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OLTRE L’ORO E IL PETROLIO
Questo blog si proponeva di analizzare i mercati tramite l’analisi intermarket, ovvero studiando le correlazioni tra i vari settori (equity, forex, commodities, property e bonds). Cosa che cerco di fare periodicamente. Ma non posso negare che, alla fine della fiera, questo blog sta fornendo un “servizio” a 360°. Non ci fermiamo infatti all’intermarket, ma spesso parliamo di macroeconomia, di fondamentali, di analisi tecnica e anche di tematiche precise. Credo che, in questo modo, si riesce a fare un quadro chiaro e realistico della situazione, dando a tutto la possibilità di capire le dinamiche dei mercati finanziari e di discuterne tutti insieme in sede di commenti.
Non posso negare che nelle ultime settimane mi sono concentrato soprattutto sulle commodities e ovviamente sull’equity. E in ambito di commodities, abbiamo visto tutte le vicissitudini di petrolio e ror, le 2 materie prime più importanti.
Ma commodities non significa esclusivamente parlare di questi 2 elementi. C’è sicuramente di più….
Indice CRB: rotti i massimi periodali
Innanzitutto un rapido focus sull’indice CRB. Come potete vedere dal grafico qui a fianco, siamo andati sopra quota 422. La tendenza continua ad essere molto forte, grazie soprattutto alla grande forza dell’oro nero che condizione questo indice. Ma io volevo focalizzarmi su quei componenti dell’indice che hanno un peso minore e che sono rimasti un po’ in disparte nelle ultime settimane.
Commodities agricole
Mi stavo ovviamente riferendo alle cosiddette “soft commodities”. Quindi settore agricolo.
A seguito di una fase speculativa, che ha portato i prezzi a livello siderali, abbiamo assistito ad una correzione e oggi ci troviamo a regimi un po’ più ragionevoli. L’andamento dei prezzi delle commodity agricole resta caratterizzato dalla richiesta di carattere alimentare accompagnata dalla domanda da parte del settore Energetico. Le tensioni di marzo (debolezza del dollaro, condizioni meteo pessime, dubbi sulla produzione futura) hanno introdotto una fortissima volatilità sui prezzi, che è continuata anche in aprile. Oggi, come dicevo, siamo a quotazioni più interessanti e le aspettative restano positive per i prezzi del comparto anche se l’equilibrio domanda/offerta per i prodotti agricoli appare molto delicato alla luce della forte speculazione in atto.
Previsioni per i prossimi mesi
L’economia mondiale in rallentamento e la crescita della popolazione sono accompagnate da una necessità forte e ampia di prodotti alimentari (specie nei paesi in via di sviluppo), che non può che sostenere la domanda delle commodity agricole. Alla richiesta di carattere alimentare si accompagna la domanda da parte del settore Energetico che vede aumentato, in modo significativo, l’utilizzo dei bio-carburanti. Dal lato dell’offerta, le limitazioni agli aumenti di seminativi, le costrizioni legislative regionali, la desertificazione, la penuria di acqua e la mancanza di infrastrutture, a causa di decenni di sottoinvestimenti, continueranno a limitare la crescita della produzione agricola nei prossimi anni. La forte domanda e la scarsità di offerta sono condizioni strutturali per il mantenimento del trend al rialzo dei prezzi dei prodotti agricoli. Nell’ultimo mese abbiamo assistito a una serie di tensioni che hanno introdotto una fortissima volatilità sui prezzi dei prodotti agricoli. Sul mercato americano abbiamo assistito al recupero dei prezzi del mais e del riso, e ad un sostanziale ribasso per i prezzi di frumento e soia, grazie alla debolezza del dollaro (che è in fase di rientro) e all’incertezza sulle previsioni meteo che influenzano in modo determinante le aspettative sui raccolti della stagione 2008. A questi fattori si aggiunge l’aggravante di numerose tensioni geopolitiche, in particolare nei paesi del nord Africa, del centro America e delle economie emergenti asiatiche, dove il prezzo delle commodity alimentari è arrivato a livelli insostenibili, scatenando le proteste delle fasce di popolazione più esposte al pericolo del mancato approvvigionamento di alimenti. Queste tensioni potrebbero spingere i governi e le organizzazioni internazionali a fare pressione verso i paesi produttori al fine di incrementare l’offerta di prodotti agricoli per fronteggiare la crisi alimentare. E di questo ho già parlato alcuni post fa. Resta dunque un dato di fatto: il settore resta interessante in un ottica di investimento di medio periodo.
Dove puntare?
Tra le varie soft commodities, metterei in testa mais, frumento e soia. Le scorte di mais sembrano in diminuzione. Inoltre si prevede un effetto “sostituzione “ del frumento a causa degli elevati prezzi raggiunti. Sullo stesso frumento non si prevedono grossi rallentamenti, anzi. Le prospettive permangono buone. Il fabbisogno continua ad aumentare e inoltre massima attenzione va rivolta ad alcune strategie poste in essere da molti paesi emergenti che cercano di limitare le esportazioni di grano favorendone il consumo interno per fini alimentari. Questo meccanismo è probabile che funga da sostegno dei prezzi nel medio/lungo termine . Bene anche la soia, attesa in buona ripresa.