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POWELL DILEMMA
Questo grafico ve l’ho già illustrato in passato ma secondo me è importante ripresentarlo perché ricorda quale è la più grande paura di Jerome Powell. Quella di ritrovarsi con un “déjà vu” che potrebbe rendere ingestibile la situazione in casa FED.
Cosa rappresenta? E’ un confronto tra il tasso inflazione visto nell’ultimo periodo, col suo picco e il suo movimento correttivo, e il comportamento dello stesso CPI a metà degli anni ’70. Notate con quale precisione, per ora, il grafico si sta sovrapponendo.
Quale è quello che io definito il “Powell Dilemma”? Jerome ha paura di commettere lo stesso errore vissuto circa mezzo secolo fa. In quei tempi, alla FED c’era un tale A.F. Burns, a cui poi succedette G.W. MIller. Due sconosciuto ai più, che era convinti di aver battuto l’inflazione e quindi, con numeri molto confortanti, allentarono le briglie, arrivarono dei tagli ai tassi per cercare di ridare stimolo all’economia che stava frenando. Il risultato? Lo vedete nel grafico. L’inflazione tornò a livelli ancora più alti alla fine degli anni ’70.
Il crollo dell’inflazione, a quei tempi fu dovuto soprattutto a questioni energetiche, con un afflusso di “nuovo” petrolio in arrivo dall’Alaska, dal Golfo del Messico, dal Mare del Nord e da nuovi enormi giacimenti in Messico. Inoltre l’economia fu letteralmente “ammazzata” per colpa di tassi di interesse che arrivarono al 18%, schiacciando l’economia.
Se riprendete il post che ho scritto sull’ultimo meeting FED, è evidente che lo spauracchio inflazione è debellato. In questo secondo grafico vi riporto dove mediamente i membri del FOMC vedono il tasso FED a fine 2024. E’ un crescendo che dura da mesi, abbiamo assistito ad una correzione nell’ultimo meeting, come potete vedere, ma da qui a dire che si vedono tassi in discesa ce ne vuole.
Sicuramente lo scenario “high for longer” è quello sposato silenziosamente dalla FED, proprio perché non si vuole fare gli errori del passato. E se i dati macro aiuteranno, lo scenario potrebbe un po’ cambiare ma non facciamoci illusioni. La storia insegna, Powell non ha nessuna intenzione in sbagliare come i suoi predecessori.
Guardando al 2024, ci sono rischi al rialzo per l’inflazione (da un mercato immobiliare in ripresa e condizioni finanziarie tendenzialmente migliori) e anche rischi al ribasso per la crescita (dagli effetti ritardati dei rialzi della Fed su consumatori, imprese e banche).
Insomma una bella sfida che ci terrà compagnia per lungo tempo. Intanto però, l’economia USA alla fine non va poi nemmeno così male e quindi…perché rischiare anticipando i tempi, contribuendo quindi a danni poi difficilmente riparabili?
Un passo alla volta, il Powell Dilemma alla fine, per ora, non è un problema. Meglio passare un Natale tranquillo e poi, come ormai siamo abituati, si vedrà.
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