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Più occupazione, più stipendi, più inflazione. La somma delle occasioni perse.
Aumentare l’occupazione e far crescere gli stipendi e scongiurare la deflazione.
No all’eccessiva austerity, si a maggior spesa anche a beneficio di una maggiore inflazione. Le banche centrali oggi recitano lo stesso copione, un copione ben diverso da quello spinto qualche anno fa, condito da restrizioni ed austerity.
Ma oggi i tempi sono cambiati e la stessa BCE fa marginalmente “mea culpa” con un dietro front che però è tardivo. Troppe posizioni sono state perse nel ranking dell’economia globale. Molti paesi dell’Eurozona, Italia in primis, si sono troppo indebolite eccessivamente ed irrimediabilmente a causa di una austerity non produttiva e fine a se stessa. Ora la BCE sembra voler rimediare, anche a costo di fare più del dovuto (questo è quanto ha lasciato intendere Draghi). Chiarissima l’allusione al QE che quindi diventerebbe FORSE realtà se i governi faranno i bravi e completeranno i compiti a casa, intesi come quelle RIFORME che devono continuare. QE merce di scambio? Per certi versi si. E Draghi (a parole) sembra “scalpitare” nel voler fare di più, anche perchè, in pieno accordo con la Yellen, c’è piena volontà di mantenere tassi bassi ed intervenire a favore di un aumento dell’occupazione. La Yellen ovviamente, oggi, è già molto avanti coi lavori, il QE negli USA è quasi terminato e gli economisti scommettono non più sul SE aumenterà ma su QUANDO aumenterà i tassi.
FED FORECASTING
E diciamolo pure, in ambito di globalizzazione questo potrebbe esser un bel problema e Draghi ne è al corrente. Ma lui non si dà per vinto e vuole continuare (sempre a parole, la sua proverbiale “forward guidance“…) ad essere proattivo. Ma i governi devono fare la loro parte. Lo diciamo da mesi e, per quanto ci riguarda, ancora troppo poco è stato fatto. E l’inflazione? O meglio, la deflazione resta un problema.
Guardate questo grafico. Viene rappresentato il tasso swap a 2, 5, 10 anni dello zero coupon sull’inflazione, e va ad illustrare appunto le aspettative sulla stessa. Credo che il grafico sia fin troppo chiaro. Tutti e tre gli indici sono al ribasso con evidenti previsioni di stagnazione economica.
L’impressione è che troppe occasioni siano state perse e che ormai qualsiasi intervento risulti oneroso, poco efficace e tardivo.
STAY TUNED!
……ricordarlo anche a Monti, professore emerito, e a quelli che lo hanno voluto al governo con un piccolo stipendio da “senatore a vita” ….!!!!!