Petrolio su…ma petroliferi giù !

Scritto il alle 17:06 da Danilo DT

La corsa delle materie prime sembra non arrestarsi mai. L’indice CRB, che sintetizza un paniere di commodities, ha recentemente raggiunto livelli molto importanti, soprattutto grazie all’ottimo stato di forma dell’oro giallo e nero. Il WTI è arrivato a livelli siderali (96 $/bar) e l’oro ha violato quota 800 $/oz, con un potenziale target di medio periodo posto a 850 $/oz.
La cosa che in molti ha destato curiosità è la situazione avuta nelle ultime settimane coi bilanci delle più importanti multinazionali della raffinazione del petrolio. Tutti avrebbero immaginato che, grazie a un barile così caro, le varie Chevron, Exxon, BP & Co. avrebbero snocciolato dei bilanci assolutamente record. Invece…è successo esattamente il contrario. E la nostrana Eni, dal canto suo, si trova anche in difficoltà. Per carità, ben lungi dal nominare la parola crisi, è piuttosto corretto definirlo un forte rallentamento degli utili. Però sembra strano… Un petrolio così caro non ha dato lo sprint ai guadagni nei bilanci delle ricche società petrolifere…

L’impennata del greggio non ha fatto bene…

Già qualche tempo fa la Britannica BP aveva comunicato un possibile periodo di difficoltà. Chevron ha fatto altrettanto. E proprio quest’ultima addirittura ha comunicato dati di bilancio con utili in discesa (udite udite..) del 26%… Ma dove diavolo sta il problema? I problemi ad essere sinceri sono diversi. Tanto per cominciare il margine di raffinazione è crollato inesorabilmente. Motivo: il petrolio è salito troppo rapidamente, e quindi l’approvvigionamento saliva molto più rapidamente rispetto all’adeguamento del prezzo sui mercati al dettaglio,a hce perché negli USA la domanda su benzine e raffinati si è afflosciata stabilizzandosi (e quindi rendendo ingiustificabili aumenti considerevoli al dettaglio).
Più che di crisi, però, io parlerei di aggiustamento. I margini sono scesi, però forse è giusto dire che sono tornati ai regimi di logica (forse fino a qualche mese fa erano esagerati…). Poi non dimentichiamo che è calato il consumo della benzina, a favore del diesel che garantisce minori margini alle raffinerie.

Baltic Index: segnale di forte domanda, però…

Il nostro “benchmark” dei noli marittimi, che ci dà una mano per capire la richiesta di navi per trasportare le materie prime, come ricorderete dai grafici passati, è salito molto rapidamente. Cosa significa? Banalizzando molto la cosa, significa che noleggiare barche per il trasporto dal luogo di estrazione al luogo di raffinazione, costa sempre di più. E questi costi sono tutti a carico di queste società che in borsa hanno intrapreso una strada ribassista. Vi ripropongo qui a lato il grafico sovrapposto di Baltic Index e CRB. L’indice dei noli sta rallentandi, anche se la su atendenza continua ad essere positiva. Ma anche qui il troppo stroppia. E come gli altri indici, anche il baltic Index prima o poi dovrà pagare pegno…

Confronto tra baltic index e crb 2007

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