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Quotazione petrolio: il prezzo è giusto?
Parliamo spesso di super rally dell’azionario, ma anche altre asset class hanno fatto performance di tutto rispetto. Ma badate bene, non mi riferisco al palladio che, fino a prova contraria, ha un peso specifico sull’economia ancora relativo, ma soprattutto mi riferisco alla quotazione petrolio, una delle commodity più legate alla crescita economica e uno degli elementi più importanti dal punto di vista politico, economico e strategico. E non per ultimo inflazionistico.
Ma proprio come ci siamo detti più volte con le borse, possiamo dire che il petrolio, oggi, sia arrivato ad un prezzo giusto? Detto in altri termini, il petrolio è correttamente valutato? Ha raggiunto una quotazione difendibile? E poi, cosa può significare in termini di crescita economica e di inflazione?
Petrolio? Anche qui la speculazione regna
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Una è la certezza. La correlazione con il rischio è evidente. Quindi si deve riparlare di carry trade, di speculazione, di volatilità. Temi ormai arcinoti che diventano protagonisti ogni qual volta si cerca di capire cosa diavolo sta accadendo sul mercato.
Quindi, in un mercato dove le “scommesse” in ambito di rischiosità pagano, il petrolio acquista valore. E lo fa in modo imperioso tanto appunto da arrivare ad una rivalutazione del 100% in un anno.
Stabilire però il prezzo giusto del petrolio resta secondo me assolutamente impossibile. Troppe le variabili che ne influenzano il prezzo. Un esempio ? Pensate solo, nel breve periodo, alla vicenda Grecia. Non credete che l’andamento dell’Euro, condizionato dal rischio default ellenico, non abbia influenzato il prezzo? E poi cosa dire dei vari dati sulle scorte e sui consumi cinesi?
E a proposito di scorte, già si vociferano rischi di nuovi aumenti dei prezzi. Infatti, la piattaforma Bloomberg ci dice che il sentiment degli addetti ai lavori è in ulteriore miglioramento, proprio in vista di una diminuzione ulteriore delle scorte.
Resta il fatto che a 85$/bar il petrolio potrebbe cominciare a diventare una minaccia. Un ulteriore tegola su una ripresa che già adesso latita (secondo il mio punto di vista) e che potrebbe quindi essere limitata ulteriormente da un troppo generoso aumento del prezzo del petrolio e, indirettamente, da un aumento delle tensioni inflattive.
E infine una provocazione. A quando una normativa condivisa sui derivati che permetta il monitoraggio e limiti la speculazioni sulle commodity? Speriamo che questa utopia possa un giorno diventare realtà.
E a Wall Street la paura fa Novanta con il FICC in manovra
Ho avuto occasione di parlare qualche giorno fa con un operatore i quale mi diceva che molti suoi colleghi si aspettano quantomeno i 90 $. Ma c’è anche chi è più speranzoso: ad esempio Barclays mi risulta si aspetti i 100$/bar e Goldman Sachs i 95 $/bar. Ma quando si parla di target la storia ci insegna come un analista può repentinamente cambiare parere. E Goldman Sachs è stata maestra in questo, in passato, proprio sul petrolio. Sempre questo mi amico mi diceva:
“… ehi Dream, guarda che qui c’è puzza di bolla secondo me… Le scorte non mi sembrano poi così basse e la Cina, anche se sta consumando petrolio come non mai, rappresenta ancora una quota marginale del mercato. La Cina pesa circa un terzo degli USA che restano i veri leader del consumo. Quindi la Cina da sola non può ficisamente reggere sulle spalle tutta la responsabilità di questo rialzo. Troppa speculazione…troppa speculazione…gli uomini d’oro sono in manovra..”
E il riferimento agli uomini d’oro, ovvero a Goldman Sachs, non è casuale. Infatti la divisione FICC di Goldmans Sachs rappresenta un vero monstre in ambito speculativo. PEr chi non lo sapesse , FICC significa Fixed Income, Currency & Commodities ed, tanto per capirci, un gigantesco Hedge Fund in pancia a Goldman Sachs. Questo FICC rappresenta solo (si fa per dire) il 10 % del fatturato di Goldman Sachs ma… attenzione…produce otlre la metà degli utili di tutta la Goldman Sachs stessa!
Preferisco fermarmi qui e lasciare a voi le dovute elucubrazioni. Entrano poi in gioco anche fattori di stagionalità del petrolio. che è assolutamente da vedere, CLICCANDO QUI se non la conoscete. Certo è che…dove c’è del marcio e del fumo, c’è sempre Goldman Sachs….Sarà un caso?
Grafico petrolio
Il grafico del petrolio non si può metter ein discussione. Trend regolare come un orologio svizzero, media mobile a 200 che supporta perfettamente la tendenza di medio lungo periodo, target del 50% di Fibonacci ad un tiro di schioppo . proprio come il famoso 61.8% di Fibonacci sullo SP 500. Sarà un caso? I misteri dell’analisi tecnica…
Il pastrocchio Eni, South Stream e Gazprom
Con l’occasione vi propongo la lettura dell’articolo dell’amico Felice Capretta, autore del blog Informazione Scorretta, un blog alternativo, brillate ed a volte geniale, con una chiave di lettura diversa dagli stereotipo ordinari.
Vi riporto un piccolo passo dell’articolo:
Mentre i giornali di oggi ci ricordano lo sguardo di Olindo Romano a processo per la strage di Erba, evocando con dovizia di dettagli il numero di gole tagliate quel giorno anzichè porsi alcune domande sulle ragioni di certi eventi, poco spazio è stato concesso a quest’altra notizia apparsa su Reuters di recente riguardo al South Stream, che evoca segni di dissezione geopolitica globale.
Eni e Gazprom: avanti con Parigi sul South Stream
….Continua dunque a montare e si estende a Parigi il disallineamento italo-turco-russo alla strategia energetica del blocco anglo-israelo-americano, che vede il South Stream come il fumo negli occhi in quanto concorrente di Nabucco……
Buttateci un occhio cliccando QUI, ne vale la pena.
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