commento che ritengo importante per chiarire la situazione:

 

caro DT,
mi sembra di aver documentato abbastanza questa volta la mia contestazione.
L’articolo del sole 24 ore a cui tu fai riferimento (che fra l’altro, non e’ la Bibbia, vero, bisognerebbe che le persone in genere iniziassero a capire che cio’ che e’ scritto o – peggio – detto in TV non e’ verita’, ma molto – troppo spesso – sono un’accozzaglia di cianfrusaglie) si riferisce al “debito nazionale totale comprendente l’esposizione del settore pubblico, di famiglie, imprese, settore finanziario e il debito estero” pari al 370% del PIL. Si tratta di una cosa completamente diversa e nel mio commento ho accennato al fatto che se ti riferivi ad un altro tipo di debito dovevi spiegarlo per bene e non compararlo con il nostro rapporto debito/pil.
Da anni ed anni si conosce il grande problema americano dell’indebitamento complessivo e da anni si sostiene che il fenomeno e’ destinato prima a poi e sgonfiarsi (per tornare al Sole, una persona molto seria che ci scrive, Galimberti, sono anni che insiste sul problema del “debito gemello”).
Il problema, pero’, e’ che scrivi un post dal titolo allarmistico: “RAPPORTO TRA DEBITO E PIL USA: MA E’ SOSTENIBILE?” basandosi su un fraintendimento tra rapporto debito/pil e rapporto INDEBITAMENTO NAZIONALE COMPLESSIVO (” l’esposizione del settore pubblico, di famiglie, imprese, settore finanziario e il debito estero”)/ PIL.
Quindi caro, DT, sarebbe il caso di ammettere tranquillamente l’errore e cambiare un po’ il post per renderlo piu’ aderente alla realta’.
La stessa cosa te l’avevo gia’ segnalata sulla “sparata” per la quale gli USA avrebbero speso o starebbero spendendo il 62% del PIL del salvare il sistema finanziario. Qui confondi fra impiego di liquidita’ e garanzie. Fa il solito allarmismo e spari cifre non avendole evidentemente comprese per bene.
Sia chiaro, io non voglio minimamente pontificare ne’ tantomeno polemizzare. Tutti possiamo sbagliare e prendere abbagli.

 

Ringrazio pubblicamente Alex per la correzione alla svista, invitandolo ad una più frequeste partecipazione al post.

 

 

 

STAY TUNED!

 

 

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